IL PROGETTO DEL RADDOPPIO FERROVIARIO PALERMO-CATANIA  INTACCA FLORIOPOLI? PER RFI NON E’ VERO. LO STRANO ATTEGGIAMENTO DELLA REGIONE

Aperto il confronto sul collegamento ferroviario tra Palermo e Catania. Si è svolta il 9 marzo scorso presso l’assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana una riunione per affrontare le presunte criticità emerse per la realizzazione dell’infrastruttura e relative, in particolare, al progetto definitivo della tratta “Fiumefreddo – Lercara Diramazione”, nel Palermitano.
L’intervento si inserisce nel lotto 1 + 2 del nuovo collegamento ferroviario Palermo-Catania, opera prioritaria sottoposta a Commissariamento. Il lotto ha un valore di un miliardo e mezzo di euro e prevede il raddoppio della tratta da Fiumetorto a Lercara Diramazione. A conclusione dei lavori, su questo tratto di linea comune agli itinerari fra Palermo e Catania e fra Palermo e Agrigento si viaggerà alla velocità di 200 km/h, permettendo altresì un incremento del numero di treni.
 
All’incontro, presieduto dall’assessore Toto Cordaro, erano presenti i sindaci di Aliminusa, Castronovo di Sicilia, Cerda, Montemaggiore Belsito,  Roccapalumba, Sciara, Termini Imerese, i vertici del Dipartimento Urbanistica della Regione siciliana, l’ Amministratore unico di SO.SVI.MA.

«E’ chiaro – ha affermato l’assessore Cordaro – che ciascuno di noi è a favore della realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Catania, strategico per il settore dei trasporti, del turismo e per l’economia dell’Isola. È necessario, tuttavia, che quest’opera si faccia nel pieno rispetto dell’ambiente, attraverso la realizzazione di tutte le infrastrutture necessarie, in primis le bretelle di collegamento, e senza distruggere o stravolgere siti storico-culturali come quello di Floriopoli, testimonianza di una stagione straordinaria del recente passato della Sicilia». 
 
Al termine dell’incontro è stato concordato che i sindaci  produrranno le proprie osservazioni sul progetto di Rfi, che saranno poi inviate al Ministero per la Transizione Ecologica e agli assessorati all’Ambiente e alle Infrastrutture. Attraverso gli assessori Cordaro e Falcone, inoltre, nelle prossime settimane il governo Musumeci guiderà il percorso con l’obiettivo di arrivare a una sintesi fra le esigenze di innovazione del sistema di trasporto ferroviario e le priorità socio-economiche dei territori, rappresentate dai primi cittadini dei comuni coinvolti. 
Nel frattempo, anche RFI dice la sua. In particolare, si legge in una nota che la soppressione del passaggio a livello sulla SS 113, in prossimità del bivio con la SS 120 – opera inserita nell’ambito dei lavori del nuovo tracciato Palermo-Catania – non intacca Floriopoli. Si legge nella nota:

 

“Nelle varie fasi di studio e realizzazione del relativo progetto, è stata infatti prestata la massima attenzione a lasciare intatta la zona dei box, della tribuna e della torre cronometristi, limitando l’ambito dei lavori prima della passerella che segna la porta di Floriopoli.”

“Di conseguenza, lo storico tracciato della Targa Florio cambierà da un punto di vista altimetrico, ma non planimetrico, e soltanto per circa 250 metri sui 72 chilometri del circuito piccolo.”

“Inoltre, la riqualificazione della vicina stazione di Cerda, intervento previsto nell’ambito dei lavori a corredo dell’opera, costituirà un’occasione di rilancio per il territorio e un’ulteriore opportunità di accesso a Floriopoli.”

La vicenda dell’approvazione del progetto, quindi, si complica. Dal punto di vista di chi scrive, appare paradossale la posizione della Regione siciliana che, da una parte, chiede l’immediata attuazione delle opere infrastrutturali di competenza statale, dall’altra sembra sostenere discutibili e, almeno secondo quanto dichiara RFI, infondate proteste da parte dei territori.

Regione che, peraltro, anche laddove questi interventi sono stati realizzati, come ente gestore del Trasporto Pubblico Locale mantiene un servizio a dir poco deludente: è il caso, più volte sottolineato, dei passanti ferroviari, sui quali dovrebbe essere instaurato un servizio di tipo metropolitano.

Quello di Palermo, costato circa 1,2 miliardi offre soltanto due treni l’ora ai viaggiatori, di cui soltanto la metà ferma in tutte le stazioni. A Catania va ancora peggio, dato che l’orario non è neanche cadenzato ed offre meno di un treno l’ora ai viaggiatori. Ma va ancora peggio in altre zone della Sicilia, dove, ad esempio, i treni non viaggiano nei giorni festivi.

Speriamo, quindi, che prevalga il buon senso, rammentando che la tratta di cui si discute non potrà essere pronta prima del 2029, per cronoprogramma ufficiale, al netto di eventuali, malaugurati, pareri negativi dei territori.