Soltanto nell’immaginazione di una classe politica che ha la lungimiranza di un’efimera (un piccolo insetto acquatico, che vive appena un’ora e mezza) si può pensare di basare l’economia di un’intera regione, che conta ancora (nonostante l’emigrazione galoppante) 5 milioni di residenti, su una sola risorsa. Pura follia se si individua in questa risorsa il turismo, che per sua stessa natura presenta fluttuazioni e stagionalità difficilmente controllabili.
Una scelta suicida svelata dai numeri, freddi ed impietosi, pubblicati in una inchiesta del
Quotidiano di Sicilia, che contrastano la vuota retorica di chi continua ad emettere comunicati entusiastici snocciolando cifre di cui non comprende il valore.
Soltanto per fare un esempio, nel 2019, anno pre-covid, si registravano in Sicilia gli stessi pernottamenti trionfalmente previsti di recente dall’Assessora regionale al Turismo, Elvira Amata, per il 2023: 15 milioni. Nello stesso periodo, il Veneto ne registrava 71, vale a dire 5 volte tanto. E la sola provincia di Bolzano ne contava 33, più del doppio! Posti in cui non viene ignorata, come avviene dalle nostre parti, l’importanza delle infrastrutture e dei servizi. E dove il dato attuale, anzichè rimanere invariato rispetto al 2019 come è avvenuto per Sicilia, è in continua crescita.
Regione siciliana, svegliati! Invece di gioire per essere riuscita a far aprire di domenica (!!)
un sito archeologico (mentre tanti altri restano regolarmente chiusi, perchè non è previsto che i dipendenti lavorino anche di domenica) comincia a governare il territorio. Non con le
mancette elettorali, ma con interventi seri e lungimiranti.