ISCHIA ED I PREGIUDIZI DELLA STAMPA SUL SUD. IL FACILE ALIBI DELL’ABUSIVISMO PER NON FARE NULLA
Ricordate le alluvioni del luglio 2021 in Germania? Morti (58) e distruzione sparsi in una delle regioni più belle ed urbanisticamente ordinate d’Europa. Nessuno, ovviamente disse che la colpa fosse degli abusivi.
Più recentemente un fenomeno simile si è verificato nelle Marche, e precisamente dalle parti di Senigallia: si contarono 13 morti. Nessuno, ovviamente, parlò di abusivismo.
A Ischia, pochi giorni fa, si è verificato uno dei fenomeni di dissesto più gravi degli ultimi anni, con 8 morti ed ancora quattro dispersi, ad oggi, da recuperare; oltre 280 gli sfollati. Tutti, ma proprio tutti, hanno dato la colpa all’abusivismo edilizio.
Sia chiaro: l’abusivismo è una piaga da combattere, ed al sud assume sicuramente connotati più marcati che altrove. Lo diciamo a favore delle “anime belle” che trincerandosi dietro un perbenismo di facciata, consentono da sempre, a chi dovrebbe evitare certe tragedia, di non fare nulla.
Ma, ci chiediamo: come si fa a dire che la colata di fango di Casamicciola sia stata causata dall’abusivismo, senza neanche sapere quali sono i meccanismi che l’hanno causata? Senza neanche sapere se le case travolte siano, o siano state, abusive? Ce lo chiediamo nella certezza che la frana, o la colata di fango, non sceglie tra le case che travolge, distinguendo tra abusive e regolari, e salvando queste ultime. Distrugge tutto e basta.
Certo, è molto probabile, anzi quasi certo che qualcuna delle case travolte sia stata realizzata abusivamente. Ma questo dubbio potrebbe venirci anche per le Marche e persino (perchè no?) per la civilissima Germania. Ma solo al sud, come è avvenuto per la Calabria (ricordate Soverato?) o per la Sicilia (Giampilieri) e oggi per Ischia, il legittimo sospetto diventa automaticamente certezza. Tale da suscitare scandalo e sdegno su tutte le colonne dei giornali, su tutti i TG in televisione e su tutti i siti web. Sentenza senza appello.
Eppure chi conosce il mondo e lo guarda senza paraocchi, sa benissimo che al sud, come al nord Italia come un pò ovunque nel mondo, esistono migliaia di centri abitati abbarbicati su colline pericolosamente acclivi o alla base di costoni rocciosi visibilmente instabili. Pronti ad essere travolti da scivolamenti, crolli e colate di fango. Soprattutto se nessuno interviene per evitare questi fenomeni.
Chi scrive, che a Giampilieri c’è stato, ebbe modo di verificare che sul costone interessato da quel fenomeno di dissesto (una colata di fango del tutto simile a quella di Ischia) nessuna delle case travolte fosse abusiva. Per il semplice fatto che l’età di quei fabbricati, realizzati anteriormente a tutte le leggi di tutela paesaggistica oggi in vigore, rendeva tecnicamente impossibile l’abuso edilizio. Eppure non ci si fece scrupolo, in quell’occasione come per Ischia, a dare la colpa all’abusivismo e, in sostanza agli abusivi. Ovvero agli stessi abitanti dei luoghi, alle stesse trentasette vittime.
Troppo comodo ed utile per chi non vuole focalizzarsi sul vero problema che, soprattutto al sud, viene ignorato: la mancata cura del territorio. Non sia mai che finalmente, nella parte più fragile e sfortunata d’Italia, si metta mano ad investimenti seri, che salvaguardino il bene comune e diano lavoro a migliaia di imprese alla fame. Più semplice, invece, delegittimare quel bene comune, associandolo frettolosamente alla categoria dell’illegalità.
Per lasciare inascoltati anche gli appelli più disperati di quei tanti che hanno capito, ma non hanno voce: la TV dà spazio a geologi non iscritti all’Albo, dal grande appeal televisivo, non certo ai sindaci che invocano l’intervento del Governo: come è successo dell’ex sindaco di Casamicciola, che aveva presagito tutto ed aveva inviato alle Autorità competenti la bellezza di 23 mail. Rimaste tutte senza risposta. Anzi, la risposta era già pronta: colpa degli abusivi, dei cittadini. Colpa delle vittime.
Ma la verità, come sappiamo, prima o poi viene a galla: proprio mentre scriviamo, viene reso pubblico che la zona interessata dalla frana non era sottoposta ad alcun vincolo idrogeologico. E che almeno una parte delle abitazioni travolte era dotata di regolare licenza edilizia. Altre abitazioni, interessate da abusi, erano comunque condonabili, proprio in virtù dell’assenza di qualsiasi vincolo di inedificabilità. Come volevasi dimostrare.. Ne daranno notizia le “anime belle” dei TG e dei giornali?