AMAT sempre più nei guai, ed i trasporti pubblici di Palermo ne risentono. Il reportage del nostro Gioele Pennino, con la collaborazione di Masterset Italia
La situazione scandalosa dei trasporti pubblici di Palermo assume ormai le dimensioni di una disgrazia che i palermitani sono destinati a portarsi sulle spalle ancora per molto tempo.
Il concorso dei 100 autisti è stato rimandato a causa di un ricorso, con il conseguente ritardo nell’assunzione dei nuovi operatori d’esercizio. Risorse ormai indispensabili, anche se sappiamo già che i nuovi assunti non risolverebbero affatto il problema della mancanza di personale: serviranno, sostanzialmente a sostituire o, quanto meno a tamponare i posti rimasti vacanti a causa del pensionamento di numerosi conducenti.
La carenza di personale, peraltro, si ripercuote non soltanto sul servizio bus, ma anche sulle linee tranviarie di Palermo, con disagi ogni giorno sempre più evidenti.
È impensabile lasciare che la Linea 4 (la seconda Linea più frequentata della rete tranviaria) abbia spesso una sola vettura in esercizio: abbiamo constatato di persona che, in queste condizioni, i tempi di attesa alle fermate superano abbondantemente i 40 minuti.
Più che giustificate appaiono le lamentele degli utenti in attesa alle fermate, ai quali ormai si sente affermare di non voler più rinnovare l’abbonamento. Cittadini che, dopo aver contato su un sistema moderno di trasporto pubblico, quello su ferro, fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale, si trovano costretti a cercare mezzi alternativi.
“Ci hanno fatto pensare che il tram fosse meglio dell’autobus soltanto perché ci sono i display che indicano la frequenza e non mancavano mai vetture – afferma una cittadina in attesa alla fermata – mentre nelle altre città è così anche per gli autobus. Adesso che non sanno più nemmeno gestire il tram, ci stiamo rendendo conto che è un mezzo come tutti gli altri”.
Amarezza e disillusione si leggono chiaramente negli occhi degli utenti, disposti a pagare per un servizio finalmente efficiente, poi rivelatosi carente, come tutto il sistema AMAT. Non va certamente meglio per l’autobus, con attese medie di 20 minuti che in alcune giornate si allungano fino a due ore.
Non potrebbe essere altrimenti: da fonti interne siamo venuti a conoscenza del fatto che l’8 aprile scorso gli autobus in circolazione erano appena 126 contro i 194 programmati. Con questi mezzi, occorreva far fronte alle 55 linee esercite da AMAT.
Si pensi, per comprendere il livello di carenza raggiunto, che un servizio appena accettabile per i trasporti pubblici di in una qualsiasi realtà urbana dovrebbe prevedere 100 autobus ogni 100 mila abitanti.
A Palermo città, pertanto, ne servirebbero almeno 600, ma in realtà, come abbiamo visto, ne circolano mediamente poco più di 100; quelli previsti dalla programmazione AMAT sarebbero 200, già nettamente insufficienti. Ma spesso, soprattutto nel pomeriggio, si scende ben al di sotto di 100 autobus circolanti.
L’evidenza dei dati è incontrovertibile: a tal proposito, vi riproponiamo di seguito una tabella, già pubblicata da “in Progress” (vedere anche questo nostro precedente articolo) in cui viene riportato il quadro della dotazione di mezzi sulle linee urbane di questa estate, esattamente dal 18 al 26 di agosto. I bus soppressi ogni giorno vanno dai 22 ai 49, su una programmazione che ne prevedeva soltanto 170.
Una situazione, quella di Palermo, che diventa sempre più insostenibile, e che, nella ricerca di un colpevole, ha innescato un vero e proprio braccio di ferro tra via Roccazzo e Palazzo delle Aquile. In attesa di che questo vero e proprio scaricabarile giunga al termine, qualcuno proverà, finalmente, a fornire ai cittadini un servizio di trasporti pubblici decente?