Dopo un anno ed un mese, ad oggi, di attività, noi di Palermo in Progress possiamo dirci orgogliosi del lavoro svolto. Abbiamo infatti condotto un’attività di approfondimento sulla tematica delle opere pubbliche in costruzione d in progetto, nonchè già esistenti, che a Palermo era assolutamente necessaria. Mancava, infatti, una voce che si distinguesse dalla massa informe dell’informazione del web, spesso farlocca. Che unisse alla libertà di pensiero, rarissima in rete e non solo, la competenza tecnica. Alla mancanza di condizionamento, la capacità di comprendere e far comprendere quanto viene realizzato sotto gli occhi spesso distratti dei cittadini.
La nostra attività, finalizzata all’approfondimento, ha presto trovato nell’incoraggiamento dei cittadini la forza di diventare proposta. Rivendichiamo, in questo periodo, innegabili successi ottenuti sempre grazie ai suggerimenti dei nostri followers, ormai giunti a numeri impensabili per noi fondatori della pagina. E’ il caso della modifica degli orari dei treni sul passante, che da dicembre raggiungono l’aeroporto Falcone –Borsellino ad orari coerenti con quelli dei primi aerei in partenza, intorno alle 6 del mattino, che abbiamo richiesto con forza e portato proficuamente sui tavoli delle decisioni. O anche l’apertura al pubblico di parcheggi inspiegabilmente chiusi, come quello della stazione San Lorenzo. Non contiamo più gli attestati di stima ed i riconoscimenti che ci hanno condotto all’attenzione dell’opinione pubblica, anche al di fuori dell’isola. Ma soprattutto di una cosa siamo soddisfatti: la partecipazione di chi ci segue, sempre più attiva ed incoraggiante, concretizzatasi in decine di filmati e fotografie.
Le nostre battaglie, però, non sono certo finite, anzi. C’è da lavorare, e tanto, per ottenere gli obiettivi che riteniamo necessari per allineare la nostra città agli standard di vivibilità tipici di una metropoli europea.
Nel campo del trasporto Pubblico Locale occorre convincere chi ci governa che la gestione delle moderne infrastrutture desiderate per decenni ed oggi presenti in città, non deve essere affidata all’improvvisazione ma deve essere organizzata come “sistema”. Non si può continuare a vedere il passante come una cosa distinta da tram, bus o autolinee private. Tutto va gestito come una grande rete infrastrutturale, con i diversi modi connessi e coordinati, partendo da un requisito essenziale: il biglietto unico. Inconcepibile che uno strumento tanto banale quanto essenziale, presente in ogni metropoli del mondo, sia vietato agli utenti del trasporto pubblico palermitano, costretti spesso a pagare ogni spostamento due volte a due enti diversi.
Occorre quindi dare un senso alla parola intermodalità, allo stato sconosciuta a Palermo. Ciò non può avvenire soltanto istituendo bus navetta, pur necessari, qua e là: ha infatti senso il bus navetta fra la stazione di Sferracavallo e la piazza della borgata marinara, se poi in stazione si ferma un solo treno ogni ora, nessuno nei festivi? E che senso ha proporre una linea che unisca Tommaso Natale a Mondello se poi la stazione non ha spazi per realizzare il capolinea? Ovvero, ce li ha, ma il Comune stesso non li prende in consegna, come sta avvenendo per il parcheggio e la vie di comunicazione a fregio del piazzale di stazione, che ben si presterebbero al posizionamento di un capolinea a servizio degli utenti del treno.
Un sistema di trasporto pubblico virtuoso, in una moderna metropoli, andrebbe incentrato sul modo a maggiore capacità: nel nostro caso, la ferrovia. Se il passante ferroviario diviene la spina dorsale del sistema palermitano, con un sostanzioso incremento dei treni sull’intero tragitto Termini Imerese-Punta Raisi, si dà maggiore forza a tutti gli altri sistemi con esso interconnessi, a partire proprio dal tram che sulle principali stazioni ferroviarie ha i capolinea delle quattro attuali linee. Stessa cosa per il servizio su gomma, a partire dal rafforzamento delle linee 101 e 102, senza dimenticare i collegamenti, anche notturni, con le periferie.
In una parola, il trasporto pubblico metropolitano (e non solo cittadino) va pianificato e programmato. Allo scopo, esiste uno strumento di programmazione appositamente previsto dalle normative: il PUMS, di cui, stranamente, solo di recente si scopre l’importanza. Peccato che, nel frattempo, è stato progettato un ampliamento dell’attuale rete tranviaria di ben 7 linee, alcune in conflitto con un’altra opera non certo da poco, già prevista dagli strumenti di programmazione triennale ma inopinatamente relegata in secondo piano: la Metropolitana Automatica Leggera.
Un PUMS che va redatto al più presto e che non può non prevedere al suo interno la cosiddetta “mobilità dolce”: un’espressione che dalle nostre parti somiglia più ad uno slogan da tirare fuori quando conviene che ad una realtà. E’ il caso delle piste ciclabili, che, come abbiamo più volte testimoniato, vengono spesso mortificate da parcheggi improvvisati, palificazione selvaggia e persino accumuli di immondizia; ma può capitare persino che vengano abolite. E’ il caso di via Maqueda, eclatante quanto inspiegabile, se pensiamo che la dismissione dell’unica corsia ciclabile ivi presente è stata richiesta da un’associazione di cicloamatori.
Non perderemo di vista, ovviamente, la circolazione auto veicolare. La Circonvallazione, in questo caso, rappresenta un’arteria fondamentale ed irrinunciabile, ma va gestita come tale. La sua sistemazione a tre corsie, recentemente programmata, non è un’idea nuova, dal momento ce se ne parlava già in uno studio del 1996, ma non può essere risolutiva se non si interviene, almeno su altri due aspetti: la presenza di 2 impianti semaforici e la fragilità strutturale del Ponte Corleone. Il che significa realizzare almeno altri due sovrapassi e completare, finalmente, il raddoppio del ponte sopra citato e di due svincoli: Oreto e Perpignano. In attesa, in un futuro ancora lontano, che si pensi seriamente all’interramento del tratto centrale, divenuto un problema di degrado urbano, dal momento che, dopo il boom edilizio degli anni ’60, si è trovato inglobato nel cuore residenziale della città. Un intervento che deve essere programmato insieme alla Tangenziale, a nostro avviso arteria indispensabile a ricucire l’area metropolitana, divisa in due parti dalla città stessa, dal momento che la circonvallazione va finalmente considerata per quello che è: un’arteria interna alla rete stradale cittadina.
Un discorso a parte andrebbe fatto per i parcheggi, per i quali, nonostante i tanti piani redatti e disattesi negli anni, sembra mancare una visione di insieme in chiave intermodale. Una visione corretta del loro ruolo vorrebbe che vengano realizzati in periferia, a margine delle linee ad alta capacità e quindi, nel nostro caso, del passante ferroviario. Non certo in pieno centro, come previsto nel progetto dell’estensione tranviaria, svilendo il ruolo stesso del mezzo pubblico, che dovrebbe convincere l’utente a rinunciare all’auto, non a condurla fin dentro il cuore delle città.
Tanti altri sono i temi scottanti di cui ci siamo occupati e che continueremo a seguire: dalla nettezza urbana ai parchi pubblici , dagli impianti sportivi alle isole pedonali. Oltre, ovviamente, a tutto quello che ci segnalerete.
Sarà un vero piacere contribuire insieme a voi a tenere alto l’interesse per il bene comune, per quello che ci appartiene, allo scopo di far progredire la nostra città, che ne ha tanto bisogno.