Ancora una volta “In Progress” ha anticipato i tempi, proponendo una linea che rientra, oggi, nella programmazione Europea
Un articolo di TP24 di qualche giorno fa ci informa che “Non si farà la linea ferroviaria Castelvetrano-Agrigento. Esclusa dalle 26 linee turistiche”
Partiamo dall’ultima frase, che ci lascia parecchio sorpresi: infatti, nello stesso articolo si legge che “La ferrovia Castelvetrano-Agrigento è stata esclusa dall’elenco delle 26 linee turistiche italiane, definito dal decreto interministeriale in attuazione della legge 128/2017 e reso operativo a luglio 2022”. Dalla decisione di accantonamento, quindi, sono passati quasi due anni. Pertanto ci si chiede: dov’è la novità?
Nonostante le richieste di qualche sognatore, o di qualche aggregazione di sognatori, poco avvezzi alle problematiche ferroviarie, e nonostante il “Tavolo tecnico” di qualche anno addietro (clamorosamente fallito), questo ripristino non è, praticamente, mai stato in agenda.
D’altronde, nessuno, sano di mente, si sognerebbe mai di ripristinare una tortuosissima linea ferrata a scartamento ridotto, per poi farla percorrere da pochi e costosissimi treni, per giunta “storici”. E’ già difficile organizzare questi treni con il materiale rotabile ordinario, figuriamoci con quello a scartamento ridotto. Così come appaiono velleitari, e candidati al fallimento, con conseguente sperpero di denaro pubblico (chi scrive lo denuncia pubblicamente da anni), i ripristini in corso di alcune linee siciliane dismesse come la Noto-Pachino ed il primo moncone della Alcantara-Randazzo.
Riattivazioni che di certo hanno soltanto i finanziamenti, forse neppure sufficienti, ma per le quali nessuno ha mai redatto, che ci risulti, lo straccio di un piano di esercizio che preveda, anche in via approssimata, il numero di treni che percorreranno queste linee ogni giorno. O forse, è meglio dire ogni anno: basta vedere, ad esempio, come è utilizzata, proprio in zona, la Porto Empedocle-Agrigento, che vede transitare sui suoi binari una manciata di treni “storici” nell’arco dei dodici mesi.
Tornando alla Castelvetrano-Porto Empedocle, l’articolo citato ad un certo punto tira in ballo i dati del nostro progetto (“Il progetto di riattivazione completo prevede 25 km di gallerie e 5 km di viadotti, come indicato nel progetto di massima”), pubblicato proprio qui ed illustrato in un tutorial video. La cosa ci fa molto piacere, anche se saremmo stati più contenti se avessimo visto citata la fonte. Ma rischia di confondere le idee a chi legge.
Il nostro progetto, infatti, prevede una moderna linea ferroviaria a 160 km/h, su sede ben diversa da quella del vecchio tracciato. Chi scrive, infatti, conserva ancora discrete facoltà mentali e, avendo conseguito la laurea in ingegneria civile studiando, e non ricorrendo a scorciatoie di vario tipo, conosce benissimo le esigenze del moderno esercizio ferroviario.
Nulla a che vedere, quindi, con le ferrovie turistiche e gli improbabili treni storici che dovrebbero percorrerle. Ma moderna tecnica ferroviaria e, soprattutto, lungimiranza.
A tal proposito c’è un’altra notizia che, forse, dovremmo mettere a conoscenza di TP24: il nuovo regolamento riguardante gli orientamenti dell’UE per lo sviluppo della rete transeuropea di trasporto (TEN-T). prevede, all’interno della ‘rete globale’, che va realizzata entro il 2050, l’anello ferroviario che collega i porti della Sicilia meridionale con il corridoio Helsinki-Palermo, che nell’isola comprende la nuova ferrovia Messina-Catania-Palermo.
Un anello di cui la Castelvetrano-Porto Empedocle costituisce un pezzo importante ed indispensabile. Insomma, ancora una volta “In Progress” ha visto giusto, intuendo che il rilancio economico della Sicilia passa per la connettività delle sue aree produttive e delle sue intrastrutture portuali con il resto d’Europa e del mondo.
E che per far questo non servono certo le “ferrovie turistiche”, ma moderne ed efficienti infrastrutture di trasporto su ferro.
In Europa lo sanno, dalle nostre parti si preferisce dar retta ai sognatori.