ALTRO PROBLEMA PER LA GALLERIA “CEFALU'”, SPROFONDAMENTO IN CONTRADA VALLONE DI FALCO
Sembra non avere pace questo cantiere. Dopo il dissesto della Strada statale 113 di cui vi abbiamo informato e la morte di un operaio a luglio nel cantiere di contrada Ogliastrillo, altro stop ai lavori.
Da qualche giorno, infatti, l’avanzamento della talpa, pari a 600 metri circa ai primi di agosto, si è arrestato. Ciò è dovuto ad uno sprofondamento del terreno, di cui dà notizia il “Giornale di Sicilia” dell’8 settembre scorso: una voragine “larga un paio di metri e lunga non più di dieci” che ha letteralmente inghiottito una cisterna e danneggiato un manufatto adiacente.
Poco è dato sapere di più preciso, anche se la zona è individuabile nella cartina che alleghiamo, con buona approssimazione, considerando la pausa estiva e l’avanzamento medio della “talpa”, che poi sarebbe una Tunnel Boring Machine a pressione di terra.
Ancora meno è stato detto sulle cause. Potrebbe essere successo, visti i bassi ricoprimenti, (ovvero la poca profondità della galleria rispetto alla superficie) che per qualche motivo il fronte di scavo non abbia tenuto. Si tratta, infatti, della parte più vulnerabile della galleria in fase di costruzione, dal momento che il rivestimento definitivo, che sostiene i contorni del tunnel, viene posto in opera praticamente a ridosso di esso.
Il fronte, invece, viene sostenuto dalla pressione che viene conferita alla cosiddetta “camera di scavo” dalla macchina stessa, grazie alla spinta di poderosi martinetti idraulici, e può cedere soltanto se viene meno tale pressione. In tal senso, è curioso che il dissesto si sia verificato proprio in corrispondenza di una cisterna: se si tratta, come sembra, di una struttura sotterranea, la sua presenza avrebbe ridotto il ricoprimento e, quindi, la contropressione data dalle spinte delle terre.
In mancanza di un equilibrio interno-esterno il terreno coinvolto potrebbe anche mettersi in movimento, ma effetti di questo tipo si hanno soltanto per ricoprimenti veramente molto bassi. Oppure, per la presenza di un pozzo (collegato alla cisterna?) che, mettendo in comunicazione la camera di scavo con l’esterno, causerebbe l’istantanea decompressione della stessa: è un pericolo che si può correre, quando si scava vicino la superficie ed in terreni poco coerenti. Ma in genere i pozzi sono facilmente individuabili lungo il percorso, essendo strutture sottoposte ad autorizzazione del Genio Civile. A meno che non siano abusivi.
Ma siamo nel campo delle illazioni e non ci spingiamo oltre. I lavori, intanto, sono stati sospesi per gli opportuni accertamenti. Ci auguriamo che l’inconveniente venga presto risolto, e non si diffondano allarmismi ingiustificati: come ha dichiarato l’impresa esecutrice Toto al “Giornale di Sicilia” i lavori che si stanno effettuando non sono una novità, e la tecnica mette a disposizione dell’impresa esecutrice tutti gli strumenti necessari per risolvere eventuali problemi.
Nella speranza, aggiungiamo noi, che questi problemi non si verifichino troppo spesso. Il raddoppio ferroviario attende da troppi decenni, e non sarebbe proprio il caso di accumulare ulteriori ritardi; nè, tanto meno, causare danni a terzi. Appare già praticamente impossibile che si rispetti la data fissata per l’ultimazione dei lavori: il 2024.
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VIDEO cantiere Palermo-Messina