UN UTILIZZO DISCUTIBILE DEI MEZZI AUTOSNODATI DELL’AMAT. COSA PROPONIAMO PER OTTIMIZZARLO

di Gioele Pennino

In una città come Palermo anche le cose più semplici ed elementari riescono a fare notizia. Oggi parleremo di un problema che si presenta ogni giorno festivo e che coinvolge l’azienda dei trasporti pubblici AMAT. Non parliamo di autisti pigroni che non hanno voglia di lavorare, ma di specifiche vetture in servizio durante la settimana, tipicamente sulla Linea101.

Parliamo degli autosnodati, ovvero quei lunghi bus da 18 metri utilizzati in questa linea poiché più capienti. Considerando che sotto l’asse percorso dalla Linea 101 è prevista dal piano regolatore una Linea di metropolitana, capiamo benissimo che i numeri dei flussi passeggeri sono ben diversi e più alti di qualsiasi altra zona della città.

Per questo motivo negli anni si è pensato di servire al meglio questo asse. Negli anni ’60 e ’70 per esempio lungo la Linea 1 (la precedente linea che percorreva l’asse Oreto-piazza Leoni), ma anche per altre Linee provenienti dalla periferia, venivano utilizzate vetture a due piani. Da fine anni ’80 furono gradualmente sostituite da vetture autosnodate fino ad arrivare alla configurazione attuale della rete, varata nel 1995, quando questi mezzi facevano la loro comparsa sulla linea 101.

Fino a qualche anno fa poteva capitare di vederle in servizio anche in altre Linee, come la 102, la 107 o la 544. Dal 2015, invece, è diventato impossibile vederle circolare in Linee che non siano esclusivamente la 101, come l’affollatissima 102.

Chiusa questa premessa storica, il problema a cui accennavamo prima riguarda la scomparsa degli autosnodati nei giorni festivi, in particolar modo la domenica. Ma voi direte: “È domenica! A cosa servono?”. Potrebbero non servire qualora le frequenze fossero le stesse dei giorni feriali, ma la domenica le frequenze previste sono di 6 minuti contro i 4 dei giorni feriali.

Le vetture più piccole (quelle da 12 metri), ancorchè in giornate di ridotta affluenza, non ci sembrano le più idonee per un bacino d’utenza come quello circostante la via Libertà e la via Roma. Dove, lo ricordiamo ancora una volta, è previsto un sistema di metropolitana che potrà trasportare fino a 400 passeggeri seduti ogni 90 secondi; e dove le  aree pedonali di via Maqueda e via Emerico Amari attraggono migliaia di persone proprio nel fine settimana.

Alcune fonti ci fanno notare che il motivo per il quale la domenica non vengano esercitati gli autosnodati è da attribuire all’isola pedonale di via Libertà che non permetterebbe il transito di queste vetture dalle corsie laterali; eppure i mezzi circolanti sulla Linea 806, quando la stessa aveva origine in piazza Sturzo con l’isola pedonale di via Libertà, riuscivano tranquillamente a raggiungere Mondello passando, appunto, dalle carreggiate laterali. E ci riuscivano anche gli stessi autosnodati della linea 101. In ogni caso parliamo, purtroppo, di una causa superata degli eventi: da quando è stata aperta la nuova viabilità di piazza Sturzo e via Dante, l’isola pedonale di via Libertà non esiste più.

Possibili altre cause? Mancanza di operatori d’esercizio con la patente idonea per la guida di un autosnodato? Anche questa è una vecchia storia: nonostante la grave carenza di personale tuttora in corso, sono moltissimi, tra quelli a disposizione, gli operatori che possono guidarli.

Alla luce di queste considerazioni, ci permettiamo di avanzare alcune proposte:

1. Immettere in servizio gli autosnodati anche la domenica sulle Linee 101 e 102.
2. Utilizzare gli autosnodati durante la settimana anche in altre linee molto frequentate, come ad esempio la 107 e la 544;
3. Prevedere il loro utilizzo durante la settimana anche nelle Linee  100, 224 e 628 che, , limitatamente alle ore di punta in cui i mezzi attualmente in circolazione viaggiano stracarichi.

Proposte che poniamo all’attenzione dell’attuale amministrazione, nella speranza di vedere quella svolta che ormai, dopo oltre quattro mesi dall’elezione del nuovo sindaco, gli utenti del mezzo pubblico non possono più attendere.