MENTRE SI INSTALLANO LE NECESSARIE APPAARECCHIATURE, GIA’ IN AZIONE LE MACCHINE PER LO SCAVO SOTTO VICOLO BERNAVA – VI SPIEGHIAMO COSA SUCCEDERA’
Grazie all’inossidabile Ninni, possiamo mostrarvi le foto dei lavori in corso dentro il cantiere di vicolo Bernava, dove sono in corso i lavori per il completamento della galleria dispari (direzione P. Raisi) tra Orleans e Notarbartolo.
Interessante vedere che, al termine delle complesse operazioni di bonifica da eventuali residuati bellici, si è provveduto al montaggio dei primi sistemi impiantistici per la esecuzione dei lavori.
Nelle foto notiamo due particolari: un silos per lo stoccaggio dei materiali da utilizzare nello scavo. Durante la lavorazione occorrerà utilizzare delle miscele bentonitiche, ovvero fanghi ad alta densità in grado di sorreggere con la loro spinta le pareti dello scavo in fase di esecuzione.
Da parte opposta, osserviamo la benna che eseguirà questo tipo di scavo in “prova”: si esegue uno scavo preliminare (campo prova) per verificare il funzionamento della macchina e l’efficacia dello scavo ottenuto.
Ricordiamo che per realizzare la galleria occorrerà scavare una trincea lunga circa 54 metri, profonda circa 30 e larga circa 9 m. Il corpo della galleria sarà realizzato in fondo a questa trincea, a sua volta scavata entro due muraglioni in cemento armato, o “diaframmi“. Per un adeguato ammorsamento nel terreno, i diaframmi raggiungeranno la profondità di 44 m.
Ma come si realizzano questi “diaframmi”? Essi vengono gettati dentro il terreno a tratti di lunghezza variabile, in genere intorno a 2-2,5 metri, denominati “setti“; gli spessori sono generalmente variabili tra i 60 cm ed i 120 cm e ogni setto realizzato ha una larghezza di circa 2,50 mm.
Prima dell’esecuzione dei diaframmi è necessario eseguire cordoli guida in cls gettati direttamente contro terra; tali cordoli hanno la funzione sia di garantire la verticalità del setto e lo sviluppo lineare della paratia, sia per esigenze tecnologiche connesse all’impiego e recupero dei fanghi bentonitici.
Il mezzo utilizzato per la parte iniziale dello scavo di ogni setto è una benna mordente tipo Casagrande montata su escavatore, come quella che abbiamo visto nella foto precedente. Eseguito il “pre-scavo”, ovvero la prima parte dello scavo con la benna mordente, si prosegue con l’ausilio di un altro tipo di attrezzatura, la “fresa idraulica” o idrofresa, che è dotata di teste rotanti munite di utensili taglienti, in grado di disgregare i terreni più consistenti. Può essere munita sia di aste telescopiche o sospesa a fune, dove l’approfondimento è garantito dal peso dell’utensile.
Durante l’esecuzione dello scavo, esso viene riempito con i fanghi bentonitici che saranno stoccati nei silos che vediamo in corso di installazione nelle foto. La pressione dei fanghi è tale da sostenere le pareti dello scavo immediatamente dopo l’asportazione del terreno.
Molto importante, in fase di scavo è il controllo della verticalità dei setti. E’ uno dei motivi per cui, in fase progettuale, è stato scelto questo approccio anzichè quello dei pali secanti, utilizzato per altri scavi simili nel passante ferroviario. Un altro motivo è la migliore garanzia della continuità idraulica, aspetto critico in presenza di terreni di scarse caratteristiche geotecniche e molto condizionati dal livello della falda.
Di seguito, alcuni schemi che riportiamo dal sito della Trevi s.p.a. e lo schema planimetrico ed in sezione delle opere da realizzare.
Di seguito, le immagini del nostro Ninni, che ci mostrano i movimenti in cantiere.
Per altri particolari sulle opere, potete consultare un nostro PRECEDENTE ARTICOLO.