Se, come si dice, l’ottimismo è il sale della vita, non si può certo affermare che il PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) adottato dalla Giunta Municipale sia una pietanza insipida. Basti pensare che esso prevede, addirittura, il 50% dei palermitani sul mezzo pubblico da qui al 2030.
Preso atto che, finalmente, si ha notizia dell’esistenza di tale elaborato (non ancora consultabile integralmente), non mancano certo perplessità e riserve sull’iter progettuale di questo importante strumento di programmazione. Troppo latente il coinvolgimento di cittadinanza e professionisti locali nell’ambito di un processo partecipativo di cui pochi, in città , si sono accorti: in tal senso, condividiamo appieno le valutazioni del Comitato Per Palermo, frettolosamente liquidato dall’assessore al ramo, prof. Giusto Catania, come un gruppetto di “nemici della città”.
Nel merito, una adeguata valutazione tecnica dovrà passare, com’è ovvio, dalla consultazione dell’intero elaborato: per il momento, ci accontentiamo delle slides informative diffuse dal Comune. All’interno di esse appare evidente la volontà di incentrare, ancora una volta, tutta la programmazione della mobilità in città sulla rete tranviaria, presente ma soprattutto futura. Non a caso, è proprio dall’estensione della rete che parte il documento informativo, per poi accennare al Passante ferroviario che, invece, meriterebbe ben altra attenzione, almeno per due motivi. Innanzitutto perché si tratta di un’opera caratterizzata da velocità commerciale e capacità di trasporto ben superiori a quelle del sistema tranviario. In seconda istanza, perché consente di collegare la città con la rimanente area metropolitana, oltre che con l’aeroporto.
Si passa quindi all’anello ferroviario, in questo caso sopravvalutato per gli effetti che (non) avrà sulla mobilità cittadina, con orizzonte temporale 2030 per lo stralcio di completamento. In ultimo, la MAL, sulla quale in una sola slide vengono scritte almeno un paio di inesattezze: infatti, il primo stralcio dell’opera di 6,5 km (tratta Oreto-Notarbartolo) non è né “in studio” né “in fase di progettazione”. Per questa parte dell’infrastruttura, infatti, è già stato approvato, nell’anno 2014, il progetto preliminare, quindi c’è poco da “studiare” ancora. Né, allo stato, dopo aver corrisposto circa 1 milione di € ai progettisti del preliminare, ci risulta in atto una qualsivoglia attività di progettazione.
Ma tant’è. Con orizzonte 2030, anche in questo caso, si prevede ottimisticamente che quest’opera entri in esercizio. Auspicabile ma poco probabile, dal momento che, come ricordavamo sopra, non si è ancora messo mano alla progettazione definitiva ma, soprattutto, si è accuratamente evitato di cercare una fonte di finanziamento, pubblico o privato che sia. Si, privato: la Metropolitana Automatica Leggera, infatti, potrebbe essere realizzata in Project Financing. Non lo diciamo noi, ma lo stesso progetto preliminare, che allo scopo prevede un apposito quadro economico con tanto di analisi costi-benefici e avvio di procedura di affidamento in concessione. Per quanto concerne il finanziamento pubblico, il Comune ha mancato l’appuntamento con i fondi previsti per il 2018, pari a ben sei miliardi, e, per il 2019, può contare su un bando che prevede solo 1 miliardo e mezzo a livello nazionale.
Per il resto, i soliti proclami sulle piste ciclabili, non meglio identificate, ma non disperiamo: parliamo sempre di qualche decina di slides su 600 pagine di elaborati, che da qualche parte, prima o poi, potremo consultare. Di sicuro sappiamo che, guarda caso, la loro realizzazione è prevista a margine di cinque delle nuove tratte tranviarie e, pertanto, a lungo termine, tra il 2024 ed il 2030: da un’amministrazione così giustamente attenta alla “mobilità dolce” ci saremmo aspettati maggiore solerzia. Oltre a questi futuribili interventi, soltanto la green way Palermo-Monreale, ed il cosiddetto “sistema sud” su via Archirafi e via Messina Marine.
Per quanto riguarda altre opere infrastrutturali, possiamo contare sulla previsione della radiale di via Imera e del “Ponte Rapisardi”, ovvero un secondo ponte sulla trincea della stazione Notarbartolo. Domanda: basteranno questi due interventi in una città di un milione di abitanti, densamente popolata e con problemi di circolazione che non scopriamo certo noi? Ci è sembrato, infatti, che potessero essere prese in considerazione ben altre opere infrastrutturali, come ad esempio la tangenziale. Certo, sappiamo che, se la MAL non è proprio gradita, quest’ultima opera per l’attuale amministrazione è vero e proprio fumo negli occhi. Ma allora, se non si vuole realizzare una vera tangenziale, perché non mettere mano ad un qualche intervento sulla circonvallazione, che non sia la semplice sistemazione a tre corsie? Dov’è finita la previsione di interramento da corso Calatafimi fino a piazzale Einstein, prevista nel Piano Strategico Palermo del 2013 (sparito nel nulla)??
Per quanto riguarda la sosta, ancora una volta, tutto viene ancorato al… tram. Infatti,le uniche previsioni in tal senso sono quelle presenti nella proposta progettuale del sistema Tram. Su queste previsioni, abbiamo già espresso non poche perplessità, dal momento che sembrano aumentare la disponibilità di parcheggi proprio laddove non bisognerebbe fare arrivare le automobili.
In definitiva, per quanto abbiamo letto, non ci sentiamo di condividere l’ottimismo dei nostri amministratori. Se l’obiettivo è infatti la percentuale sopra accennata di “split modale” verso il trasporto pubblico, i dubbi sorgono spontanei, e non soltanto perchè partiamo dai dati attuali che ci consegnano il 9% di cittadini utenti del mezzo pubblico. Non si capisce, infatti, quali mezzi pubblici utilizzeranno costoro, dal momento che proprio al modo di trasporto di maggiore capacità, la Metropolitana Automatica Leggera (MAL) il Comune sembra, come al solito, assegnare priorità di secondo livello. Mentre, incredibilmente, sembra ignorare del tutto il ruolo del Passante ferroviario.
Se è vero che per un giudizio definitivo occorre visionare le 600 pagine di questo PUMS, è anche vero che le premesse non sembrano affatto incoraggianti. E se il buongiorno si vede dal mattino…..