IL TRASPORTO CONDIVISO A DOMANDA: SE NE E’ PARLATO IN UN MEETING ORGANIZZATO DALL’UNIVERSITA’ DI CATANIA, CHE PARTECIPA AD UN PROGETTO INSIEME AGLI ATENEI DI PALERMO, ENNA E CAGLIARI.
Un importante meeting scientifico si è svolto venerdì 29 aprile a Catania, presso la facoltà di Ingegneria all’interno del campus universitario di via Santa Sofia.
L’argomento trattato è quello del Progetto di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) WEAKI TRANSIT (WEAK-demand areas Innovative TRANsport Shared services for Italian Towns) finalizzato allo studio della mobilità alternativa basata sul trasporto condiviso a domanda (Demand Responsive Shared Transport Services – DRSTS). Un sistema che prevede la richiesta del servizio di trasporto da parte dell’utente ad un sistema informatizzato, che gestisce a sua volta una flotta di veicoli condivisi e ne imposta l’itinerario sulla base delle esigenze. Una soluzione ideale, quindi, per le città piccole (con meno di 50.000 abitanti), le aree periferiche e rurali e le aree urbane disperse.
Fa gli onori di casa, introducendo l’argomento dell’incontro, Giuseppe Inturri Professore associato di Trasporti, presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Catania.
Il primo intervento è quello di Matteo Ignaccolo, professore ordinario di Trasporti presso l’Università di Catania, dal 2020 coordinatore nazionale del progetto WEAKI TRANSIT che vede la collaborazione attiva degli atenei di Catania, Palermo, Enna e Cagliari, ed è inserito nel programma PRIN 2017 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il professore espone, con la chiarezza che lo contraddistingue, gli obiettivi del progetto e lo stato di avanzamento finora raggiunto.
Segue l’intervento di Marco Migliore, Professore ordinario di Trasporti presso l’Università degli studi di Palermo che, con l’assistenza dell’ing. A. Capodici, ha studiato una possibile applicazione del sistema. L’oggetto dello studio è un’area urbana caratterizzata da una densità abitativa di media entità: il quartiere di Partanna-Mondello, a Palermo. Le criticità del servizio esistente, fornito da AMAT per quanto riguarda la rete bus e, marginalmente, da Trenitalia mediante il passante ferroviario, sono state evidenziate dallo studio, che si è servito di un sondaggio condotto presso gli abitanti della zona, grazie al quale è stato tarato un modello matematico in grado di caratterizzare la mobilità nella zona.
Un modello che servirà all’elaborazione di una possibile soluzione ai problemi rilevati, anche mediante il sistema DRSTS, sulla base delle preferenze dei cittadini evidenziate dai 150 questionari compilati durante il sondaggio.
Successivamente, è stato illustrato uno studio condotto dall’Università di Catania, a cura del prof. Giuseppe Inturri con la collaborazione della prof.ssa M. Le Pira e del dott. G. Calabrò, avente come oggetto la possibilità di estendere il sistema DRSTS al trasporto delle merci. Un’opportunità per le parti centrali delle città, dove la mobilità dei mezzi di trasporto merci presenta grosse criticità; la soluzione ipotizzata si basa sulla distinzione tra tipologia di merci da trasportare e possibili vettori.
In particolare, la tipologia delle merci risponderebbe alla loro trasportabilità, potendosi suddividere in pacchetti trasportabili da persone, pacchi per cui è necessario un autovettura o colli che richiedono mezzi più impegnativi. I candidati vettori potrebbero in tal caso essere i semplici cittadini, a seconda del mezzo utilizzato ed in funzione dei percorsi coperti. Un’app metterebbe in comunicazione domanda ed offerta in questo sistema logistico diffuso, che potrebbe sovrapporsi ai sistemi tradizionali.
Ha concluso la giornata un vero e proprio “ospite d’onore”: il prof. Andrè De Palma, economista e fisico belga, professore-ricercatore in economia presso l’ Università CY Cergy di Parigi, che negli ultimi anni si è misurato, con grande successo, con la complessità del mondo dei trasporti.
Il prof De Palma, con grande sagacia, ha illustrato uno studio condotto nell’Ile de France, area metropolitana di Parigi, popolata da 12 milioni di persone. Lo studio ha inteso correlare fra loro gli spostamenti dei cittadini mediante autovettura privata ed i costi per le cure sanitarie legati all’inquinamento da traffico prodotto nell’intera area.
Quindi, il team del professore ha implementato un modello matematico che descrive la variazione dei risultati relativi all’inquinamento in dipendenza del regime tariffario applicato alle varie zone in cui viene suddivisa l’area metropolitana, sulla base di regioni concentriche. Uno studio molto accurato ed approfondito, che ha tenuto conto anche della direzione del vento, restituendo il livello delle diverse sostanze inquinanti in tutta l’area interessata dallo studio a seconda della variazione delle condizioni al contorno.
Una giornata che non soltanto ha fornito i prestigiosi risultati di anni di ricerca, ma ha anche suggerito gli spunti per la prosecuzione di queste attività, con l’obiettivo di fornire alle amministrazioni pubbliche gli strumenti più efficaci per governare il complesso sistema della mobilità urbana.