SISTEMA TRAM, LA NOSTRA ANALISI: LA LINEA F
La linea F del Sistema Tram (nel progetto identificata come linea 7B) avrebbe origine dalla Stazione centrale, scenderebbe verso mare tramite via Lincoln, percorrerebbe il Foro Italico, la Cala e via F. Crispi per pervenire in piazza Giachery: la lunghezza complessiva sarebbe di 9,380 Km andata e ritorno..
Il tracciato sarebbe quindi interessato dal problema tipico di tutte le linee di trasporto costiere, in genere evitate, dove si può: fatalmente, il bacino di utenza risulta limitato proprio dalla linea di costa, non essendoci aree abitate lato mare. E’ per questo che non ci meravigliamo affatto delle previsioni dei progettisti, che a questo tracciato assegnano soltanto 1300 passeggeri circa nell’ora di punta: un flusso alla portata di una normalissima linea bus.
In questo caso l’effetto di confinamento è peggiorato dalla scelta di porre il tracciato per entrambi i binari proprio lato mare rispetto alle carreggiate stradali che, ancora una volta, verrebbero stravolte dall’intervento.
Prescindendo dalla valutazione dell’impatto con storiche strade come il Foro Italico, si crea quindi una cintura di ferro che, di fatto, sancirebbe la definitiva divisione della città dal suo mare. Tutto questo mentre l’Autorità portuale si sforza di ottenerne il riavvicinamento, con scelte coraggiose ed una sorprendete capacità realizzativa, soprattutto per quanto riguarda l’interfaccia città-mare. Meglio sarebbe stato prevedere il passaggio dei binari proprio sul lato opposto.
Magari evitando del tutto di farli passare lungo la Cala, deviandoli a Piazza Marina. Scelta che non ha nulla di nuovo, visto che ricalca l’approccio seguito da chi installò per la prima volta il tram a Palermo, a fine ‘800, facendo della piazza il nodo principale della rete ed evitando accuratamente di interessare la vicina strada costiera. Peraltro, sfruttando il tratto terminale di corso Vittorio Emanuele, che potrebbe così essere pedonalizzato, si otterrebbe un importante punto di penetrazione della linea dentro il centro storico.
Nella configurazione di progetto, invece, non ci sarebbe verso di raggiungere le fermate del tram senza attraversare ben due carreggiate stradali. Sicuramente i progettisti non hanno previsto sovrapassi, troppo invasivi, ma non ci risulta siano compresi nell’intervento neanche dei sottopassi che, inevitabilmente, si troverebbero con il piano di calpestio al di sotto del livello del mare. Una soluzione deludente per il waterfront che si vorrebbe, invece, riqualificare.
Quello che preoccupa di più, ad ogni modo, è l’intralcio al deflusso veicolare, nell’ambito di strade fortemente interessate da flussi pesanti da e verso il porto. Una situazione conflittuale che, per una linea non protetta, quindi in sede promiscua, creerebbe forti condizionamenti rispetto all’esercizio, non di secondaria importanza. Si consideri che mezzi pesanti si troverebbero la strada sbarrata dai tram in transito proprio in corrispondenza degli accessi all’area portuale.
Un conflitto che si vorrebbe (molto parzialmente) risolvere, in fase progettuale, con l’occupazione di una delle due carreggiate del sottopasso Crispi, con spostamento del flusso veicolare, in una delle due direzioni, in superficie. Ancora una volta, come per gli svincoli della circonvallazione, si andrebbe a rivoluzionare uno snodo viario fondamentale, peraltro con poco convincenti opere in elevazione, e non soltanto dal punto di vista dell’impatto visivo. La soluzione sarebbe problematica anche per i flussi veicolari, soprattutto considerando la buona percentuale di traffico pesante da e per il porto, complicando, anzichè risolvere, il problema del collegamento dello scalo marittimo alle vie di comunicazione esterne.
Forse, anche in questo caso, si poteva fare di più. O forse era meglio evitare del tutto una linea tranviaria in questa complicata collocazione, anche perchè, come sopra accennato, avrebbe scarsa efficacia a causa del ridotto bacino d’utenza: insomma, il gioco, ancora una volta, non vale la candela.
Magari, invece, si sarebbe potuto finalmente studiare un vero restyling del waterfront. Di progetti in tal senso, anche interessanti, ce ne sono a Palermo: ad esempio quello proposto dalla prof. Teresa Cannarozzo, di cui abbiamo discusso, proprio con l’autrice, su “progress on line”.
Invece, come al solito, il tram ha travolto tutto. Anche il waterfront.
LINK: LINEA A – LINEA B – LINEA C – LINEA D – LINEA E
VIDEO: WEBINAR SPECIALE “PROGRESS ON LINE”