L’amministrazione comunale di Palermo ha presentato ieri il progetto definitivo dell’estensione della rete tranviaria con tre nuove linee. Grazie al filmato della conferenza stampa, che abbiamo condiviso in fondo all’articolo, possiamo avanzare alcune peculiari considerazioni.
Innanzitutto, partiamo dal problema fondamentale, per noi imprescindibile, che pone il progetto della nuova rete di mobilità fondata sul vettore tranviario: il suo rapporto con il progetto MAL (Metropolitana Automatica Leggera), da sempre preso in scarsa considerazione (è un eufemismo) dall’ Amministrazione in carica. Al minuto 1:09 del filmato, grazie ad una azzeccata domanda di Davide Guarcello, il sindaco Leoluca Orlando rappresenta tutta la propria perplessità a causa degli elevati costi aggiungendo che (testuale) “sottoterra se lo gestisce qualcun altro!”… (?). Peccato che la MAL andrebbe realizzata in Project Financing che le somme a carico pubblico, in compartecipazione, sarebbero persino inferiori a quelle previste per l’estensione tranviaria e che il gestore, per l’appunto privato, non sarebbe il Comune.
Ancor più interessante è la precisazione seguente di Giusto Catania, Assessore alla mobilità, il quale ci informa che “il progetto della MAL sarà valutato in fase di monitoraggio” e che quindi ogni valutazione sulla MAL è rinviata al 2024 “quando avremo chiari i flussi di spostamento con la realizzazione del tram” e “avremo chiaro ancora di più le esigenze della città in termini di spostamento”; allora si capirà “se la MAL servirà, non servirà, se sarà utile…” Come dire: secoli di scienza ed economia dei trasporti andati in fumo. Se, infatti, occorre realizzare un’opera (TRAM) per capire se ne serve un’altra (MAL), magari sullo stesso tracciato (ecco perchè!) chi scrive si chiede a cosa servano quei complicati algoritmi che calcolano, in tempi ben più brevi, flussi di traffico ben più complessi. Ed a costi ben più ridotti.
Chi li ha utilizzati, (chi scrive è tra questi), evidentemente non aveva capito nulla della materia. E con lui frotte di luminari che si sono ostinati, in questi ultimi due secoli, a spiegare ad ignari studenti, nelle università di tutto il mondo, che i flussi di mobilità possono essere simulati e quindi calcolati con una certa precisione. Magari superiore a quella adoperata dallo stesso assessore quando afferma che un bus elettrico può trasportare al massimo 50 persone, mentre il tram ne trasporta 250. Infatti i bus elettrici sono molto più capienti (addirittura fino a 120 posti per gli autosnodati da 18 m.) ed i tram un pò meno (186 posti, per restare a Palermo).
Insomma, tanto basta per far comprendere, a chi ancora insiste sulla disponibilità dell’Amministrazione comunale a realizzare una VERA metropolitana a Palermo, che deve perdere ogni speranza. Meglio farebbero, Orlando ed i membri della sua giunta, a dirlo chiaramente ai cittadini palermitani, invece di ricorrere ad argomentazioni come quelle sopra rammentate; oppure, come abbiamo sentito, invocare l’inserimento del progetto nella “programmazione”. Cosa che vale poco o nulla, in assenza della volontà politica: chi avesse dubbi al proposito, consulti un Piano Triennale Opere Pubbliche qualsiasi, di una amministrazione pubblica qualsiasi, ne conti i progetti e valuti quanti sono realizzabili in un triennio.
Consoliamoci con altre granitiche convinzioni dei nostri amministratori, snocciolate nella stessa occasione: come ad esempio che il tram, correndo in superficie, riqualifica le aree urbane in cui passa mentre la metropolitana, che ha la pessima abitudine di infilarsi sottoterra, no. In effetti, a Palermo, il passaggio del tram, una bella sistemazione alle strade percorse ed alle immediate vicinanze l’ha data: vedasi ad esempio il ponte sulla stazione Notarbartolo. Forse, però, non se ne sono accorti gli abitanti dello periferie, fra i quali, indisturbati, si nascondono quelli che prendono regolarmente a pietrate ogni vettura tranviaria che passa: gente che, lungi dall’essere stata “riqualificata”, prova ogni giorno a “riqualificare” a modo proprio (in peggio) il tram stesso, e magari, se non il conducente, qualche passeggero a bordo.
Ciò a riprova che i sistemi di trasporto, da soli, che siano tram, metropolitane o carrozzelle a cavalli, non riqualificano proprio nulla. Altrimenti, non sentiremmo parlare, un giorno si e l’altro pure, di quelle famose “politiche di inclusione” che occorre mettere in atto nelle periferie, a Palermo come a Roma, a Tor Bella Monaca come allo Sperone. A cui, magari, la riqualificazione dell’ambiente urbano si aggiunge; una riqualificazione che non necessita certo del tram, ma neanche della metropolitana (nonostante numerosi esempi in tal senso, che probabilmente i nostri amministratori sconoscono), per essere attuata.
A proposito di riqualificazione, concordiamo pienamente, invece, con Orlando e la sua giunta sulla necessità di togliere del tutto il traffico veicolare da strade cittadine centralissime come via Roma, pedonalizzandole integralmente. Ci chiediamo, a limite, dove dovranno passare i pedoni: se consideriamo che la sede tranviaria occupa almeno 7/8 metri di spazio, ed un altro paio se ne andrebbero per la prevista pista ciclabile, in una strada come via Roma, con carreggiata di larghezza variabile intorno agli 11 metri resterebbe i marciapiedi o qualcosa in più: un pò deludente, come pedonalizzazione. Chissà se la metropolitana, con il suo vizio di correre sottoterra, sarebbe stata più utile in tal senso…
Su strade come via Libertà concordiamo invece con chi ha espresso perplessità circa il sostanziale snaturamento dell’arteria, che sarebbe trasformata in qualcosa di ben lontano dal viale alberato sognato dai rivoluzionari del 1848. Così come ci sentiamo di dissentire dalla soluzione adottata per via Marchese di Roccaforte, pedonalizzata per “vocazione naturale” come abbiamo sentito dire. Chissà cosa ne penseranno i commercianti, che hanno la vocazione naturale a scaricare le loro mercanzie ogni giorno da mezzi su gomma, per rifornire i loro esercizi; o peggio, gli estensori del PGTU (tuttora vigente), che a pedonalizzare quest’arteria fondamentale per il traffico cittadino non pensavano neppure. D’altronde, quella di ignorare gli atti di programmazione in vigore sembra un’abitudine ben consolidata, dal momento che le linee tranviarie, almeno in parte, risultano incoerenti con il vigente PRG. Per quanto riguarda il PUMS, come sapete, non esisteva neanche all’atto della progettazione. Il Comune, che se n’è accorto in corso d’opera, ci sta lavorando… Ma di questo abbiamo già trattato e torneremo presto a riparlare delle nostre 9 osservazioni, che si aggiungono alle tante già presentate avverso questo strumento di pianificazione “in fieri”.
Bene farebbero, a questo punto, i nostri amministratori, a considerare i mezzi di trasporto pubblico per quello che effettivamente sono: strumenti per la mobilità delle persone, e non panacee di tutti i mali. Ed a fare i conti con i numeri, piuttosto che con le opinioni, peraltro opinabili. A tal proposito, per chiudere in bellezza, qualcuno dovrebbe ricordare ai nostri amministratori che di studi sui flussi di traffico ne sono stati fatti parecchi a Palermo, ed anche in tempi recenti. L’ultimo, proprio allegato al progetto preliminare della MAL (visibile qui: https://www.comune.palermo.it/js/server/uploads/grandiopere/MPA1PPGPRINRT024.pdf ) riporta una stima di circa 12.300 passeggeri/ora sul’asse fondamentale della città, dove dovrebbe snodarsi la metropolitana.
Uno studio realizzato (lo ricordiamo all’assessore Catania), senza l’ausilio di un monitoraggio quinquennale previa realizzazione di una linea tranviaria…. E che questa Amministrazione ha fatto proprio con la delibera n. 257 del 21/12/2017 con cui sanciva la presa d’atto dell’approvazione in Conferenza dei Servizi del progetto preliminare della MAL; atto propedeutico alla liquidazione della relativa parcella ai redattori del progetto. Soldi nostri, a quanto pare spesi inutilmente.