CONTINUA DALLA PARTE PRIMA IL NOSTRO RIEPILOGO DELLE VICENDE CHE HANNO CONDOTTO ALL’ATTUALE, DRAMMATICA SITUAZIONE DEL PONTE CORLEONE A PALERMO

STUDIO PROF. PALIZZOLO (2004)

Nel 2004 il Comune di Palermo incarica il prof Palizzolo, come se non fosse avvenuto nulla appena tre anni prima. Ad affidare l’incarico, questa volta, fu tramite l’ufficio ripartizione manutenzioni, che evidentemente non si parlava con l’Ufficio infrastrutture, che aveva incaricato il team di Arici.

Lo studio di Palizzolo, redatto nel settembre del 2004 non poteva che confermare la situazione Commissario Serio: situazione molto molto precaria e diffuse infiltrazioni d’acqua. Addirittura, uno dei fenomeni individuati dal team del prof Palizzolo interessava il cosiddetto probabile trafilamento d’acqua proveniente dall’interno della sezione cava dell’arco parabolico n. 6. In pratica, nella superficie laterale esterna di uno degli archi esterni si apprezzavano delle tracce, di dilavamento. Insomma, questo arco 6, oltre alle armature ossidate, era caratterizzato dalla permeazione delle stesse all’interno dell’arco stesso (a sezione cava) che poi pervengono all’esterno!

A seguito della relazione Palizzolo, l’unico intervento che fu posto in essere fu la preclusione al transito ai veicoli aventi massa complessiva superiore a 27 tonnellate come indicato nel certificato del prof. Palizzolo. Venne anche imposto il limite di velocità pari a 30 km/h, previsto nell’Ordinanza Dirigenziale n. 294 del 24/02/2005, in vigore fino a qualche settimana fa; tale limite, suggerito nella relazione , era finalizzato a ridurre le sollecitazioni dinamiche trasferite all’infrastruttura dai mezzi in transito.

LE OPERE DI RADDOPPIO DEL PONTE (2007-2008)

Il raddoppio del ponte tramite la realizzazione di due ponti laterali, a sostegno di due nuove carreggiate per un totale, a lavori finiti di quattro (due per direzione) come abbiamo accennato erano stati stralciati dal progetto originario. Soltanto nel marzo del 2007 essi vennero affidati alla “Cariboni strade e gallerie spa” che si aggiudicò anche la realizzazione dello svincolo di via Perpignano.

Purtroppo, a lavori iniziati e giunti al 15% di avanzamento, intervenne il peggior imprevisto che si possa immaginare in un appalto pubblico: la crisi di liquidità dell’impresa esecutrice, che avrebbe condotto la Cariboni al fallimento. Abbandonato il cantiere nel dicembre 2007, l’impresa andò incontro alla rescissone contrattuale in danno, formalizzata nel febbraio del 2008 dalla giunta Comunale guidata da Diego Cammarata.

A quel punto erano già stati realizzati tre appoggi su quattro dei due ponti laterali, mentre non si era ancora messo mano all’impalcato del ponte, realizzato mediante un’unica travata sostenuta da puntoni in diagonale (vedi immagine)

PONTI LATERALI CORLEONEUna volta conclusa la procedura di rescissione contrattuale, nel 2008, stranamente, non vennero avviate le procedure per un nuovo affidamento.

Il completamento, a norma di Legge, sarebbe potuto essere assegnato all’impresa seconda classificata che, invece, non venne neanche interpellata. Collaudate le opere realizzate, non si pensò di computarle per stralciarle dal progetto, affidando le opere rimanenti. E si andò avanti così, in attesa, forse, che si risolvesse il contenzione aperto proprio da Cariboni (intentò causa al Comune) almeno fino al 2015, quando venne ripreso in mano il “dossier ponti laterali” dagli uffici comunali competenti.

Allo stato, la realizzazione del raddoppio dei ponti laterali è inserita fra le opere da realizzare e finanziare nell’ambito del cosiddetto “Patto per il Sud”. L’opera è stata inserita fra le opere strategiche nell’ambito del “Patto” per l’importo eccedente a quello necessario a completare l’opera dopo la risoluzione del contratto con l’impresa appaltatrice, facendo affidamento sui fondi residui dell’appalto pari a circa 11, 7 milioni di euro.

ponte corleone tabella patto

L’ AFFIDAMENTO DELL’AGGIORNAMENTO PROGETTUALE (2015-2021)

Nel frattempo le somme disponibili per l’opera vennero stornate ad altri interventi, e fu necessario rifinanziare l’opera nell’ambito del già citato  cosiddetto “Patto per il Sud” (governo Renzi). Ma, a quel punto, passati oltre 10 anni dalla computazione dei prezzi con cui pagare le opere, anche la seconda classificata diede, comprensibilmente, forfait: chi lavorerebbe, oggi, agli stessi prezzi di dieci anni fa, oltre ribasso?

Pertanto, non restava che aggiornare i prezzi ed eventualmente aggiornare i calcoli alla nuova normativa tecnica nel frattempo intervenuta nel 2008, per riaffidare i lavori. Invece, il Comune che fa? Decide di indire una gara internazionale per aggiornare il progetto dei ponti. Una procedura di affidamento già complessa di suo, ma resa ancor più complicata dalle lungaggini burocratiche di una macchina, quella comunale, non certo abituata a simili adempimenti. Di sicuro, sappiamo che tale procedura, partita nel 2015, ha consentito l’individuazione dei progettisti soltanto nel corso del 2021.

Vista la situazione, e gli allarmi ripetutisi a cadenze costanti negli ultimi 13 anni, non si capisce come mai non siano state adottate le procedure d’urgenza, previste dal codice, ed oggi finalmente messe in atto grazie alla nomina del Commissario. Il quale, tuttavia, per l’inerzia del passato, dovrà comunque metterci diversi mesi per arrivare alla soluzione, prendendosi, probabilmente, il peso di responsabilità non sue. Ma, per cominciare, ha stabilito, con un ordinanza del commissario straordinario del 18/11/2021 che il progettista dovrà consegnare gli elaborati aggiornati entro 3 mesi. L’impresa, vista la complessità delle opere ed il tempo intercorso, appare piuttosto ardua.

fine seconda parte – continua nella terza ed ultima parte