Qualche ora fa “IN PROGRESS” aveva anticipato le indiscrezioni, ora confermate. Il cantiere della galleria Sciglio è fermo da 3 settimane: le discariche rifiutano il conferimento dello “smarino” inquinato.
In un precedente articolo di poche ore fa vi avevamo informato della lentezza nello scavo della galleria a doppia canna “Sciglio” lunga 9.258 m.: la più lunga dell’intera linea nuova ferroviaria Messina-Catania a doppio binario.
Riportavamo infatti le indiscrezioni secondo le quali sarebbero stati rilevati materiali inquinanti all’interno dello smarino, vale a dire delle rocce frantmate dalla TBM durante lo scavo. Oggi la conferma, con altri particolari, poco rassicuranti.
Il materiale inquinante rilevato nelle rocce scavate, a circa 600 metri dall’imbocco della galleria nella valle del Nisi, a Nizza di Sicilia, sarebbe arsenico. Un elemento altamente inquinante che pone non pochi problemi nel conferimento a discarica, dal momento che occorrerebbe trattare lo smarino per eliminare l’inquinante prima di depositarlo nella sua sede finale. D’altronde, ci risulta che, dopo il rinvenimento dell’arsenico, le discariche individuate per il conferimento si sono rifiutate di prenderlo in consegna.
Nel frattempo, i lavori rimangono fermi, e non da oggi. Il problema, a quanto ci risulta, si è presentato circa tre settimane fa, e da allora la TBM si è fermata. Come è facile prevedere, non sarà semplice riprendere i lavori prima di averlo risolto, trovando il modo di trattare e riporre in discarica lo smarino. Occorrerà anche quantificare i volumi interessati, cosa non semplice se prima non si provvederà ad opportuni saggi e sondaggi lungo il percorso della galleria. Al proposito, potete consultare il nostro TUTORIAL VIDEO (dal minuto 2:50 in poi la galleria Sciglio) che percorre la tratta metro per metro.
La situazione ha reso necessario avvertire tutti gli Enti interessati. Lo ha fatto il presidente del Consorzio Messina-Catania Lotto Nord, l’ing. Antonino Pulejo, scrivendo ad Arpa Sicilia, Arpa Messina, Rete Ferroviaria Italiana, Italferr e per conoscenza alla prefetta, all’assessorato regionale Energia e Servizi di pubblica utilità e ai sindaci di Nizza di Sicilia e Alì Terme. Nella nota l’ingegnere spiega che «come previsto dal Piano di utilizzo delle terre (Put) sono state eseguite le verifiche analitiche necessarie per la gestione dei materiali da scavo in regime di sottoprodotto e sono stati riscontrati, per noti fenomeni di origine naturale, superamenti di concentrazioni del parametro Arsenico (As) delle concentrazioni della soglia di contaminazione rispetto alla Colonna B, della tab. 1, All. 5, Titolo V, Parte IV del D. Lgs n. 152/2006».
Come abbiamo accennato sopra, finora l’avanzamento ha raggiunto i 600 metri di scavo. Nell’articolo precedente abbiamo stimato una media piuttosto deludente nella velocità di scavo, pari a di 3,64 metri al giorno. Troppo poco per una macchina che, a regime dovrebbe scavare fino a 43,2 metri al giorno.
Una lentezza forse causata dalla complessità del cantiere, che non consente di entrare a regime prima di 2-3 mesi. Ma, in questo caso, di mesi ne sono passati sei.