ATTENTI AI CICLISTI! IL SURREALE CARTELLO INVENTATO DAL COMUNE. A QUANDO INTERVENTI E CONTROLLI?
I ciclisti come dei pericolosi invasori: è questa forse l’idea che hanno al Comune degli utenti delle biciclette? Sembrerebbe di si, a giudicare dal surreale cartello che da qualche tempo adorna molte strade palermitane. Eppure dovrebbe esistere un Codice della Strada a dettare i comportamenti di automobilisti, pedoni e ciclisti. Un Codice che di cartelli del genere non ne ha affatto previsti. Prevede, invece, la presenza di pubblici ufficiali atti a farle rispettare, quelle Norme.
A Palermo, essendo troppo difficile mandare un numero adeguato di Vigili Urbani per strada, si preferisce, come al solito, scaricare il problema sui cittadini, facendo affidamento sulla loro autodisciplina. Tanto, al primo sbaglio, si può sempre prenderli per panormosauri. Non prima di aver trattato una intera categoria, quella dei ciclisti, come un manipolo di intrusi.
Fin qui il nostro commento al cartello che vedete nella fotografia fattaci pervenire da un ciclista palermitano, non proprio contento delle attenzioni del Comune al tema della mobilità ciclabile. Una riflessione contenuta in un post anticipato su Facebook (nella nostra pagina “Palermo in progress”) che ha generato una marea di commenti, di cui molti piuttosto inaciditi.
In generale, il “dissenso”, che ci è sembrato subito abilmente pilotato (quasi nessuno dei criticoni era follower della pagina), è stato motivato dal non aver compreso, noi di “in progress” l’importanza capitale del segnale a tutela del ciclista. In tal senso, c’è stato anche l’intervento di un componente (che si è guardato bene dall’accettare il nostro invito ad un confronto in diretta on line…) della cosiddetta Consulta per la bicicletta.
Un apposito organismo comunale formato da 50 componenti in rappresentanza di Enti, Associazioni, Organizzazioni Sociali e Culturali, singoli cittadini e cittadine che si riunisce per tutelare i ciclisti. Il quale, secondo quanto riporta la stampa, ha condiviso l’apposizione dei cartelli, suggerito dalle associazioni ciclistiche cittadine. L’organismo, per inciso, è in attività da novembre del 2020 ed ha visto realizzare, ad esempio, la pista ciclabile via Dante-via Praga, che noi di “in progress” per primi abbiamo percorso, evidenziandone i pregi, ma anche i difetti. Senza pregiudizi, come ci è solito fare.
Le immagini del nostro reportage parlano da sole, e ve le riproponiamo volentieri, con tanto di erbacce e pericolose caditoie dentro la sede ciclabile, ricavata a margine della sede viaria che mantiene, rigorosamente, la pavimentazione preesistente, piuttosto malandata.
Allo stesso modo ci è capitato di verificare e documentare le condizioni, che non possono non dirsi pietose, delle altre piste ciclabili di Palermo. Prendiamo atto che in quasi un anno di attività della Consulta non si sia neanche accennato ad un miglioramento delle condizioni nè di queste ultime, nè della famosa “ciclopolitana”. La quale, anzi, è stata fatta passare sulla carreggiata più trafficata di viale Campania.
Il perchè, come ci è stato spiegato, è presto detto: occorreva salvaguardare un mercatino rionale che si tiene una volta la settimana (sic!) ma praticamente intoccabile, come tutti quelli cittadini, per motivazioni di natura politica. Tanto intoccabile da non tollerare neanche una pista ciclabile a fianco. Infischiandosene della Consulta.
Su queste solide basi abbiamo puntualmente risposto ai commenti critici su Facebook, ribadendo che il cartello in oggetto, per quanto ci riguarda, non è altro che una “foglia di fico” il cui scopo è coprire le manchevolezze di un Comune che ha ben poco riguardo, nei fatti (chiari e documentati), verso i ciclisti. Mentre a parole, ed a cartelli, si prodiga per essi.
In questo caso a farne le spese sono proprio gli utenti delle due ruote (tanto cari, a parole, ai criticoni), che continueranno a fare zig-zag fra le radici degli alberi, sobbalzare sulle buche, essere continuamente ostacolati dalle automobili. Guidate spesso da indisciplinati cronici che, ormai avvezzi alla totale assenza di controlli e sanzioni, non cambieranno certo il loro modo di guidare per via di qualche cartello.
Peccato che molti neo-lettori (sempre benvenuti, anche se pilotati) della nostra pagina Facebook non abbiano colto il significato della critica. Non comprendendo che il problema va ben al di là del cartello e del nostro giudizio su di esso, ma riguarda la modalità di porsi di fronte ai problemi di questa città; dove si cerca continuamente di spacciare interventi del tutto ordinari, se non banali, per soluzioni definitive. E, cosa ben più grave, si evita sistematicamente di affrontarli grazie al consenso, se non l’accondiscendenza, di chi dovrebbe pretendere di più.
Per questo suggeriamo pacatamente ai membri della Consulta ed alle varie associazioni ciclistiche di imparare a non accontentarsi dei pannicelli caldi. Il ruolo che hanno liberamente scelto, di cui abbiamo il massimo rispetto, non è quello di applaudire entusiasti all’apposizione di qualche cartello. Ma di migliorare realmente, nei fatti, le condizioni della mobilità ciclistica; in tal senso i risultati ottenuti sono, finora, piuttosto deludenti.