L’incidente ferroviario a Roma Prenestina
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO VOLENTIERI QUESTO CONTRIBUTO DELL’AMICO ANDREA ACIERNO, EX MACCHINISTA TRENITALIA
Un nuovo incidente ferroviario con deragliamento del treno Frecciarossa 9311, per fortuna senza vittime, è avvenuto il 3 giugno nei pressi di Roma.
Come leggiamo nel comunicato del sindacato OR.S.A. Trasporti emesso a poche ore dall’incidente, questo è il terzo incidente grave in 4 anni in Italia. Purtroppo in un altro incidente ferroviario avvenuto in Baviera,ci sono state vittime e feriti.
Sono fatti che non possono non creare una giusta preoccupazione per i cittadini e lavoratori italiani ed europei che utilizzano questo mezzo di trasporto.
Come è giusto che sia e cioè che vengano accertate le cause dell’incidente al Frecciarossa che fortunatamente non ha causato vittime, non si può non notare che un certo peggioramento delle condizioni di sicurezza è avvenuto da quando le società di trasporto hanno ridotto il personale impiegato in questo particolare settore e in particolare la riduzione di personale addetto alla manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria, cioè della rete ferroviaria attualmente gestita da RFI.
E’ bene ricordare che la rete ferroviaria italiana preesistente e quella più recente per l’alta velocità (AV) sono state costruite con i soldi degli italiani. Su di esse viene garantito il trasporto pubblico quotidiano sia dei passeggeri che delle merci. Ma il trasporto pubblico, per essere tale, deve dare garanzia della massima sicurezza possibile mediante il contemporaneo utilizzo del personale, cioè di tutti i lavoratori preposti alla sicurezza ferroviaria e delle nuove tecnologie sempre più all’avanguardia. Sono rispettati questi principi elementari comprensibili da tutti?
Occorre,oltre la proposta di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’incremento dei gravi inconvenienti d’esercizio avanzata dall’OR.S.A., fare un bilancio serio sul trasporto ferroviario partendo dalle liberalizzazioni ferroviarie come preludio alla privatizzazione del trasporto. Difatti con il trasporto delle merci, pur essendo ridotto all’osso quello su rotaia rispetto a quello su gomma, sono sorte numerose società private , in concorrenza tra loro e con la società principale Mercitalia, per non perdere la possibilità di fare introiti e profitti, dovuti a particolari agevolazioni economiche e alle gravose condizioni di lavoro cui sono sottoposti i ferrovieri sulla rete ferroviaria, rete che non appartiene a dette società ma che lo Stato così benevolmente concede. Discorso analogo vale per le società di trasporto passeggeri in cui, ad esempio, la società Ntv, ora di proprietà del fondo americano Gip, con i suoi treni “Italo” fa concorrenza alle Freccerosse di Trenitalia. L’obiettivo dichiarato del fondo Gip è che, con i treni della società Ntv, vuole erodere trasporto pubblico ( che non significa incrementarlo) non solo alle Freccerosse ma, in futuro, anche alle società di trasporto europee ad alta velocità, poi anche a quello regionale e delle merci (si veda in proposito l’articolo a riguardo del fondo Gip https://www.pennabiro.it/la-vendita-italo-al-fondo-investimento-americano-gip/)
Dunque società private e addirittura extraeuropee si impossessano sempre più del trasporto pubblico ferroviario dell’intera comunità europea su di una rete che dovrebbe essere integrata come importante contributo alla crescita e maggiore unità della UE. La sicurezza ferroviaria italiana ed europea può essere affidata dunque a queste società private, in forte concorrenza tra loro e con l’evidente fine di aumentare i profitti quando il fine principale del trasporto pubblico è quello di garantire la sicurezza del viaggiatore? Non sono necessarie invece norme tecniche e di lavoro comuni che in Europa, sulla base delle esperienze maturate purtroppo sugli incidenti, chiudano il periodo delle privatizzazioni?
A.A.
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