Accurato reportage di Gioele Pennino sulla situazione dei trasporti pubblici a Palermo, a partire dai disservizi ormai consueti delle linee bus. Buona lettura![spacer height=”40px”]

La situazione dei trasporti pubblici su gomma di Palermo è davvero arrivata al limite dell’accettazione con lunghe attese alle fermate che riescono abbondantemente a superare i 60 minuti. Non va meglio nelle linee centrali, il 101 non funziona più. Già da qualche anno si è assistito al lento declino della Linea che per antonomasia è stato il primo BRT nella storia d’Europa anche se mai dichiarato. Fino a qualche anno fa la 101 era il fiore all’occhiello della città con:

  • frequenze che non superavano mai i 4 minuti

  • percorso quasi interamente su corsia preferenziale

  • paline elettroniche nelle fermate che indicavano i tempi di attesa.

 

Oggi la 101 è diventata quasi come una normale linea con tempi di attesa media di 15 minuti anche se capita di aspettarne 40 (specialmente nel pomeriggio).

E la Linea100 che percorre tutto l’asse di circonvallazione da via Oreto sino a Tommaso Natale? Una disgrazia per i passeggeri: “C’è quando c’è e c’è quando non c’è” diceva una cittadina alla fermata; il problema non è il lungo percorso poiché ultimamente è stato migliorato evitando i punti dove si ingorgava ed oggi risulta essere una linea parecchio scorrevole.

 

Viale Strasburgo è rimasto praticamente senza autobus e quando se ne vede uno si ringrazia l’autista che perennemente si scusa per i disagi che naturalmente non dipendono da lui. Eh si, perché i primi rappresentati della partecipata numero 1 di via Roccazzo sono proprio gli operatori d’esercizio, vittime troppe volte di qualche ignoto a causa della cattiva gestione dell’azienda che ha ridotto ai minimi storici i bus in circolazione nel capoluogo. Però il servizio si deve pagare: “Biglietti o abbonamenti alla mano, chi non c’è l’ha scenda perché se lo incoccio gli faccio la multa”. Scene di ordinaria follia con molta gente che non vuole più pagare il trasporto pubblico a causa delle lunghe attese alle fermate. Scene che a volte costringono i controllori ad interrompere la controlleria dei biglietti per evidente situazione di interruzione di pubblico servizio dopo che l’autobus è stato aspettato per oltre un’ora; in questo caso, le restrizioni anticovid non c’entrano nulla. Dalle lunghe attese alle fermate alla mancanza di autosnodati per strada, se è vero che prima venivano impiegati anche nella 544, 107 e 102 oggi non ne bastano nemmeno per la 101, quindi oltre alla lunga attesa alla fermata, occorre subire anche la chiusura delle bussole perché la vettura è piena e bisogna aspettare la successiva.

 

I sistemi di informazione sono totalmente assenti. Dal recente smantellamento totale delle poche paline elettroniche (anche se già spente da diversi anni), alla mancanza di informazioni utili nelle fermate (a parte l’indicazione di una frequenza approssimativa mai rispettata). Ed i servizi di bordo multimediali? Presenti in quasi tutta la flotta, due monitor per ogni vettura e quattro per gli autosnodati. Questi sitemi dovrebbero fornire informazioni su percorso: tratte, prezzi di biglietti ed abbonamenti, annuncio sonoro di arrivo in fermata, annuncio esterno di linea e direzione. Tutto spento, nonostante i denari spesi per dotare tutti i nuovi mezzi di questo sistema informativo multimediale. Negli ultimi mezzi arrivati non sono presenti: una svista o una sentenza definitiva per un sistema di comunicazione davvero utile che potrebbe fornire entrate all’azienda grazie agli spot pubblicitari che potrebbero essere messi all’interno? Eppure i sistemi di comunicazione interna sono tecnicamente funzionanti, ma il problema è che non sono mantenuti, aggiornati; gli annunci sonori sono quasi totalmente scomparsi, ma funzionano! Evidentemente, qualcuno che ci sa mettere mano c’è, dato che ultimamente nei monitor sono state inserite delle informazioni di buona igiene al fine di non diffondere il nuovo Coronavirus.

 

Ed il tram? Anch’esso a giorni alterni. Ci sono giorni che funziona benissimo e giorni che mancano vetture in giro per le quattro linee; il fatto grave è quando manca un tram da una linea importante come la 4; perennemente e quasi abitualmente la linea 3 viene effettuata con una vettura in meno.

 

Prima c’erano i bus sostitutivi e quindi si capiva che il disagio era da attribuire ad un’eventuale manutenzione straordinaria del mezzo, oggi capiamo benissimo che manca il tranviere perché forse impegnato a guidare l’unico autobus di una linea che, altrimenti, andrebbe soppressa. Non va meglio il sistema di tracciamento in tempo reale dei mezzi tramite un’apposita applicazione convenzionata poiché non tutte le vetture (tra quelle previste) posseggono i dispositivi di tracciamento appositamente affidati all’operatore d’esercizio per tutta la durata del suo turno. Nonostante un parco mezzi tra i più giovani d’Italia, questa azienda non riesce a fornire un servizio minimo ai cittadini che ultimamente hanno smesso di credere alle azioni che vengono annunciate al fine di migliorarla.

 

Per non parlare dei numerosi mezzi Citelis Irisbus fermi in rimessa da poco più di un anno che per un motivo non giustificato all’utenza non sono più in circolazione con la “fortuna” di avere mezzi un po’ più obsoleti (che già dovrebbero essere accantonati) per strada. Solo che i Citelis del 2008 e del 2012 disponibili in tre versioni nel parco mezzi attuali (10m, 12m e 18m) continuano a stare fermi ed a nostro avviso, difficilmente torneranno tutti a sfrecciare nelle strade cittadine dopo un anno di non esercizio. Nel frattempo “I biglietti si pagano”: il fatto è che la gente non vuole più pagare ed anche diversi abbonati hanno deciso di optare per una mobilità alternativa perché stanchi di percorrere una parte all’altra della città in più di tre ore, percorsi che fino a qualche anno fa si riuscivano a fare in poco più di mezzora.

 

Non mancano, tuttavia, gli aspetti positivi. In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, l’azienda di trasporti pubblici di Palermo, si è dimostrata all’altezza della situazione sapendo dimostrare efficienza: dalla gestione ed applicazione delle norme anticovid, ai servizi informativi offerti all’utenza per contrastare il diffondersi del Coronavirus. Infatti, tutti gli autobus sono dotati di dispenser fissi per l’igienizzazione delle mani in prossimità delle porte di accesso. Durante il periodo di restrizioni, ha saputo installare la regolare segnaletica di divieto di seduta nei mezzi e distanziamento sociale nelle varie fermate.

 

Tutt’ora, infatti, prosegue con una continua sanificazione delle vetture (anche nel servizio scuolabus che è dedicato ai più piccoli) e la postazione dell’operatore d’esercizio continua a rimanere isolata con apposita catenella di plastica e segnaletica. Questa è la dimostrazione che questa azienda può funzionare e deve funzionare e che ha a cuore la salute dei cittadini, se poi bisogna aspettare un autobus anche 40 minuti è un altro problema, ma lì si creerebbe una situazione di sovraffollamento (come naturalmente accade).

 

Oggi, diversamente da quanto avveniva in passato, non si è più costretti ad aprire l’ombrello dentro al bus in occasione di un acquazzone perchè la flotta è sostanzialmente nuova e non ci sono infiltrazioni d’acqua a bordo. Ma il parco mezzi nuovo, serve a poco se le attese alle fermate sono diventate insostenibili con continue lamentele, con attese al capolinea della stazione centrale che arrivano a due ore, per non parlare di domeniche in cui alcune linee sono rimaste scoperte senza nemmeno una vettura in servizio accumulando attese fino a quattro ore (come il caso della Linea100). A questo punto o si sbloccano al più presto possibile i concorsi e si cominciano a fare lavorare anche i previsti interinali, oppure si deve rimodulare il servizio. Almeno, si creano degli orari in base alle risorse umane a disposizione. Ma è pur vero che un’altra diminuzione dei mezzi su strada comporterebbe una situazione di caos perchè ci sarebbe più domanda dell’offerta.