UN “BOTTA E RISPOSTA” CON IL PROF. ENZO SIVIERO, RETTORE DELL’UNIVERSITA’ E-CAMPUS ED ESPERTO DI PONTI A LIVELLO INTERNAZIONALE


Prof. Siviero, perché dopo aver progettato per anni un ponte a campata unica per scavalcare lo Stretto ed averlo persino appaltato, si è affermata l’idea delle tre o più campate?

Mettere in discussione del progetto del ponte a campata unica è stata una inaccettabile strumentalizzazione dei NOPONTE, ripresa dai media e da chi, pur sapendo, tace o peggio avvalla per puri interessi personali, perché l’ipotesi del ponte a tre campate non ha fondamento tecnico, ma neanche economico. Avrebbe inoltre conseguenze urbanistico-ambientali notevolissime ed un allungamento dei tempi di almeno 5 anni.

Qualcuno l’ha definita un “guastatore”….

Altro che guastatore! Ho semplicemente difeso il progetto come esito di studi e ricerche tra le più avanzate al mondo ove l’ingegno italico e le enormi risorse economiche profuse dallo Stato la fanno da padrone! Il paradosso è che chi ha avuto ruoli apicali nelle approvazioni ai vari livelli procedurali, oggi ne nega la validità. Sposando improbabili ipotesi sulla base di esempi nel mondo assolutamente non riproducibili per la situazione dello Stretto. Ma vi è di più: gli stessi organi dello Stato, dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici a RFI, Anas e Ministero che avevano approvato il progetto, ora non ne riconoscono la validità! Paradosso tutto italiano.

Eppure qualcuno ha messo in discussione persino la cantierabilità del ponte a campata unica. Ma non era già stato messo in cantiere, con lo spostamento, a Cannitello, della linea ferroviaria per far posto alla torre calabrese?

“Guardi, che il progetto fosse non solo cantierabile ma già cantierato è un dato di fatto. Allo stato è un progetto definitivo che in solo 6 mesi diverrebbe esecutivo. Il parere del Ministero dell’Ambiente è stato strumentalmente emesso solo dopo lo stop per legge, con motivazioni che non ho difficoltà a dichiarare semplicemente ridicole! Ovvero, il cosiddetto “problema degli uccelli”!

Ma siamo sicuri che il via-vai dei traghetti sullo Stretto sia meno impattante per ‘ambiente e più sicuro per i viaggiatori stessi?

Ci sono molteplici statistiche e rendiconti già pubblicati sulla moria di pesci a causa del continuo transito dei traghetti; d’altronde, è dimostrato che il Ponte ridurrebbe drasticamente l’inquinamento come ha spiegato Giovanni Mollica nel suo libro(che guarda caso è stato pressoché ignorato dai media nazionali). Lo Stretto dì Messina, che attualmente è il braccio di mare più inquinato del Mediterraneo, con il Ponte in pochi anni e con opportuni accorgimenti potrebbe diventare un’oasi naturalistica al pari dell’isola artificiale dell’Oresund dove l’attraversamento aereo si immerge in un tunnel sub alveo. Sulla sicurezza dei passeggeri nel traghettamento esiste un esposto del 3 agosto 2021 ad opera di Rete Civica per le Infrastrutture, rimasto privo di riscontro, ma del tutto fondato: basti pensare al recente incendio della Grimaldi”.

Perché, in una situazione che vede la Sicilia e la Calabria agli ultimi posti nelle classifiche europee degli indicatori del benessere, non si riprende semplicemente da dove ci si era fermati, ovvero al contratto in essere con Eurolink, oggi nelle mani di Webuild il cui AD Salini ha stimato 118.000 persone impiegate nella realizzazione dell’opera?

Le dichiarazioni di Salini sono documentate, più volte reiterate e in circolazione anche sui social con un apposito video. Quel che preoccupa è l’atteggiamento di uno Stato che procrastina di così tanti anni un’opera di miliardi che potrebbe ripartire in pochi mesi, per non prendersi la responsabilità politica di una decisione a scapito dell’interesse non solo del SUD ma dell’intero Paese, è davvero incomprensibile. Il SUD langue, il NORD arranca e perdiamo una delle poche occasioni di eseguire un’opera strategica per riportare l’Italia al centro del Mediterraneo! CUI PRODEST?

Una delle motivazioni, ribadita da Giovannini proprio ieri all’inaugurazione della nuova Nave Traghetto Iginia è che il progetto del ponte a campata unica non sarebbe più attuale. Ma secondo lei è stato tenuto nel debito conto l’approfondimento di un progetto che conta qualcosa come 8.820 elaborati?

Il livello di progettazione di quest’opera per la sua assoluta rilevanza è stato incomparabilmente superiore ad ogni altro caso nel mondo. Cito quanto tratto dal Rapporto finale di Steinman sugli “Approfondimenti di aspetti tecnici di carattere specialistico del progetto di massima del ponte sullo stretto di Messina”, presentato al Ministero dei Lavori Pubblici nel novembre 2000 come riportato nel documento della Corte dei Conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato: ‘Secondo il nostro ponderato giudizio il Ponte, come progettato dalla “Stretto di Messina Spa” sarà realizzabile ed efficiente …Il livello di sviluppo di questo progetto di massima è significativamente più avanzato di quanto comunemente avviene secondo le consuetudini internazionali e il lavoro è stato eseguito ad un altissimo livello di professionalità, utilizzando metodologie ingegneristiche aggiornate allo stato dell’arte.

Non esistono problemi progettuali fondamentali che possano impedire di procedere al progetto esecutivo. La resistenza e l’efficienza di servizio del Ponte sono state convalidate mediante confronti con gli standard progettuali e le pratiche adottate per ponti sospesi di grande luce realizzati in altre parti del mondo’. Ad affermarlo era l’Advisor indipendente “Steinman International Inc.”, un gigante dell’ingegneria mondiale, che era stato scelto, dopo una gara internazionale, dal Governo D’Alema, ‘al fine di verificare la piena fattibilità tecnica del progetto del Ponte sullo Stretto’. A chi sostiene che non esistono progetti ‘cantierabili’ o che, addirittura, bisogna ripartire da zero,  sarebbe necessaria una bella rinfrescata di memoria. Al progetto del Ponte a campata unica lavorarono nel tempo oltre 100 tra i migliori ingegneri e professionisti italiani e internazionali, 12 Istituti scientifici e universitari nazionali ed esteri, 39 società e associazioni nazionali ed estere.

Ma la soluzione a 3 campate non era stata scartata, a suo tempo?

Si, esattamente nel 1990; oggi, grazie alla Commissione istituita nell’estate 2020 dall’allora ministra De Micheli, senza motivazioni “vere” e tecnicamente attendibili, nonchè supportate da indagini e studi seri, essa viene presa in considerazione perché “presumibilmente costa meno”! In un rapporto ministeriale questa affermazione non è accettabile essendo “presumibilmente” dettata da una forzatura politica!

Non sarebbe una scelta indolore: il tracciato dell’opera sarebbe del tutto diverso, e diversamente ubicate le opere a terra, specie lato Sicilia. Il Ministro Giovannini ha detto che ciò è un bene, perché avvicina l’opera alla città di Messina. Ma è così?

Penso che il ministro Giovannini sia male informato essendo “presumibilmente” circondato da “yes men”! Il nuovo tracciato, che poi è un semplice segno grafico sulla cartina dello Stretto, intercetta un forte edificato con la necessità di notevoli espropri. Trattandosi di un corridoio europeo la vicinanza alla città è del tutto fuori luogo. In tutto il mondo è prassi usuale urbanisticamente acclarata tenersi lontano dai luoghi abitato. In effetti pochi se ne saranno accorti, dato che nella commissione ministeriale non c’erano urbanisti, ma perché oggi, arelazione pubblicata, questi ultimi tacciono? E gli abitanti di MESSINA che ne pensano? O hanno voce solamente coloro che a Ganzirri sono stati oggetto di esproprio?

Il Ministro Giovannini ha assicurato, riguardo al traghettamento dei treni, che entro l’estate potrà avvenire in “poco più di un’ora” a fronte delle due oggi necessarie, come minimo. Che ne pensa?

Che questa decisione sa di “zuccherino” per nascondere la verità! Non si vuole il Ponte! I traghetti restano, le relative società lucrano nella totale disattenzione di chi dovrebbe tutelare gli interessi dei cittadini che stanno pagando molto caro il traghettamento non solo per i costi del biglietto ma per le ore dì attesa e l’inquinamento del transito in città! Merzagora l’avrebbe definito “cache sex”

Cosa ne pensa della gara che sta predisponendo RFI per la verifica di fattibilità (l’ennesima) per l’attraversamento dello Stretto. Che tempi prevede?

Temo siano mesi! C’è dì mezzo una gara che “presumibilmente” vincerà Italferr. Poi i tempi necessari per fare gli studi seri, un anno se basta! E poi sono curiosissimo dì vederne gli esiti. Non credo che con la bacchetta magica si possano superare le obiezioni più che fondate che io stesso ho espresso qualche tempo fa e che per comodità dì lettura riporto nelle 10 ragioni del perché il ponte a tre campate sullo Stretto di Messina non può avere futuro. Gliele elenco a conclusione di questa nostra conversazione:

  1. È stato bocciato già nel 1990 e ancora oggi non vi sono elementi significativi dal punto di vista della sicurezza sotto l’aspetto Geologico, Geotecnico, Sismico, Strutturale e realizzativo per riproporlo nello Stretto di Messina;
  2. Crea problemi ambientali di portata devastante per la realizzazione delle fondazioni su quei fondali;
  3. Genera un impatto territoriale per la necessità di demolire decine di edifici e innestarsi in un tessuto urbano densamente abitato;
  4. Interferisce pesantemente con la navigazione lungo lo stretto che prevede due distinti corridoi longitudinali entro i quali si innesterebbero i piloni;
  5. Necessità di studi e ricerche molto approfonditi con un impegno economico rilevantissimo e dall’esito molto incerto;
  6. Quand’anche si potesse accertarne la validità (e i dubbi in tal senso sono molto diffusi tra gli esperti del settore) i relativi costi di costruzione salirebbero alle stelle;
  7. La fattibilità è compromessa dalle correnti di 3-5 nodi , dalle profondità da raggiungere per realizzare le basi fondali più o meno 100 m;
  8. Il progetto non esiste e si tratta di realizzarlo ex novo con tempi misurabili in anni;
  9. Le interferenze con un sistema molto urbanizzato pongono limitazioni economiche temporali e di impatto molto rilevanti;
  10. Il costo dell’insularità è stimato dalla Regione Siciliana in circa 6 mld. Ciò significa che per ogni anno perso si potrebbe realizzare il Ponte”.

 

Lei ha preso iniziative clamorose ultimamente, scrivendo ai principali protagonisti della vita politica italiana. Che risposte ha avuto?

Ho scritto lettere a Draghi, Mattarella, e più di recente, al Ministro Giovannini per evidenziare questa assurdità, tutta italiana, di un’opera che viene messa in discussione quando dovrebbe essere subito riavviata. Non ho ancora ricevuto nessuna risposta.


LINK: PONTE SULLO STRETTO, IL PARERE DEL PROF. SIVIERO