L’INCENDIO DI FONTANAROSSA PRIVA LA SICILIA DEL SUO PRINCIPALE AEROPORTO PER NUMERO PASSEGGERI. MA E’ DIFFICILE SPOSTARLI VERSO GLI ALTRI SCALI: PAGHIAMO A CARO PREZZO LA CHIUSURA DELLA PALERMO-CATANIA.
L’incendio di stanotte nell’area arrivi, dalle origini ancora non accertate, ha messo KO l’aeroporto di Catania Fontanarossa. Il principale scalo siciliano per passeggeri transitati (10.099.441 nel 2022) resta così inutilizzabile almeno fino a mercoledì 19 luglio, alle ore 14:00 quando secondo l’ente gestore SAC dovrebbe ricominciare a funzionare pienamente.
L’azienda si è intanto attivata per garantire i collegamenti straordinari con gli aeroporti di Palermo, Trapani e Comiso, e la Regione Siciliana ha attivato il tavolo di coordinamento per garantire che i voli sospesi siano riprotetti in questi scali .
«La Regione, in raccordo con la Sac, la società di gestione dell’aeroporto di Catania, ha attivato un tavolo di coordinamento con Trenitalia, Ast e con le principali associazioni di categoria delle aziende di trasporto pubblico extraurbano – dice l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Alessandro Aricò -. Così cerchiamo di rispondere tempestivamente alle esigenze dei cittadini e dei turisti, riducendo il disagio che in queste ore e nei prossimi giorni sono costretti ad affrontare»
Allo scopo, la Regione fa sapere che da oggi e fino al cessare dell’emergenza, saranno attivati collegamenti straordinari tra l’aeroporto di Catania e gli altri scali siciliani attraverso treni e autobus che offriranno il servizio di trasporto gratuito dei passeggeri, grazie alla disponibilità assicurata dai vari attori coinvolti.
I collegamenti difficili
Purtroppo questi collegamenti saranno complicati dalle condizioni della rete ferroviaria siciliana, ed in particolare della linea Catania-Palermo, dove sono in corso i lavori di raddoppio ferroviario. La stazione ferroviaria di Fontanarossa, che ricade proprio su questa linea, in tal senso avrebbe un ruolo fondamentale, ma non potrà essere utilizzata per trasferire in treno i passeggeri dallo scalo catanese a Palermo o Trapani. Rammentiamo infatti che la tratta Bicocca-Dittaino è stata chiusa lo scorso mese di marzo, e riaprirà soltanto nel 2025.
Non a caso, è stato necessario coinvolgere i gestori di linee bus, come abbiamo letto sopra. Che dovrebbero portare i passeggeri trasferiti da Catania a Dittaino, nel cuore della Sicilia, per trasferirli in treno. Non è chiaro, poi, se il raggiungimento del Falcone-Borsellino avverrebbe senza cambio di treno, come sarebbe possibile instradando i treni direttamente sul Passante. Per Birgi la cosa sarebbe ancor più complessa, dato che la linea ferroviaria che passa vicino lo scalo trapanese (non ancora raccordato ad essa) non è elettrificata e compie un giro lunghissimo, via Castelvetrano, per arrivarci.
Paghiamo subito, quindi, alla prima seria difficoltà del sistema dei trasporti a servizio della Sicilia, la
leggerezza con la quale è stata chiusa al traffico una linea fondamentale per la Sicilia, per un periodo di tempo che non abbiamo difficoltà a definire spropositato. E che non ci risulta avere precedenti in lavori similari (raddoppio ferroviario) eseguiti in tutto il mondo, come avevamo rilevato
in questo articolo quando abbiamo dato la notizia nel marzo scorso.
Le bizze delle compagnie
C’è anche il rischio di “comportamenti anomali” delle compagnie aeree, come fanno sapere dalla Regione. Infatti, l’assessore Aricò ha già allertato l’Osservatorio regionale per il trasporto aereo – recentemente costituito su iniziativa del presidente della Regione Renato Schifani – con il compito di vigilare sulla regolarità delle iniziative dei vettori.
Non è rassicurante che persino in situazioni così emergenziali, ci si debba preoccupare delle possibili speculazioni delle compagnie aeree. Ancora una volta, nonostante le pesanti prese di posizione, con tanto di
denunce all’antitrust ed alla magistratura, emerge in tutta la sua drammaticità un fatto certo:
la Sicilia è ostaggio di pochi soggetti, che fanno il bello ed il cattivo tempo nel delicato compito di collegarla al continente.
E ancora c’è qualcuno che ha il coraggio di asserire che il Ponte sullo Stretto non serve a niente….