Quando, a fine anno, tireremo le somme per valutare la cazz…. ehm, “genialata” dell’anno, non potremo che annoverare la cosiddetta “Diagonale del Sud” tra le principali pretendenti al titolo. Certo, considerando la vicenda COVID, peraltro ancora in corso, la concorrenza è ardua, sentiti i tanti pareri, rivelatisi farlocchi, di virologi di ogni tipo e di ogni partito.
Ma in questo caso si è andati persino oltre.
Nel merito trasportistico, questo progetto avveniristico quanto inedito (non ci era ancora capitato di incontrarlo in nessun atto di pianificazione infrastrutturale) non possiamo che sottolineare la peculiarità di questa trovata, in un continente che vede, da centinaia di anni, i flussi principali scorrere da e verso il centro, e non zigzagare a caso per il territorio.
La lettura dell’articolo dell’Huffpost, poi, è da vertigini, in quanto ci si perde in una marmellata di porti, università (sic!) e mari non collegati che troveranno finalmente il modo di relazionarsi; ovviamente, non potevano mancare i flussi turistici che “si fermano sostanzialmente in Campania” regione appena sfiorata dalle linee previste. Si consolida quindi la teoria del turismo come fattore trainante dei flussi trasportistici, soppiantando del tutto le vecchie, superate ed anche un pò puzzolenti merci. Roba che avrebbe fatto accapponare la pelle a qualsiasi studente di Tecnica ed Economia dei Trasporti al primo giorno di corso, ma che oggi viene declamata da tantissimi parolai del web, dotati, magari, di cattedra universitaria.
Degli abitanti del territorio, che a parte qualche sporadica gita fuori porta non sono soliti praticare turismo a casa loro, non se ne parla. Ci si ricorda di loro solo quando si afferma che le scriteriate dorsali, tirrenica ed adriatica, colpevolmente “privilegiate” dal sistema ferroviario, lasciano “isolate tantissime città, piccole e grandi, che si trovano all’interno”. Città che chi scrive ammette di non conoscere, probabilmente perchè ha studiato la geografia in testi superati almeno quanto quelli di Tecnica ed Economia dei Trasporti di una volta. Nella geografia creativa dell’estensore del pezzo, queste metropoli si accalcano l’un l’altra nello spazio compreso tra Taranto e Sibari, come tra Metaponto e Potenza.
Niente di più importante, essenziale ed improcrastinabile per il nostro sud, anche perchè la geniale Diagonale del Sud “mette a sistema” anche “i parchi archeologici e quelli naturalistici”. Evviva!
Altro che Ponte sullo Stretto, che invece di accarezzare le bellezze naturalistiche, “mettendole a sistema”, distrugge tutto ciò che gli capita a portata di ruspa, resti archeologici compresi! Non si salva neanche il mare se è vero, come affermano con granitica certezza i naturalisti ad un tanto al mese, che la sua ombra spaventa le balene, incapaci non solo di migrare lungo lo Stretto ma persino di riprodursi. Per la paura, passa loro la voglia.
I soldi? Soltanto 5-7 miliardi. Bazzecole, c’è il Recovery Found! Analisi Costi-Benefici? Non se ne parla. Quella si fa solo dove esiste già, come per il sopra citato Ponte, il quale costerebbe, a conti fatti, meno della metà. E poi, a che cosa serve? L’Italia, che una volta si fermava sullo Stretto, oggi si ferma a Sibari. Sempre meglio di quel tale che, pur camminando sulle acque, non è riuscito ad andare oltre Eboli.
Si, ne siamo convinti: candidiamo l’idea a genialata dell’anno. Vincerebbe di sicuro, se non fossimo certi che chi ci governa è capace persino di superarsi.