SOLO 2000 PARTECIPANTI AL CORTEO NO PONTE DI IERI A MESSINA

“ Ciuri ciuri, ciuri di tuttu l’ annu, cu voli u ponti ava ghittari sangu “. E’ uno dei ritornelli intonati alla sfilata di ieri a Messina contro il Ponte sullo Stretto, dove non sono mancati neanche gli striscioni inneggianti ai terroristi di Hamas. I geniali partecipanti che hanno utilizzato questi simpatici argomenti contro il Ponte sullo Stretto sono gli stessi che inneggiano alla pace universale ed alla lotta ad ogni forma di violenza.

Una manifestazione, quella di ieri, a cui hanno aderito qualcosa come 70 sigle tra ambientalisti, sindacati, associazioni e partiti politici, sinistra estrema ed indipendentisti in testa.

Eppure, sono gli stessi partecipanti a dichiarare una partecipazione a dir poco deludente: 2000 persone; qualcuno dice ancora meno. Ciò significa che a questa manifestazione, pubblicizzata con mesi di anticipo, ogni organizzatore ha portato meno di 30 persone a testa. Sufficienti a riempire appena mezzo pullman.

Nonostante la presenza di big nazionali, politici e sindacali, ancora una volta i grandi assenti sono stati i messinesi. Ed è comprensibile: come si può pretendere di veder scendere in piazza la città che più di tutte beneficerà di un’opera in grado di garantire 100.000 posti di lavoro per almeno sette anni? A loro va il nostro personale plauso.

Gli organizzatori di questo tipo di manifestazioni “contro”, non nuovi a flop come quello di ieri (l’ultimo nello scorso mese di agosto, dove comunque i numeri erano ben superiori, non ha insegnato nulla) dovrebbero farsi delle domande. Ed evitare, magari, di chiedere “infrastrutture per il sud, anzichè il Ponte” dimenticando che il Ponte altro non è che un’infrastruttura, in grado di dare un senso a tutte le altre.

Non osiamo immaginare cosa direbbero costoro qualora si completasse il corridoio ferroviario Messina-Catania-Palermo attualmente in costruzione e, senza Ponte, non ci sarebbe verso di farci arrivare non soltanto i treni ad Alta Velocità, ma neanche quelli merci, rendendo inutile una spesa di quasi 9 miliardi di euro. E penalizzando l’ambiente, visto che i siciliani dovrebbero ricorrere al mezzo più inquinante che esiste (l’aereo) per raggiungere il continente, e le merci viaggerebbero sui tir.

Ma non ditelo ai militanti che hanno sfilato ieri, fortunatamente in pochi, convinti di salvare il mondo schierandosi contro l’unico nemico che è rimasto loro a disposizione, dopo il crollo delle ideologie: un’Opera Pubblica.