Questa tabella, che invitiamo a leggere con attenzione, mostra una realtà chiara ed incontrovertibile. I numeri, come sappiamo, non hanno colore, non hanno partito politico, non appartengono nè alla maggioranza nè all’opposizione. Per la cronaca, la tabella è allegata alla risposta ad una interrogazione della consigliera Giulia Argiroffi per il gruppo consiliare Oso del 26 agosto scorso.
E la legge dei numeri condanna senza appello AMAT, inchiodandola alle sue responsabilità. Sapendo che oltre un quarto dei bus rimane in autorimessa, con punte del 30% nell’intero periodo 18-26 agosto scorso, ci sarebbe poco da aggiungere. Ma purtroppo, non è così: sembra infatti, da “rumors” che ci sono arrivati, che 50 autisti lavorino ogni giorno solo la mattina. Pertanto, ogni pomeriggio, il già basso numero di bus diminuisce ancora fino a sole 70 unità circolanti. Ciò spiegherebbe, se fosse confermato, la riduzione delle frequenze dei mezzi ogni pomeriggio.
A cosa sarebbe dovuta questa anomalia? La spiegazione che si vocifera è tutta da verificare, ma sembra proprio che un accordo sindacale del 2016, preveda che l’orario di lavoro dell’operatore di esercizio (autista) dell’Amat passi da ore 6,30 a ore 7,48, quindi se prima per fare le 39 ore settimanali servivano 6 giorni di lavoro e uno di riposo, da allora le giornate di lavoro settimanale sono diventate 5 e due di riposo. Sempre nello stesso accordo sindacale, si stabiliva che, se un lavoratore voleva lavorare nel giorno di riposo aggiuntivo, veniva retribuito come in straordinario.
Sarebbe così che ogni giorno circa 50 operatori di esercizio lavorano in regime di straordinario, quindi con un costo comprensivo degli oneri riflessi che ci viene riferito in € 160,00 cadauno, che moltiplicato per 50 unità, ammontano a € 8.000, i quali moltiplicati per 30 giorni al mese, diventano € 240.000 mensili.
Inoltre, l’operatore che va a lavorare nel suo giorno di riposo, ovviamente preferisce lavorare nel turno di mattina. Ciò comporta che la mattina escono dall’autoparco circa 125 bus (già ben al di sotto del piano di esercizio programmato che ne prevede 170), ma alle ore 13:30 una parte di essi rientra in rimessa, lasciando la 5° città d’Italia con soltanto 70 bus in circolazione.
Si tratta di un quadro a dir poco sconfortante, se si pensa che in una città di un milione di abitanti, anche se fossero presenti tutti i bus programmati, 170 unità sarebbero comunque troppo poche. Basti pensare che nel 2018 in una città come Bolzano, i bus in circolazione quotidianamente erano in media 97, ma a servizio di un numero di abitanti pari ad 1/7 di quelli di Palermo.
Ma AMAT, come forse non tutti sanno, si occupa anche di controllo della sosta. Non ci crederete, ma su decine di migliaia di veicoli in tutta la città, tra il 24 ed il 30 agosto erano impegnati in questa attività la bellezza di 10 ausiliari del traffico, ma solo sommando quelli in servizio tra mattina e pomeriggio. Nel senso che la mattina erano in 6 (orario 7:15-14:10), al pomeriggio soltanto in 4 (15:40-20:00).
Andava meglio però a Mondello, dove si poteva contare sulla presenza di 6 addetti, mattina e pomeriggio. Mediamente, più che in città, ma su un territorio enormemente più piccolo. Meno fortunata la borgata di Sferracavallo, con soli 2 addetti.
Questi dati, incredibili ma ufficialissimi, provengono da AMAT, sempre in risposta alla stessa interrogazione di Giulia Argiroffi che abbiamo citato sopra.