LASCIANO PERPLESSI I LAVORI DI RIPRISTINO IN CORSO SULLA NOTO-PACHINO
Si prosegue nella sostituzione dell’armamento lungo il tratto iniziale della linea ferroviaria dismessa Noto-Pachino. Il filmato, che potete vedere sul nostro canale Youtube “IN PROGRESS” (potete iscrivervi gratuitamente, avendo accesso a tutti i contenuti video) mostra chiaramente l’avanzamento della sostituzione delle vecchie rotaie da 35 kg al metro lineare con nuove da 60 kg/m. Le traversine in legno, ormai logorate dal tempo, vengono sostituite con traversine in cemento armato precompresso riciclate.
Il passaggio a livello di contrada Niura, intanto, è stato dotato delle vecchie barriere, riverniciate. Il segnale di protezione di Noto sostituito con un segnale ad ala mobile, anch’esso restaurato. Ma proprio le barriere ed il segnale (fuori norma da un pezzo) appaiono come elementi non adatti al normale funzionamento in esercizio. Nulla di nuovo dato che le ferrovie “turistiche” sono sottoposte ad un regime di esercizio del tutto particolare, con passaggi a livello incustoditi che vanno superati “a vista” nelle rare occasioni in cui è possibile vedere un treno in linea.
Ma sono ben altre le limitazioni di cui occorrerà, prima o poi, tenere conto: i treni storici, normali frequentatori delle linee turistiche, infatti, sollecitano le opere d’arte presenti in linea (ponti e sottopassi in particolare, ma anche rilevati e trincee) esattamente come i treni ordinari. E non esiste, ad oggi, alcuna deroga alle caratteristiche di percorribilità di questi manufatti, che dipendono dal loro stato di esercizio, garantito dalla manutenzione ordinaria. Quest’ultima, manca alla Noto-Pachino da quaranta anni, e si vede: si notano, guardando i ponti, ma anche gli stessi rilevati, non pochi fenomeni di dissesto.
Un ripristino impossibile
Non dubitiamo sulla volontà di RFI, tuttora titolare della manutenzione della linea, di porre in essere le opportune analisi conoscitive per certificare l’idoneità di queste opere civili. Ma qualcos’altro ci preoccupa a proposito della utilizzabilità della ferrovia, anche alla luce delle somme che si stanno spendendo (circa 40 milioni) per il suo ripristino. Ad esempio la distanza dalle edificazioni sorte negli anni lungo la linea, che occorre tener presente per farvi circolare un qualsivoglia convoglio in sicurezza.
E’ per questo che, con tutta probabilità, possiamo pensare che molte tratte della Noto-Pachino rimarranno impercorribili, nonostante i lavori in corso. E’ un ipotesi che, allo stato, non possiamo dimostrare, anche se alcuni aspetti ce ne danno la certezza.
Il problema è che, a differenza di molti altri interventi, non abbiamo modo di analizzare nel dettaglio i lavori in corso, facendo magari un bel tutorial video come, ad esempio, per la Palermo-Catania. Infatti, di questo intervento quel poco che apprendiamo lo dobbiamo, oltre che a nostri sopralluoghi, soltanto a qualche post entusiastico di qualche appassionato, molto ispirato, sui social. Di concreto non abbiamo visto nulla. Anzi, sembra proprio che non esista un progetto.
Rammentiamo, a chi magari non ha molta dimestichezza con il mondo dei Lavori Pubblici, che i progetti sono atti pubblici. Chi li redige è obbligato a farli vedere a chiunque ne abbia interesse, e deve sottoporli ad una sfilza di pareri, (che devono essere positivi) prima di attuarli, affidandoli ad un esecutore con una procedura ad evidenza pubblica: un appalto. Ma per la Noto-Pachino, a quanto ci risulta (chi può, ci smentisca…) non è stato pubblicato niente: nè il progetto, nè sono stati chiesti pareri, nè si è proceduto ad un appalto appositamente dedicato al suo ripristino.
Ma allora, come vengono eseguiti questi lavori? In questo caso lo sappiamo: un apposito cartello, riprodotto in basso, ci informa dell’oggetto dell’Appalto, premettendo che si tratta di un “C.A. n.33 all’A.Q 619/2021”. Che tradotto in italiano significa “Contratto Attuativo all’Accordo Quadro 619/2021”. Non è chiaro? Proviamo a spiegarlo meglio.
L’Accordo Quadro
L’Accordo Quadro è un tipo di appalto che viene indetto da un Ente committente per l’esecuzione di interventi saltuari, a seconda delle esigenze. Infatti, non si basa su un progetto vero e proprio, con il dettaglio delle opere da eseguire, ma su un Elenco Prezzi. A base d’asta viene messa una somma pari al totale preventivato da spendere per un certo periodo di tempo. Il concorrente alla gara farà un offerta di ribasso sui prezzi dell’Elenco.
E’ la tipica procedura che si adotta per i lavori di manutenzione: non sai cosa ci sarà da aggiustare, da riqualificare o da sostituire, ma hai tutti gli elementi per affidare all’impresa l’intervento che si renderà necessario nel corso del periodo di tempo predefinito. L’intervento saltuario, una volta identificato e quantificato, sulla base dei prezzi di contratto, viene affidato stipulando un Contratto Attutivo in cui sarà sinteticamente descritto l’intervento da realizzare. Di Contratti attuativi possono redigersene quanti ne occorrono, fino ad esaurimento della somma destinata all’intero Accordo Quadro.
Cosa c’entra una procedura del genere con la riattivazione della Noto-Pachino? Evidentemente RFI ha ritenuto di equiparare l’intervento ad una semplice manutenzione, non ravvisandovi gli estremi di un’opera da realizzare ex-novo. Ma è possibile affidare i 40 milioni preannunciati per la riattivazione della linea “a fini turistici” affidandosi ad una procedura nata per le manutenzioni?
Il cartello rivelatore
Sembra proprio di no, e ce lo dice il cartello informatore sui lavori, posizionato in adiacenza al cantiere, come prescritto dalla Legge: l’importo dell’intervento è di “soli ” 950.000 €. I quali, certamente, non bastano neanche alla semplice sostituzione dell’armamento se non per qualcuno dei 27 km della linea. E quindi, come saranno eseguiti gli altri lavori per complessivi 39 milioni circa?
Attenzione: nello stesso cartello (dove, evidentemente, le cose vanno raccontate per come stanno…) si parla di “apertura degli scorci panoramici della linea Noto-Pachino” non dell’apertura, tout court, della ferrovia dismessa. Il che spiegherebbe molte delle nostre perplessità su questo intervento che rimane comunque misterioso. Infatti, non sappiamo quali siano questi “scorci”, e neanche come possa immaginarsi un viaggio in treno, ancorchè turistico, tra uno scorcio e l’altro…
Resta da chiarire il motivo per cui si continua ad insistere sulla completa riapertura della linea, andando in contraddizione con quanto leggiamo negli unici atti pubblici di cui siamo riusciti ad avere visione (il cartello di cui sopra), con la tecnica, con la logica, ma anche con le difficoltà oggettive che l’intervento presenta. La situazione di Lido di Noto (di cui abbiamo già pubblicato un reportage), in tal senso, è più che emblematica…