LA METROTRANVIA NORD conosciuta come “GRONDA NORD”

di Elvira Sini

Nei prossimi anni, Milano sarà circondata da numerose metrotranvie che avranno il vantaggio di poter transitare in corsie riservate, agevolando notevolmente i viaggiatori.

Alcuni progetti sono già partiti, tra cui quello della Metrotranvia Nord, meglio conosciuta con il nome di GRONDA NORD.

Perché “conosciuta”?

Semplicemente perché la sua realizzazione è stata oggetto di una discussione lunga almeno trent’anni. Dagli anni 80 a oggi ha cambiato nome talmente tante volte che quasi si stenta a credere che siano partiti i lavori. Il progetto non è mai stato cancellato dalle volontà delle amministrazioni che si sono susseguite alla guida di Milano, nonostante ricorsi e bocciature del piano dovuti alle valutazioni legate all’impatto ambientale.

Pensando di dirottare parte del traffico nell’area nord di Milano, si era fatta una stima di 5000 auto-tir all’ora per senso di marcia che ogni giorno sarebbero transitati in zone cittadine sempre più popolate, incrementando così l’inquinamento atmosferico e acustico di una Milano ormai sempre più orientata verso il green.

Sarebbe stato inconcepibile e assolutamente contro tendenza e ci saremmo trovati di fronte a una vera e propria superstrada cittadina, con tratti sopraelevati, altri in trincea (più bassi rispetto al piano stradale) e anche qualche breve tratto in sotterranea; uno scempio a tre corsie per senso di marcia e con svincoli di immissione in stile autostradale.

E proprio sulla base di questo progetto per molti inaccettabile e intricato, il Coordinamento dei Comitati Antigronda si è battuto da subito contro la realizzazione di una strada così disastrosa per la popolazione e il paesaggio.

Viene così interpellato lo Studio dell’architetto Antonello Boatti, professore del Politecnico di Milano, che, collaborando con i suoi studenti e in continuo contatto con i Comitati, realizza un progetto alternativo alla Gronda Nord prevedendo percorsi tranviari.

Da qui il termine “Metrotranvia Nord”, a tutti gli effetti la prima linea oggi parzialmente realizzata; per essere precisi, il nuovo tram 7, che da Precotto porta a Piazzale Lagosta, è il mezzo che dovrebbe creare il collegamento con la tangenziale nel nord milanese, cioè tra la fermata Cascina Gobba (M2) e quella di Certosa FS, intercettando in quel punto anche la linea M3.

Al momento, i lavori interessano il tratto dal capolinea ad est fino all’interno di un’area milanese ben definita e conosciuta come Quartiere Adriano, dove le fermate saranno operative entro il 2021; per la tratta verso Cascina Gobba invece si è ancora in fase di progettazione e addirittura per la rimanente parte di percorso verso ovest ancora non ci sono previsioni.

Ma quando è prevista quindi la chiusura lavori? Si ipotizza che la fatidica data verrà  segnata sul calendario dell’anno 2030!

Non resta che attendere fiduciosi.