LA DISPERATA RICERCA DI TECNICI LA DICE LUNGA SULLE CONDIZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, A PALERMO E NON SOLO
Il 27 ottobre scorso è stato pubblicato dal comune di Palermo il seguente “Avviso per la manifestazione di interesse di soggetti disponibili alla collaborazione esterna di consulenza a titolo gratuito, ex art. 5, comma 9, del D.L. 95/2012 convertito con modificazioni dalla L. n. 135/2012, in materia di Piano Urbanistico Generale Comunale da conferire a soggetti lavoratori, privati o pubblici, collocati in quiescenza” (qui il testo integrale)
Insomma, il comune è a corto di personale e si rivolge a tecnici pensionati, ma rigorosamente “a titolo gratuito” per la redazione, nientemeno, del Piano Urbanistico Generale Comunale (PGU), quello che una volta veniva chiamato Piano Regolatore Generale. In tal modo, non è necessario fare un concorso, una selezione, nulla. Tanto non bisogna cacciare fuori un euro.
Le considerazioni da fare sarebbero tante. Innanzitutto, la conferma di quanto diciamo da anni: la Pubblica Amministrazione, ormai, non è alla frutta, ma neanche al caffè: siamo all’”ammazzacaffè”.
Una piaga che non riguarda solo Palermo: la sensazione netta è che la situazione peggiora con le dimensioni dell’Amministrazione, e con il ridursi della latitudine.
Lo diciamo perché nella stessa nostra disgraziata regione, abbiamo esempi di comuni molto piccoli eppure virtuosi: il caso di Aci Bonaccorsi, vicino Catania, è in tal senso emblematico. Così come capita spesso di visitare piccoli comuni, magari dell’interno, tenuti come gioiellini. Posti in cui non si manifestano certo i monumentali problemi legati allo smaltimento dei rifiuti né l’enorme disparità tra dipendenti e residenti.
Per quanto riguarda la latitudine, sappiamo benissimo che il sud è penalizzato da sempre, anche se il discorso vale fino ad un certo punto. Roma non si trova nel profondo sud, ma le condizioni della capitale non sono mai state così critiche come negli ultimi anni, con tendenza al peggioramento. Ma neanche nell’ex “capitale morale” Milano manca il degrado, in periferia e non solo, spesso legato ad un’amministrazione pubblica una volta modello, oggi a dir poco “distratta”.
Ma, tornando a Palermo, l’avviso pubblico del sindaco la dice lunga sulla capacità operativa degli uffici comunali, soprattutto di quelli tecnici. Proprio a pochi giorni dall’apertura al pubblico dello splendido Molo trapezoidale, solo l’ultima di una lunga serie di opere realizzate negli ultimi 5 anni dall’Autorità portuale di Pasqualino Monti che hanno sottratto dal degrado il waterfront palermitano rilanciando, nel contempo, la funzionalità del Porto. Tutto realizzato proprio grazie alla dotazione di uno staff tecnico ben selezionato che conta oltre cento collaboratori, in grado di pianificare, progettare, appaltare e dirigere lavori anche molto complessi.
Nessun confronto può farsi tra le due realtà, se non mortificante per gli amministratori comunali. Quelli attuali hanno dalla loro parte l’alibi di essere al governo da poco più di un anno (pochissimo in termini amministrativi) ma questo non deve consolarli, perché il mandato ricevuto dai cittadini non è certo quello di accettare l’inerzia del passato.
Ma dall’Autorità Portuale possono imparare tanto, a partire dalla lungimiranza, che suggerirebbe ben altre metodologie di scelta dei collaboratori, soprattutto per la redazione di atti di pianificazione delicati e fondamentali come il PGU.
Ci chiediamo con quale spirito potrebbero approcciarsi tecnici non pagati (ammesso che rispondano in numero congruo all’appello) ad uno strumento urbanistico che, secondo il cronoprogramma (vedi figura), dovrebbe essere pronto nel giro di qualche mese. Un lavoro per il quale occorre una preparazione di primo livello, trattandosi comunque di una realtà urbana estesa, complessa e, nello stesso tempo, delicata come quella della quinta città d’Italia per numero di abitanti.
Capiamo che effettuare concorsi ed assumere nuovo personale non sia facile ed immediato, ma, dando per scontato che per il PGU sarà pressochè impossibile rispettare i tempi dell’improbabile cronoprogramma, speriamo che al comune stiano seriamente pensando a rimpinguare i propri uffici, possibilmente con una selezione seria e scevra da ingerenze politiche.
Pecchiamo forse di ingenuità, ma piaccia o no la qualità è l’unica strada per fare uscire la Pubblica Amministrazione dallo stallo in cui si è cacciata, a Palermo e non solo.