Su certi media l’istituzione del gruppo di lavoro per la Favorita è soltanto un’occasione per rilanciare l’idea balzana della funivia

 

Il 13 gennaio scorso il Sindaco Roberto Lagalla ha annunciato l’istituzione di un gruppo di lavoro multisettoriale, presieduto dal Prof. Giuseppe Barbera, esperto paesaggista di fama internazionale, per redigere un piano complessivo di fattibilità per la conservazione, gestione e valorizzazione del Parco della Favorita, per farne un grande, ecologico e creativo “quartiere vegetale” della città, nell’ambito delle politiche di rigenerazione urbana.

 

Gli indirizzi generali per l’area sono quelli emanati dalla Giunta nell’ambito delle Direttive Generali del Piano Urbanistico Generale, che per l’area in questione recitano, tra le altre cose:

 

“Particolare attenzione dovrà essere data alla riorganizzazione ed incremento delle aree a parcheggio e alla viabilità con adeguata differenziazione delle modalità e delle velocità (ciclovie in sede propria, zone 30, sentieri pedonali, funivia) …”

 

Quest’ultima parola ha subito stimolato gli impulsi più primordiali di qualche commentatore, al punto da corredare la notizia con una bella immagine di una funivia, magari sullo sfondo del Vesuvio (!). Sono quindi passate in secondo piano tutte le altre finalità del piano: bazzecole come realizzare il polo integrato naturalistico, sportivo e del tempo libero, valorizzare le cisterne progettate da Pier Luigi Nervi ed i giardini storici, migliorare l’accessibilità degli impianti sportivi, riorganizzazione le aree a parcheggio e via pianificando.

 

Niente di tutto ciò vale la suggestione di una bella funivia che collegherebbe non si sa bene cosa, visto che le direttive non lo dicono. Anzi, il termine “funivia” sembra buttato li, come una possibilità tra le altre. La quale, ovviamente, va assoggettata ad approfondimenti ed a studi ancora di là da venire. Come, d’altronde, tutto il Piano per la Favorita, che va preso per quello che è: un atto di pianificazione, peraltro aggiuntivo al PUG, a sua volta da redigere. In termini pratici, prima di vedere qualcosa di concreto, occorrerà attendere la redazione e l’approvazione del Piano per la Favorita, oltre a quella del PUG, per poi procedere alle varie fasi della progettazione, a quelle approvative ed alla ricerca delle risorse per eseguire le opere. Roba da calende greche.

 

Eppure certi media non hanno perso un attimo ad immaginare le cabine svettare già sul Monte Pellegrino, dando in pasto ai palermitani l’ennesima illusione. A nessuno è venuto qualche dubbio sulla compatibilità di un tale sistema con una Riserva naturale qual è il Monte Pellegrino, né sulla quantità di utenti che la utilizzerebbero ogni giorno. Figuriamoci poi, se qualcuno di questi commentatori da tastiera ha pensato ad una cosa a cui non si pensa mai, quando si parla di sistemi di trasporto pubblico: i costi di gestione. Impensabile per costoro chiedersi su chi dovrebbe farsene carico… Forse l’AMAT?

 

Sconoscendo la storia di questa città, pur avendo la pretesa di parlarne o, addirittura, spacciarsi per esperti di trasporti, certi commentatori non hanno avuto modo di riflettere sui tanti tentativi di realizzare un sistema simile per collegare la cima della sacra montagna con la città, a partire dalla funicolare progettata poco prima dell’Esposizione nazionale del 1892 ma mai realizzata. Per passare alle varie presentazioni di progetti, da realizzare immancabilmente in “Project financing”, e raccolte di firme che si sono succedute nell’ultimo secolo. L’esito, a parte le passerelle dei politicanti di turno, è sotto gli occhi di tutti.

 

Per quanto ci riguarda, preferiamo sperare che il gruppo di lavoro incaricato dall’amministrazione Lagalla svolga il proprio difficile e complesso incarico con equilibrio e realismo, e nei tempi più brevi possibili. Ma soprattutto con la dovuta attenzione ad un patrimonio naturale che va salvaguardato, rivalutato ed offerto alla fruizione senza lasciarsi andare a suggestioni e velleità.