Il treno Roma-Cortina inaugurato a metà dicembre non riscuote il successo sperato. L’errore di investire su servizi di nicchia anzichè su quelli di massa
Sembra proprio che il nuovo treno di TTI, la nuova compagnia del gruppo FS, che collega Roma con Calalzo, e da qui Cortina con trasbordo in pullman, si stia rivelando un fallimento.
Non abbiamo dati ufficiali sulla sua frequentazione. Sappiamo soltanto che l’iniziativa è stata pubblicizzata in ogni modo, e continua ad esserlo sulla stampa e sui siti del gruppo FS. Ne abbiamo dato notizia anche noi il 16 dicembre scorso.
E sappiamo pure che sui social si sono moltiplicati, nei giorni scorsi, commenti non proprio entusiastici. Il 18 dicembre scorso compariva sulla pagina del sito trenibelluno.it il seguente commento:
“PRIME SOPPRESSIONI PER IL ROMA – CALALZO
Questa sera, lunedì 18 dicembre 2023, era programmata la partenza della seconda corsa commerciale del famoso treno notturno da Roma Termini a Calalzo Pieve di Cadore Cortina, per il quale hanno costruito una nuova apposita società e aspettative altissime, esaltando l’impeccabile servizio e l’attenzione prestata fino ai più minimi particolari. Ha esordito giusto lo scorso fine settimana trasportando una cinquantina di persone (pochine per una corsa inaugurale) di cui, riportiamo quello che si dice da più parti, non più di tre viaggiatori paganti.
Questa sera il treno non parte dalla Città Eterna, di conseguenza domani non ci sarà nemmeno il viaggio di ritorno dalle Dolomiti. Le successive corse in programma mercoledì 20 e giovedì 21, per cui risulta bloccato l’acquisto dei biglietti come è già successo per quelle di oggi e di domani, forse seguiranno la stessa sorte.”
Una situazione allarmante, quindi, della quale ignoriamo gli sviluppi. E’ però significativa la cancellazione e la scarsa frequentazione del viaggio inaugurale, sempre stando a quanto riferisce trenibelluno.it.
Come mai questo fallimento? Ce lo spiega il commento di un altro utente, Massimo Turbini che il 19 dicembre, ovvero il giorno dopo il commento di trenibelluno.it ci dà preziose informazioni su questo nuovo servizio di TTI:
“Il treno é destinato a viaggiatori che possono spendere, ogni tratta costa da 300 a 600 euro se vuoi dormire e cenare. Devi arrivare alla stazione termini alle 20 circa per arrivare alle 7 del mattino a Calalzo, da dove poi serve un’ora di auto/bus/taxi per arrivare al centro di Cortina, viaggiando scomodo e mangiando maluccio. Praticamente 12 ore di viaggio , e non é certo l’Orient Express ma un vecchio treno ripulito.
Ora, oggi, con il freccia rossa arrivi a Mestre in poco più di tre ore , da dove con un NCC in meno di 2 ore sei a Cortina. Viaggio da 5 ore, Costo totale , meno di 400 euro.”
Un altro utente, Ivan Maggini ha persino realizzato un “reel” su Instagram per spiegare il motivo dello scarso “appeal” del Cadore express. Dove, addirittura, fa notare che il viaggio tra Roma e Cortina con un Frecciarossa si può trovare anche a soli 68 € anziché i 170 del biglietto “base” del Cadore express.
E’ evidente che un treno del genere, con una tale concorrenza, possa subire qualche defaiance. D’altronde, non tutti i turisti sono nostalgici dei bei tempi ferroviari che furono, e magari preferiscono ridurre il tempo di viaggio incrementando quello dedicato allo sci, che per chi è diretto a Cortina dovrebbe essere prioritario rispetto ad un viaggio di 12 ore in cuccetta da 6 posti.
Commenta ancora trenibelluno.it :
“La cancellazione stessa sta passando sotto un imbarazzante silenzio, nel quale suonano sempre più imbarazzanti i dispendiosi e discutibili lavori, le costose corse prova, i roboanti sermoni e le photo opportunity che hanno costellato gli ultimi mesi.
Evidentemente c’è qualche problema attorno al nuovo Roma – Calalzo, e non si tratta della questione che arrivi con quindici minuti di ritardo o quattro di anticipo come pensa qualcuno tralasciando gli altri appunti ben più sostanziali mossi dalla nostra Associazione già da agosto. Le cancellazioni cominciate oggi sono un altro brutto segno per la strana avventura di un treno tanto pretenzioso quanto calato dall’alto e che purtroppo sta assomigliando sempre più a una occasione sprecata e a uno sberleffo alle giuste richieste di miglioramento dei servizi di trasporto nel Bellunese.”
Insomma, ci sono tutti i segnali perché si verifichi quanto è già successo ad altri servizi ferroviari preannunciati in pompa magna e poi clamorosamente cancellati dalla programmazione del gruppo FS. Ricordate il Frecciabianca Palermo-Catania-Messina?
C’è da chiedersi, come aveva fatto lo stesso sito trenibelluno.it, che evidentemente ha visto lungo, il mese di agosto scorso, se qualcuno analizzi davvero il mercato prima di imbarcarsi in certe imprese. Scambiando il turismo ferroviario per qualcosa che deve essere legato a doppio filo ai ricordi, a dispetto di comfort e la velocità che, nonostante la nostalgia dilagante, sono requisiti che ancora vengono ampiamente preferiti dagli utenti ferroviari.
I quali, peraltro, hanno a disposizione i servizi ordinari per raggiungere comodamente le proprie mete delle vacanze: Frecce, Intercity e persino Regionali. Incredibile ma vero, questi ultimi, sempre più snobbati da chi “pensa in grande” nella programmazione ferroviaria, possono anche trasportare turisti!
Magari quelli che in massa, zaino al collo, non hanno la pretesa di viaggiare, oltre che nello spazio, anche nel tempo (indietro, ovviamente); che, inoltre, del treno hanno bisogno ogni giorno e non soltanto nei week end.
“Sta prendendo piede una narrazione che vuole sostenere che per fare turismo ferroviario in Italia siano indispensabili società come “Fondazione FS” o “Treni Turistici Italiani” o quante altre il futuro ci riserverà, e che per fare turismo ferroviario sia inevitabile ricorrere ai treni da queste effettuati con la promessa di viaggi lenti, per tutti, sostenibili, esperienziali, alla scoperta dei luoghi più belli del Paese, eccetera eccetera. I treni regionali superficialmente dimenticati – non da noi – sarebbero solo per i pendolari o imprecisati “altri viaggiatori”, ma è davvero così? “ si chiedeva trenibelluno.it il 23 agosto scorso.
La domanda ce la siamo fatti più volte anche noi, in passato, ricordando le gesta di Fondazione FS in Sicilia e non solo. Si pensi alla sorte di ferrovie come la Agrigento Bassa-Porto Empedocle, con tanto di stazione in corrispondenza della Valle dei Templi, utilizzata una o due volte l’anno mentre la Regione siciliana paga un servizio di bus per raggiungere i Templi dalla stazione di Agrigento Centrale; o al chilometro e mezzo scarso “inaugurato” proprio un anno fa tra Noto e Pachino, alla presenza dei massimi esponenti di Fondazione FS, delle istituzioni locali e persino della banda musicale. Un moncone ferroviario che porta in aperta campagna, da allora non più utilizzato.
Al proposito, registriamo una dichiarazione dell’Associazione Ferrovie Siciliane, che riportiamo testualmente:
“Ci fa piacere che dopo circa 10 anni dai punti interrogativi che continuiamo a sollevare noi dell’Associazione ferrovie Siciliane, qualche altro soggetto in Italia si stia accorgendo che probabilmente la gestione dei cosiddetti “treni turistici” ha più di una lacuna, ad iniziare da quello che continuiamo a lamentare qui in Sicilia: il ritorno economico di questi investimenti.
I quali, lo ricordiamo, sono finanziati con soldi pubblici, gestiti da società pubbliche e di cui non si riesce a ottenere un riscontro né delle presenze né delle ricadute sul territorio. Ciò basterebbe a suscitare qualche dubbio sulla gestione di questo tipo di servizi, in noi ma soprattutto negli amministratori interessati.
Basti pensare che proprio in Sicilia, che è la regione che impiega più risorse su questo fronte, non sono disponibili pubblicamente né i dati relativi ai bilanci costi-ricavi, né, tanto meno, i passeggeri trasportati. “
In Progress condivide oggi, come in passato, la posizione dell’Associazione Ferrovie Siciliane, finalizzata ad implementare il servizio ferroviario anziché mortificarlo riducendo i treni a costosi giocattoli, pagati da tutti ed utilizzati da pochi. Cercando invano un’utenza che, probabilmente, esiste solo nella fantasia di qualche “alto dirigente”
Quella che esiste realmente, ogni giorno ed a tutte le latitudini del Bel Paese, continua ad essere ignorata.