Pagine che si assumono l’ingrato compito di informare su una materia così complessa, spesso lo fanno senza che i propri redattori abbiano la minima conoscenza della stessa.
Capita quindi di leggere (non diciamo dove per non fare pubblicità gratuita) a proposito del raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo: “…primo passo per un servizio di tipo metropolitano da Catania fino a Taormina”. Frase che, già ad una prima lettura, sminuisce il valore di un’opera destinata ad avere ben altro impatto sul sistema ferroviario dell’isola, con conseguenze sulla logistica delle merci inimmaginabili per costoro. Soprattutto se accompagnata, come speriamo, alla realizzazione del Ponte sullo Stretto che, paradossalmente, potrebbe essere ultimato prima ancora del raddoppio stesso, per il quale si prevedono 8 anni di lavori.
La frase, nel merito, è “infelice” per almeno 2 motivi:
1: La ferrovia esistente da Catania a Taormina è già a doppio binario fino a Fiumefreddo: per ben 36 km su 45. Pochi chilometri a binario unico non impediscono certo di instaurare un servizio di tipo metropolitano (in una certa misura già esercito con i treni regionali), con frequenze accettabili, fino a Taormina/Giardini.
2: il problema dei servizi di tipo metropolitano, in tutta la Sicilia, non è il doppio binario, bensì il contratto di servizio, che non prevede somme sufficienti a pagare Trenitalia per incrementare le corse. Sul passante di Palermo, anche se penalizzato da un tratto a binario unico, si potrebbero instradare almeno 4 treni l’ora per direzione anzichè i 2 tuttora esistenti. Non parliamo di quello di Catania o di Messina, molto meno serviti.
Aggiungiamo un’altra valutazione: con il raddoppio ferroviario, quali stazioni sarebbero servite per il “servizio metropolitano”? Potrebbe andar bene a Taormina, con la nuova stazione sotterranea (raggiungibile con ascensori), ma andrà malissimo a Giardini Naxos, che avrà la stazione più vicina in contrada Trappitello.
Meno male che qualcuno (non certo i teorici del “servizio metropolitano”) si è preoccupato di salvaguardare la “linea storica”, altrimenti addio non soltanto al servizio ferroviario per l’importante centro balneare, che conta più di 1.000.000 di presenze annue, ma anche alla storica stazione, di una bellezza impareggiabile. Ne sappiamo qualcosa noi di Sicilia in Progress e gli amici dell’Associazione ferrovie siciliane, che per ottenere questo risultato abbiamo lottato in perfetta solitudine. Al nostro fianco, oltre al sindaco di Giardini Naxos, Nello Lo Turco, non abbiamo certo visto i geniali autori della nota sul “servizio metropolitano”, nè i tanti affezionati cultori dei trenini storici, molto distratti quando si tratta di salvaguardare proprio le ferrovie e le loro stazioni “storiche”.
Eppure, proprio con il sindaco abbiamo predisposto un progetto di “servizio metropolitano” sulla linea lenta, a servizio del comprensorio e delle sue impareggiabili bellezze ambientali.


Una battaglia vinta, insieme a quella del ripristino della Alcantara Randazzo a scopo commerciale, in barba a chi continua a sostenere l’inutilità della ferrovia per il territorio, in quanto mezzo poco utilizzato: teorie che andavano bene negli anni ’70, propalate da gente che, evidentemente, vive in un altro mondo, non avendo mai messo il naso fuori casa. Non certo in Val Venosta, con i suoi 3 milioni di passeggeri annui su una ex ferrovia dismessa; non sulla Formia-Gaeta, dove si lavora ad un altro storico ripristino; e sicuramente non in Germania, dove ci si avvia a recuperare 6.000 km (ripetiamo: seimila chilometri) di ferrovie dismesse.
Torneremo sull’argomento, nei modi e nelle forme dovute, potendosi cmq rimediare al problema, magari durante i lavori di raddoppio, tanto attesi quanto necessari. Non solo per la metropolitana: esistono anche il traffico merci, i regionali veloci, i treni a lunga percorrenza….

