L’ACCESSO FERROVIARIO A CEFALU’ SI PRESENTA ABBANDONATO E POCO AGEVOLE PER I VIAGGIATORI. NELL’ETERNA ATTESA DEL RADDOPPIO…
di Massimo Puleo
La città di Cefalù vive una situazione molto particolare per quanto riguarda il proprio “approdo ferroviario”. Dopo infinite – e ancora non del tutto sopite – polemiche tra i fautori dello spostamento della stazione in Contrada Ogliastrillo (a distanza di circa 5 km dal centro città, stile Milazzo) e quanti invece sono d’accordo con la soluzione scelta da Fs di spostarla di qualche centinaio di metri a monte (ma dentro la collina), si vive una situazione di rassegnata attesa, legata al difficoltoso progresso dei lavori del raddoppio ferroviario Ogliastrillo – Castelbuono.
Ne risente la condizione della stazione esistente, ormai inadeguata. Tre binari, ma con marciapiedi insufficienti sia in lunghezza che in larghezza. Nessun sottopassaggio né pensilina per quanto riguarda i due binari più distanti dall’edificio ferroviario. Altezza dei marciapiedi ormai non adeguata ai nuovi standard. La chicca horror è che da oltre una dozzina di anni, per motivi inspiegabili, una delle stazioni più trafficate della Sicilia è priva di biglietteria. O, meglio, i locali sono ancora lì, ma Fs – con decisione cervellotica e da censurare dei dirigenti dell’epoca – volle chiuderla a tutti i costi, a mo’ di sfregio alla Perla del Tirreno.
Dalle foto si vede che adesso quei locali sono dediti all’accoglienza turistica da parte del Comune. Nella lunga estate siciliana molto spesso la stazioncina cefaludese è luogo di ritrovo di personale Fs con macchinette emettitrici portatili per dare manforte ai due distributori automatici presenti e al bar, che non ce la fanno a dare anche le informazioni e ad esaudire le variegate richieste dei viaggiatori di tutto il mondo che la riempiono. Una biglietteria presenziata da personale dedicato sarebbe ancora oggi, più che necessaria.
Anche in questo periodo di transizione, tra quello che è adesso e quello che verrà – forse – tra qualche anno con la nuova stazione che è ancora un enorme punto interrogativo tra le nebbie della confusione di decisori tecnici e politici non proprio lucidi.