Un maxi progetto per la linea ultracentenaria della metropolitana di Londra – L’impegno di Webuild per la mobilità urbana
In principio, oltre un secolo fa, si chiamava “Baker Street and Walterloo Railway” ma oggi tutti la conoscono come la Bakerloo Line. La linea metropolitana, celebre anche fuori dall’Inghilterra per il colore marrone con cui è riconosciuta sulle mappe della Tube inglese, è al servizio della città di Londra dal 1906, anno della sua inaugurazione dopo circa un decennio di lavori. È quindi una veterana della rete metropolitana londinese tanto che i suoi treni hanno addirittura 51 anni e sono tra i più vecchi di quelli in attività in tutta l’Inghilterra.
Nonostante l’età però la Bakerloo Line, che taglia in due la capitale dal Nord Est al Sud della metropoli, è ancora una delle linee più affollate, capace di portare ogni anno oltre 125 milioni di passeggeri distribuendoli in 25 stazioni, molte delle quali attraversando la zona del West End.
E proprio per la sua importanza all’interno del sistema trasportistico di Londra e il valore strategico del suo percorso, che Transport for London (la società che gestisce i trasporti cittadini) ha approvato un ambiziosissimo piano per il prolungamento della linea che, secondo gli ultimi calcoli, prevedrà un investimento complessivo di 8 miliardi di sterline (9,35 miliardi di euro).
Il futuro della Bakerloo Line
Le decine di migliaia di persone che ogni giorno scendono al capolinea di Elephant & Castle, la zona della metropoli che si trova oltre la sponda Sud del Tamigi, guardano con curiosità a come cambieranno le loro vite quando i treni della Bakerloo continueranno la loro corsa.
Il progetto di ampliamento della linea prevede l’estensione della sua corsa fino a Lewisham, con la costruzione di due nuove stazioni (Burgess Park e Old Kent Road) che permetteranno di servire una vasta porzione di territorio, con impatti significativi sullo sviluppo urbano e sul benessere economico.
Secondo i calcoli di Transport for London, l’estensione della linea assicurerà ogni giorno 150mila nuovi viaggi in metropolitana in più rispetto ad oggi. Ma la realizzazione dell’opera avrà un impatto anche sull’urbanistica e sul lavoro. Saranno infatti 50mila le nuove abitazioni che sorgeranno nei pressi del tracciato e 85.000 i posti di lavoro creati nell’area che sarà interessata dalla nuova infrastruttura.
Il progetto è ambizioso e avveniristico. L’amministrazione londinese calcola che l’iter approvativo e la ricerca dei fondi potrebbero richiedere almeno altri sei anni, per arrivare all’inizio dei lavori nel 2030 con un termine previsto per l’inaugurazione dell’opera nel 2040. All’apparenza una visione di lunghissimo periodo che spiega al meglio il senso delle grandi opere, pensate non per l’oggi ma per il domani.
Le città rinascono con le linee metropolitane
L’estensione della Bakerloo Line è solo l’ultimo dei maxi progetti che interessano la metropolitana di Londra, la più antica al mondo e la più estesa d’Europa.
La vitalità della metropolitana di Londra racconta alla perfezione il valore di questo modello di mobilità cittadina, in pieno sviluppo anche in Italia. A Milano il Gruppo Webuild sta completando la Linea M4, lunga 15 chilometri con 21 stazioni di cui 8 già operative, da San Babila a Linate (tempo di percorrenza 12 minuti) che permetterà di attraversare in soli 30 minuti il centro storico della città, collegando il quadrante est (Linate) con il quadrante ovest, fino alla stazione ferroviaria di San Cristoforo. Mentre a Roma il Gruppo sta realizzando diverse nuove stazioni della Linea C tra cui stazione Venezia (che si trova nell’omonima piazza) e che sarà una delle fermate più belle e grandiose al mondo: al suo interno sorgerà un’area espositiva direttamente collegata con i poli museali circostanti, dal Vittoriano ai Fori Imperiali.
Alle spalle di tutte queste grandi opere c’è la volontà di offrire ai cittadini e ai visitatori un servizio di trasporto efficiente, veloce e soprattutto sostenibile, capace di ridurre il traffico di superficie e rendere le grandi metropoli più vivibili.