Trasporto aereo, anche quest’anno volano soprattutto i prezzi

Nulla di nuovo sotto il sole, anzi, sotto l’albero: il Natale dei siciliani di rientro dal continente per festeggiare (mestamente) con i parenti, sarà salato. Come l’anno scorso, forse di più, nonostante le rassicurazioni della politica.

A nulla è servita l’ira di Schifani  contro le compagnie aeree operanti tra Sicilia e continente con, le conseguenti denunce all’Autorità Antitrust le nuove. Come nessun effetto ha suscitato la presenza di nuove compagnie aeree operanti sulle tratte Palermo/Catania-Milano e Palermo/Catania-Roma e gli “interventi” timidi e pasticciati, del governo nazionale sui famigerati “algoritmi”.

Le immagini che vi proponiamo sono eloquenti, ma non saranno una novità per molti nostri lettori nati in Sicilia ma residenti al nord.

Dal sito “Skyscanner” abbiamo simulato l’acquisto di alcuni biglietti aerei da Milano a Palermo o Catania, solo andata, tra il 21 ed il 23 dicembre. Non siamo riusciti a trovare nulla al di sotto dei 200 euro, e siamo a quasi 2 mesi dall’acquisto. Da Milano Linate verso Palermo il 23 dicembre si spendono 278 €, ma arrivando a destinazione in piena notte (23:40); basta cambiare orario per arrivare addirittura a 352€. Verso Catania “soltanto” 231 €, che diventano 240 se non si vuole arrivare a notte fonda.

In ogni caso, già oggi, si può arrivare a spendere anche 460 euro a persona (sempre solo andata) se si è costretti a partire ad un determinato orario che non sia quello degli aerei più economici.

Attenzione: la stessa, identica ricerca per un periodo meno a ridosso delle festività restituisce valori del tutto diversi. Se si vuole partire da Milano per Palermo o Catania il 2 dicembre, si spende dai 30 ai 15 €. Più del 90% in meno!

Insomma, punto e accapo, come se niente fosse

Ci chiediamo che fine abbiano fatto i benefici dei provvedimenti governativi per tutelare la “continuità territoriale” con il tetto massimo ai prezzi prima annunciato e poi i revocato dopo le veementi proteste delle compagnie interessate, preoccupate per i mancati introiti natalizi a danno dei siciliani.

E chissà quali effetti avrà avuto l’entrata in scena della compagnia Aeroitalia, accolta trionfalmente dal presidente della Regione siciliana, Schifani, che già festeggiava, troppo ottimisticamente, la fine del “cartello” tra la compagnia “di bandiera” ITA e la perfida Ryanair, particolarmente presa di mira dal governatore.

Il quale ha dimenticato che quest’ultima interpreta legittimamente le logiche del mercato, tanto care al centro-destra moderato di cui Schifani è massimo esponente. Casomai, dovrebbe destare scandalo il comportamento di ITA, che, di fatto, è di proprietà dello Stato e continua a vessare, con le sue tariffe, cittadini che, ci risulta, ne fanno ancora parte.

Il vero problema: la continuità territoriale

Alla faccia della continuità territoriale, la cui assenza è la vera causa della condizione di monopolio di fatto dei trasporti aerei, nel campo dei collegamenti Sicilia-continente (QUI un nostro articolo), creata da una insostenibile carenza infrastrutturale dei trasporti terrestri: i tempi di percorrenza dei treni  sulla tratta Palermo-Roma sono di 12 ore, che diventano 22 dal capoluogo fino a Milano. Sempre che tali treni riescano a viaggiare con una certa regolarità. E’ di ieri la notizia dell’ennesima cancellazione dell’Intercity 723 Roma-Palermo/Siracusa; un evento frequente, ma non quanto gli immancabili ritardi o i trasferimenti di passeggeri sfiniti su scomodi autoservizi sostitutivi.

A dimostrazione che la continuità territoriale deve essere reale, e non soltanto enunciata, con collegamenti ferroviari ad alta velocità che finalmente costituiscano una valida alternativa all’aereo. Dovremo aspettare il Ponte sullo Stretto, e non ci vorrà poco, a dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di quanto sia stato colpevole rinunciarvi ad appalti assegnati e contratti firmati.

Fino ad allora, è normale che le compagnie aeree gestiscano i loro servizi come vogliono, ed al prezzo che vogliono. Con buona pace di proclami, decreti, minacce e denunce.