Un’altra debacle per i nopontisti, già superati in numero dai favorevoli al Ponte che si sono opposti all’azione legale.

Si è svolta ieri, 27 settembre 2024, l’udienza davanti al Tribunale delle imprese di Roma relativa al ricorso, con 104 firmatari contrari al Ponte sullo Stretto, in cui è stata chiesta «la cessazione immediata da parte della società “Stretto di Messina”, di ogni atto o comportamento pregiudizievole dei diritti e degli interessi collettivi e di ogni attività tendente all’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo», accertando «la responsabilità della società e il danno ingiusto causato per la violazione del dovere di diligenza, correttezza e buona fede».

La Società “Stretto di Messina”, nella sua memoria difensiva, punta a dimostrare l’assoluta «inammissibilità» dell’azione inibitoria e a confermare, invece, la piena trasparenza degli atti compiuti dalla “Stretto”, in virtù di quanto disposto dalla legge del maggio 2023, che è stata votata dai due rami del Parlamento e controfirmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la quale sono state riavviate le procedure per la progettazione e costruzione del collegamento stabile nello Stretto.

Il collegio difensivo degli intervenuti era pronto a discutere la causa nell’interesse dei loro assistiti ma, per un inadempimento processuale dei ricorrenti, il Tribunale ha dovuto rinviare la causa all’udienza del prossimo 8 novembre. 

In particolare, i ricorrenti non hanno provveduto a effettuare la necessaria notifica del ricorso al pubblico ministero, come previsto dal terzo comma dell’art. 840 sexiesdecies cpc; il Tribunale ha onerato i ricorrenti a provvedere alla notifica al pubblico ministero e disposto il suddetto rinvio per la discussione al 8 novembre pv.

A dare la notizia sono gli avvocati Rizzo, Vadalà Toscano che si sono costituiti in udienza in rappresentanza dei 140 pro Ponte firmatari del contro ricorso costituiti in difesa delle istanze democratiche sottolineando come la maggioranza dei cittadini chiede il Ponte sullo Stretto come assoluta priorità per garantire libertà dei trasporti e pari diritti ai cittadini calabresi e siciliani.

Quindi, al successo dei cittadini favorevoli al Ponte, che hanno superato in numero i ricorrenti “no Ponte” (140 contro 104) si aggiunge questa debacle nopontista, a causa di una banale svista nella procedura giurisprudenziale in corso.