UN TRAM “PRENDERE O LASCIARE” CHE SAPEVA TANTO DI RICATTO SI CELAVA DIETRO L’APPROVAZIONE DEL PIANO TRIENNALE. LA BOCCIATURA, FRUTTO AMARO DI UNA GESTIONE SCRITERIATA
In una città normale, con amministratori ragionevoli, non sarebbe stato così difficile trovare un accordo: approvare il Piano Triennale senza tram. O, quanto meno, senza la linea A, tanto discussa quanto discutibile. Alla fine
ci si è comunque arrivati, nonostante le sceneggiate, le grida, gli attacchi personali ed il terrorismo mediatico.
Tutto questo dopo aver assistito per settimane ad un ricatto orrendo, basato su una tesi infondata: quella che voleva addossare all’attuale maggioranza, che potremmo definire “anti-tram”, la responsabilità di voler far perdere alla città un sacco di soldi. Addirittura 800 milioni di Euro, in caso di mancata approvazione del Piano Triennale OO. PP. per poi consentire l’appalto dei lavori entro il corrente anno!
Chiunque abbia un minimo di conoscenza della materia sa che non è così. Semplicemente folle pensare che in assenza di un progetto definitivo si possa arrivare all’indizione della gara di appalto dell’opera entro il prossimo 31 dicembre: tra 37 giorni. Chi lo ha detto, anche sugli scranni di Palazzo delle Aquile, o è totalmente digiuno della materia “amministrazione pubblica” o è in malafede. Eppure su questa fake news parecchi consiglieri comunali si sono prestati ad inaudite sceneggiate, perdendo, politicamente, la faccia.
Peraltro, da quanto è emerso nella discussione dei giorni scorsi, il progetto definitivo del “Sistema Tram” linee A-B-C- E1 è ben lontano dall’approvazione, che dovrebbe avvenire mediante la validazione di un ente allo scopo appositamente incaricato. Il quale, a quanto sembra, ha rilevato non pochi problemi sugli elaborati che ha esaminato, con pesanti prescrizioni a cui occorre ottemperare prima di poter procedere all’approvazione del progetto. Ciò che conferma in pieno tutte le perplessità del Consiglio Superiore dei LL.PP. (poteva essere altrimenti?).
Le abbiamo riportate nel nostro articolo di questa estate che vi riproponiamo a questo link. Chi ha pazienza, potrà comprendere che i ritardi nell’approvazione dell’elaborato, con conseguente, eventuale perdita dei finanziamenti, a tutti possono essere addebitati ma non ai consiglieri comunali dell’attuale maggioranza. Che poi, a ben vedere, hanno esercitato legittimamente la loro funzione, nel pieno rispetto della democrazia rappresentativa, alla cui base c’è il consenso, ma anche il dissenso.
Con buona pace degli occupatori di Palazzo delle Aquile, che forse dovrebbero ricordarsi di avere affiancato (alcuni palesemente, altri camuffati da opposizione) l’attuale amministrazione, condividendone i tanti fallimenti. Non stiamo ad elencarli, perchè chi ci legge li conosce benissimo, anche se non vive a Palermo.
E’ comprensibile che li ignori, invece, qualche tifoso del tram, accecato dalla passione per il mezzo o da chissà quali ragioni. Non è consentito, invece, che diventi una questione di vita o di morte da parte di chi deve governare la città.
Stendiamo, un velo pietoso sugli appelli pubblici che abbiamo letto, da parte di associazioni di amanti della mobilità o, addirittura, di fermodellisti. Costoro, con la scusa di sostenere il sistema tranviario, si sono sentiti in dovere di intervenire pubblicamente in una discussione squisitamente politica. Le loro tesi risibili, con tanto di termini offensivi rivolti gratuitamente al consiglio comunale, non meritano alcun commento. Ed hanno consegnato ai loro interpreti una figuraccia che li fa entrare, a pieno diritto, nella storia. Quella dei disastri.
Nonostante l’occupazione della sala consiliare (sicuramente degna di miglior causa) da parte dei consiglieri comunali più vicini all’amministrazione, fra i quali abbiamo trovato (per noi senza sorpresa) i cinque stelle sempre più in stato confusionale, l’Amministrazione comunale incassa quindi
l’ennesima sconfitta: oggi è passato, come era nella logica delle cose (lo scrivevamo proprio ieri) l’emendamento proposto dalla nuova maggioranza, in particolare promosso da
Giulia Argiroffi (qui la nostra conversazione video con lei) che di fatto cancella la linea A dal “Sistema tram” dal Piano triennale; e, quindi, dal progetto della rete. Si tratta, per intenderci, della linea che avrebbe collegato la Stazione centrale con villa Sofia, passando per via Roma e via Libertà.
Emendamento che passa con ben ventuno voti contro nove. Un disastro per la giunta, che meriterebbe ben altro che qualche post livoroso su facebook, indirizzato sempre ai soliti noti: i consiglieri comunali dell’opposizione, prima minoranza, divenuta oggi maggioranza schiacciante. Per colpa di chi?
Una svolta epocale ed un duro colpo all’elefantico sistema di trasporto su ferro, che abbiamo più volte definito sproporzionato ed inadatto alle esigenze della città, almeno per ciò che riguarda alcune linee (soprattutto la A). Alla faccia di chi additava a “nemici della città” chiunque tentasse di esprimere il proprio dissenso e dell’associazionismo interessato, ad un tanto al mese.Forse, per tornare a quanto asserivamo all’inizio, un pò di buon senso avrebbe evitato tutto questo. Il confronto, innanzitutto, che non c’è mai veramente stato. Nè con la città, nè con le professioni, nè con gli oppositori politici.
L’amministrazione, nella convinzione manichea di essere sempre e comunque nel Giusto (ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale…) è andata dritta come un treno, anzi, come un tram. Non si è allarmata neanche dopo la bocciatura, 11 mesi or sono, del mutuo da contrarre, che avrebbe consentito di coprire “opere accessorie” con alcune spese aggiuntive che tali non ci sono sembrate.
In genere non lo sono le spese per la sistemazione di svincoli in cui si insinua, come un’anguilla, una linea tranviaria; non lo sono le spese per spostare i sottoservizi, che, normalmente, si trovano nelle “somme a disposizione” dei progetti; non lo sono gli adeguamenti dei quadri di controllo, dato che l’allargamento della rete non ne può prescindere.
“Sviste” che lasciano perplessi, e che avevano già spinto lo scorso mese di febbraio decine di professionisti, in una nota accorata, a chiedere la revisione del progetto. A partire, guarda caso, proprio dalla linea A. Risposta? Poco più che uno sberleffo (QUI L’articolo relativo).
In agosto, poi, l’allarmante parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Ente che, in questo campo, conta un pò di più della bocciofila di Ballarò. Eppure venne annunciato come “favorevole”, pur riportando almeno una decina di rilievi non da poco: lo abbiamo esaminato in piena estate (qui l’articolo dettagliato), mettendoci, lo confessiamo, le mani nei capelli. Qualcuno, più coinvolto di noi, avrebbe dovuto strapparseli, invece no: tutto va bene, madama la marchesa.
Avanti con il “Sistema tram” come se niente fosse, ed eccoci al dunque, ovvero al voto sul Piano Triennale da parte di un Consiglio Comunale ormai frequentato da ben pochi “yes men” dell’amministrazione Orlando. Non prima di aver ricevuto, proprio questo mese un’altra sonora bocciatura, quella dell’ente validatore, incaricato di verificare che nel progetto ci sono tutti gli elementi per renderlo conforme alla normativa e pronto per l’appalto. Macchè: stessi rilievi avanzati dal Consiglio sup.re dei LL.PP., forse di più, come se non fossero passati altri 5 mesi in cui qualche “aggiustatina” al progetto definitivo poteva pur essere data.
Quindi un finale annunciato, figlio non di 21 (diconsi ventuno) sconsiderati nemici della città, ma di una gestione a dir poco scellerata di tutto il progetto di estensione della rete tranviaria. Una storia che non riguarda gli ultimi mesi, e neanche gli ultimi anni, ma che risale, almeno, alla metà degli anni 90. Fatta di veti (alla metropolitana innanzitutto) e di scelte trasportisticamente discutibili, ma anche di attacchi immotivati a chi si è opposto al disegno tram-centrico di amministratori che non hanno voluto vedere altro: neanche quando si trattava di ponti impraticabili o di bare insepolte. O degli allagamenti, puntuali dopo ogni pioggerella e non ogni 200 anni come qualcuno ha avuto pure il coraggio di sostenere.
Non sono mancati, ovviamente, anche gli attacchi personali, giunti persino a chi scrive. Il quale, va ricordato, sui trasporti pubblici a Palermo eseguiva ricerche ben prima che nascesse il “Sistema Tram”, con rilievi e studi che risalgono al lontano 1993, ovvero ai tempi della tesi di laurea. Lavori giovanili non certo ispirati da appartenenze o coinvolgimenti ideologici ma, casomai, da modelli di calcolo ed algoritmi che, notoriamente, sono esenti da militanza politica. Un requisito del quale faccio anche il sottoscritto fa volentieri a meno.
Altri, abituati a baciar pantofole, non possono dire altrettanto, ed oggi condividono meritatamente il disastro a cui hanno contribuito, cercando di orientare l’opinione pubblica, senza riuscirci. Spesso propalando ridicole bufale: come quella, memorabile, della Unione Europea che finanziava solo tram. Quindi, inutile parlare di metropolitana a Palermo…
Tutto questo ci consegna oggi, anno del Signore 2021, una città stanca e nervosa, ai primissimi posti nelle classifiche mondiali del traffico, con un Azienda di trasporto pubblico sempre più indebitata ed incapace persino di gestire l’assunzione di nuovi, preziosissimi, autisti; che mette 100 bus mediamente per strada anzichè 500.
Speriamo almeno che, con questo voto, si sia data finalmente una svolta a questo andazzo. e che si apra, finalmente, una fase di seria riflessione sulla mobilità palermitana e di vero confronto su basi tecniche e non ideologiche. Di tifo da stadio, accuse e criminalizzazioni del dissenso ne abbiamo abbastanza, nell’anno del Signore 2021.