LA VERGOGNA DELLA SCUOLA FRANCHETTI, A PALERMO. DIRITTO ALLO STUDIO CALPESTATO. ABBIAMO SENTITO GIULIA ARGIROFFI (OSO)
Un disagio immane per 450 famiglie che, a causa di lavori di manutenzione straordinaria della Scuola secondaria di 1° grado “Raimondo Franchetti” di viale Amedeo d’Aosta, programmati dal 2015, si sono sentite dire che i loro figli, per usufruire del sacrosanto diritto allo studio, dovranno spostarsi in una scuola di Falsomiele, il “Pirandello” quartiere raggiungibile in 45/60 minuti in auto.
Uno spostamento che ha tutto il sapore di una deportazione, in barba a diritti acquisiti da secoli. Ci domandiamo se non ci fossero strutture più vicine da raggiungere, magari usufruendo di mezzi messi a disposizione dall’amministrazione comunale.
Eppure, sulla vicenda si discute da mesi. Se ne sono fatti carico, oltre alle famiglie, anche alcuni consiglieri comunali, segnatamente Giulia Argiroffi di OSO che ha anche formalizzato, con almeno quattro note scritte, richieste di chiarimenti ed accesso agli atti. La finalità è quella di chiarire come mai un intervento programmato da almeno sei anni non abbia previsto una sistemazione degna di un paese civile agli studenti della scuola del quartiere Brancaccio.
La consigliera, in particolare, ha fatto presente che l’“INTERVENTO DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER L’ADEGUAMENTO ALLE NORME DI SICUREZZA, IGIENE ED AGIBILITÁ’ DEL PLESSO SCOLASTICO FRANCHETTI” era già presente sull’elenco annuale annesso al Piano Triennale OOPP 2017-2019 , a riprova del fatto che non si è mai trattato di interventi improvvisi e per i quali non fosse possibile se non doveroso (come previsto dalla normativa sui LLPP) prevedere in tempi utili delle soluzioni alternativi alla fruizione della scuola da parte di alunni e utenti in genere.
Sull’argomento, si fa anche riferimento agli impegni formalmente presi dall’assessore comunale Giovanna Marano per la ricerca di locali alternativi, durante le numerose sedute di II Commissione Consiliare svoltesi nei mesi di luglio e agosto 2020.
La stessa Marano, secondo quanto rappresentato da OSO in una nota del 28 luglio scorso, ha dichiarato che il plesso “Pirandello”, raggiungibile in 45/60 minuti in auto, non sarà servito neanche da servizio pubblico di scuolabus. Per questo motivo molte delle famiglie coinvolte hanno addirittura chiesto il trasferimento dei propri figli per l’impossibilità oggettiva di raggiungere il sito proposto.
“Il progetto dell’intervento sulla scuola Franchetti è programmato da almeno dieci anni, è esecutivo dal 2015, ed essendo inserito nell’elenco annuale dal 2017 è anche coperto da finanziamento” ci dichiara la consigliera Giulia Argiroffi, “pertanto non può essere gestito come un’emergenza, come fa l’amministrazione. Senza contare ch dovrebbe essere il RUP a garantire il mantenimento del servizio durante l’esecuzione dei lavori, o in sito o in altra sede“
Ma la Argiroffi prosegue: “L’anno scorso hanno scoperto il problema, hanno temporeggiato un anno: mentre in agosto 2020 l’assessore Marano si impegnava formalmente in seduta istituzionale di utilizzare i 12 mesi che intercorrevano dall’inizio dell’anno 2021-22 per mettere in atto tutte le strategie possibili per trovare una soluzione accettabile. Due settimane fa la notizia dell’individuazione del Pirandello come sede provvisoria, distante 45/60 munuti. Sede non servita nè da bus nè tram, e che non è scuola di prossimità. Le famiglie, infatti, non l’hanno accettata.”
Ma il comune ha provato, almeno, a cercare sedi alternative nelle vicinanze? “Loro dichiarano di avere fatto sporalluoghi per accertare l’idoneità di una serie di immobili che sono stati indicati, come alternativi, dalle famiglie.” ci racconta la Argiroffi, “ma i sopralluoghi hanno avuto esito negativo. Alla mia richiesta di visionare i verbali di sopralluogo, è venuto fuori che questi non erano stati redatti!“.
Ma quali sono state le motivazioni tecniche addotte per la bocciatura di questi locali? “ Inaccettabili: il deposito locomotive di S. Erasmo, ci è stato detto, non fosse utilizzabile per i soffitti troppo alti. Da tecnico, ho fatto presente che la risposta era del tutto insufficiente. Ma analoghe perplessità sono sorte per i locali di Padre Messina, e per il Solarium.” ci dichiara la Argiroffi.
Quindi, ci chiediamo, quale sarebbe la soluzione proposta dal Comune? “Il 29 luglio scorso la Marano ha tranquillizzato annunciando il servizio di scuolabus, precedentemente negato. Per poi scoprire che gli scuolabus a disposizione sono cinque, a fronte di una necessità di trenta, considerando anche il distanziamento causa Covid. Poi si è scoperto che questi cinque scuolabus sarebbero disponibili non soltanto per la scuola Franchetti, ma per tutta la città. Comunque, gli stessi non sarebbero ugualmente disponibili per la nota carenza di autisti a disposizione di AMAT“.
Insomma, un quadro desolante, che non vede avvicinarsi, all’orizzonte, nessuna soluzione apprezzabile. In tal senso, il gruppo OSO ha anche cercato di rendersi parte attiva, suggerendo, con l’ennesima nota scritta, di attingere a contributi disponibili da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, come emerso durante la seduta di II Commissione Consiliare di giovedì 5 agosto, per le seguenti finalità:
a) affitto di locali e spazi e relative spese di conduzione;
b) noleggio di strutture modulari temporanee a uso didattico;
c) lavori di messa in sicurezza e adattamento di spazi, ambienti e aule didattiche di edifici pubblici adibiti ad uso didattico.
Sulla vicenda è intervenuto anche l’Assessore regionale dell’ Istruzione, Roberto Lagalla, che ha inviato ben 2 note all’amministrazione comunale per sollecitare una soluzione che garantisca il diritto allo studio “sul territorio di riferimento”. In una di queste, anche da parte dell’assessorato regionale, si rappresenta la possibilità di attingere ai finanziamenti ministeriali sopra accennati per l’eventuale affitto o reperimento di nuovi locali per lo svolgimento delle attività scolastiche.
Queste, in breve, le incredibili vicende della scuola Franchetti, a un mese circa dall’inizio del nuovo anno scolastico. Riusciranno, al Comune, nell’impresa di trovare in tempo una soluzione che garantisca un sacrosanto diritto, quello allo studio, a 450 studenti palermitani?