SIAMO ALLA RESA DEI CONTI, PER QUANTO CONCERNE L’EMERGENZA IDRICA. E LA POLITICA COMINCIA A MOSTRARE TUTTA LA SUA INADEGUATEZZA
«Sappiamo che in Sicilia ci sono numerosi pozzi privati. I sindaci sanno dove si trovano perché conoscono il territorio: devono requisirli urgentemente perché grazie a queste nuove sorgenti potremo avere l’acqua sia per l’agricoltura che per gli usi idropotabili».
Queste parole, semplici ma rivoluzionarie, le ha pronunciate il direttore della Protezione civile regionale Salvatore Cocina incontrando ad Agrigento in un vertice, organizzato dal prefetto Filippo Romano, i primi cittadini agrigentini, preoccupati della grave emergenza idrica che riguarda sia il mondo dell’agricoltura che gli usi civici. E’ ciò che riferisce oggi il sito gds.it .
Perchè rivoluzionarie? Perchè è facile a dirsi, ma non a farsi, soprattutto per i politici locali di oggi, tanto attenti a non scontentare mai nessuno, per non perdere preziosi voti. E siamo sicuri che chi si vede requisito un pozzo non pò certamente essere contento, specie laddove l’acqua è un bene prezioso il cui controllo conta, e non poco.
Tempo scaduto
Ma il tempo è scaduto, e il “cazzeggio” della politica mal si adegua all’emergenza, che, a causa di decenni di indifferenza e di nomine che nulla c’entrano con il merito, è arrivata a questo punto. Cocina, infatti, aggiunge: «Al momento le prospettive meteorologiche non sono per nulla confortanti. Le piogge sembrano ancora lontane e solo il reperimento dei pozzi, insieme all’acquisto di nuove autobotti, rappresenta l’unico rimedio possibile».
Secondo il responsabile della Protezione civile regionale, inoltre, i sindaci devono provvedere a censire e riattivare senza alcun indugio le sorgenti dismesse, e ad emanare le ordinanze contingibili e urgenti e tutti i provvedimenti finalizzati al risparmio idrico e ad assicurare l’acqua solamente per soddisfare i primari fabbisogni potabili della popolazione e degli animali da allevamento.
Insomma, non è più tempo di aspettare che qualcuno, dall’alto, risolva il problema: occorre sbracciarsi ed alla svelta. Peccato, però, che siamo arrivati a ferragosto; queste parole sarebbe forse stato il caso di sentirle prima, soprattutto dai vertici regionali: non si sarà dormito un pò troppo, anche dalle parti di Palazzo d’Orleans? Ed i prefetti che, come è giusto, presiedono, queste riunioni “d’emergenza” a tempo scaduto?
Insomma, se i sindaci non brillano per attivismo, alla Regione e nelle prefetture non possono nemmeno ritenersi i moderni emuli di Flash Gordon.
Il miraggio dissalatori
Ed i dissalatori, panacea di tutti i mali, secondo chi voleva mettere in sesto, in quattro e quattr’otto, impianti fermi da decenni, sfidando l’obsolescenza tecnologica, molto più comprensibilmente, la ruggine?
«I dissalatori – ha detto Cocina – sono una soluzione e la cabina di regia istituita dal presidente Schifani sta portando avanti i progetti avendo anche trovato i fondi necessari. Ma è una soluzione che richiede del tempo e al momento tempo non ce n’è».
Bella scoperta, ci verrebbe da dire… Un pò come quella del costo del trasporto dell’acqua via mare, soluzione (poco) geniale che era stata escogitata per dissetare Licata.