PER LASCIARE IL PRIMO POSTO NELLA CLASSIFICA TOM TOM INDEX, PALERMO DEVE INTERVENIRE SULLA VIABILITA’ STRADALE, VITTIMA DI DECENNI DI “NON FARE”
Progettare ed ampliare una rete tranviaria cittadina non significa dover abbandonare i progetti fondamentali di viabilità. Eppure questo è quello che sta succedendo negli ultimi anni a Palermo da quando non si fa altro che parlare di espansione della rete tranviaria. Noi di “In Progress” partiamo dal presupposto che per una corretta attuazione della mobilità sostenibile, i mezzi di trasporto (sia pubblici che privati) debbano convivere tra di loro senza però sovrapporsi ed avere dei punti di interscambio in aree strategiche della città.
Clamoroso è il caso di Palermo, che negli ultimi anni ha visto il totale abbandono di qualsiasi progetto di miglioramento o costruzione di strade che possano facilitare la vita ad automobilisti e pedoni. Si, perchè anche le macchine devono avere da dove passare.
Come si fa a fare convivere ferrovia, metropolitana, pista ciclabile, mezzi pubblici e privati? Lo si fa creando un serio piano traffico che oltre a tappezzare le strade di binari, preveda anche la realizzazione di opere viarie alternative a quello che potrebbe essere il potenziale ingorgo.
LE OPERE INCOMPIUTE
Palermo è l’esempio delle opere dimenticate. Qualora non lo sapreste, l’attuale via Croce Rossa doveva essere la nuova via Libertà per l’asse di attraversamento nord della città. Questa arteria, tuttora essitente a tratti, è stata stralciata dal PRG vigente ed in parte sostituita da viale Strasburgo, altra incompiuta della città. Basta osservare i marciapiedi lato monte per notare che i palazzi sono stati costruiti seguendo una linea immaginaria che ricalca un possibile futuro allargamento della strada come già avviene da via Belgio sino a via Gran Bretagna. La stessa cosa succede dalle parti di Villa Adriana, in corrispondenza della Questura dove la strada si restringe per poi allargarsi a tre carreggiate e prendere il nome di viale Giuseppe Lanza Di Scalea. Alla fine di questa strada troviamo il viale Aiace, altra incompiuta, che dovrebbe raggiungere Mondello formando una sorta di pedemontana passando sopra Partanna.
Nella stessa area troviamo via Nicoletti ad incrocio che si collega a nord con via Sferracavallo, per poi bypassare, con il suo prolungamento, l’omonima borgata. Dove non si riesce ancora a completare la via Tritone, ovvero la nuova strada che dovrebbe andare da via Nicoletti a Barcarello.
Nella stessa zona si potrebbe realizzare un collegamento ed una connessione al parcheggio della stazione del passante di Tommaso Natale, ma come sappiamo il parcheggio della stazione è ancora chiuso.
IL NODO CIRCONVALLAZIONE
L’area della città esterna alla circonvallazione è per buona parte isolata. Cruillas dista qualche centinaio di metri da linee tranviarie e passante ferroviario ma non può usufruirne: clamoroso è quello a cui si assiste dopo l’apertura del nuovo tratto di viale Francia. Noterete che sotto l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo è già predisposto un sottopassaggio che dovrebbe servire a creare il prolungamento di viale Francia sino a Cruillas.
Altro esempio dell’effetto barriera della circonvallazione è la mancanza di attraversamento viario tra via Altofonte e via Palmerino. Con un grande progetto, si potrebbe prolungare viale Maria Santissima Mediatrice sino a via Paruta, creando un sottopassaggio sulla circonvallazione, creando un nuovo asse di attraversamento parallelo a corso Calatafimi, con relative aree a verde, parcheggi e tutta una serie di interventi di seria urbanizzazione.
Stessa cosa in via Oreto, dove in assenza dello svincolo a suo tempo bocciato dalla Sovrintendenza BB.CC.AA., manca anche un efficace collegamento pedonale con verso l’area pedemontana. Del sottopassaggio di via Perpignano, già finanziato nel Patto per Palermo, non si ha notizia.
Naturalmente, non dimentichiamo l’effetto che potrebbe avere, ai fini del collegamento della parte pedemontana alla città ed all’esterno, la tangenziale con i relativi svincoli. Una infrastruttura che farebbe da “gronda” per i flussi esterni da incanalare in città, ma anche da principale arteria di attraversamento, snellendo la stessa circonvallazione e rendendo possibile, finalmente, la sua trasformazione in vera strada urbana di scorrimento.
CRITICITA’ DIMENTICATE
Altri punti critici della città sono individuabili nella mancanza di collegamenti tra corso Pisani e via Ernesto Basile che rende praticamente impossibile il passaggio da un lato all’altro interessando la trafficatissima piazza Indipendenza; allo stesso scopo anche Via Paruta potrebbe essere prolungata sino a Molara.
Tantissimi altri assi stradali che attualmente sono strade strettissime e che con un massiccio intervento di riqualificazione potrebbero essere standardizzate con marciapiedi e relativa illuminazione. Fondamentale, ad esempio, l’allargamento di via Castelforte, il prolungamento di via Diomede collegandola a via Mattei.
Altra alternativa al viale Strasburgo potrebbe essere lo sfruttamento delle aree di superficie dell’ex tracciato ferroviario che va da viale Francia fino a via Lungaro e via Trabucco: strada, quest’ultima, che avrebbe dovuto essere allargata, ma l’intervento venne stralciato per cause a nostro avviso ridicole legate al parcheggio del vicino istituto alberghiero.
Quelli di Palermo in Progress, sono in parte progetti già previsti, alcuni naturali prolungamenti ed altre proposte. Questi interventi potrebbero realmente migliorare la vivibilità della città, ma devono essere accompagnati da una seria programmazione degli interventi relativi al trasporto pubblico, che attualmente sembrano andare solo verso una espansione libera della rete tranviaria, poco ragionata e poco equilibrata, oltre che slegata con altri interventi in corso o da fare: ci riferiamo al passante ferroviario ed alla MAL.
Tutto questo deve essere ovviamente accompagnato da un serio piano di revisione del servizio bus, razionalizzando le linee, con la creazione di corsie preferenziali protette e videosorvegliate, e rendendo più efficace l’informazione all’utenza.
Non dimenticando un serio piano di piste ciclabili ed aree pedonali che, a questo punto, potrebbero essere agilmente fruite dai cittadini senza intasare di autovetture le strade che ne permettono l’accesso.
In questo modo auto, mezzi pubblici e qualsiasi forma di mobilità sostenibile potranno convivere correttamente, diminuendo gli indici di inquinamento ed incentivando la gente a lasciare l’auto a casa.