Una soluzione che appariva salvifica, ma che abbiamo subito contestato. Evidentemente ha prevalso il buon senso
L’allora sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri aveva preannunciato nel settembre del 2021 dodici nuovi treni ETR Frecciarossa da 4 vagoni ciascuno (capienza circa 200 posti ciascuna), che sarebbero stati acquistati e consegnati entro due anni per servire le direttrici dalla Sicilia verso Roma/Venezia/Milano e viceversa. Il traghettamento di questi convogli, anzi “attraversamento dinamico” sarebbe stato velocizzato grazie alle caratteristiche dei nuovi treni, più corti e quindi in grado di entrare interamente sul ponte delle navi traghetto, senza essere smontati a terra.
Sono passati due mesi dalla preannunciata consegna, ma di questi Frecciarossa “bonsai”, nessuno ha visto neanche l’ombra. D’altronde, il grande sponsor di questa soluzione, Giancarlo Cancelleri, non è più in carica da un pezzo e con il governo Meloni, che ha rilanciato il Ponte sullo Stretto, fortemente voluto dall’attuale Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, nessuno ha più parlato di quella che veniva spacciata come soluzione geniale per portare subito l’alta velocità in Sicilia.
Neanche Giuseppe Provenzano, big PD ed allora ministro per il Mezzogiorno, che, incoraggiato dalle idee del vulcanico compaesano nisseno dichiarò: “nessuno mi convincerà che in Calabria e Sicilia bisogna aspettare il Ponte per avere l’alta velocità e dare servizi ai cittadini”.
Questa soluzione, che rimandava sine die il “dossier Ponte” incassava quindi il plauso di partiti di governo ed esponenti politici di rilievo, ma non le mancavano neanche sostegni tecnici di tutto rispetto: basti pensare allo studio ampiamente pubblicizzato da giornali e telegiornali nel luglio 2020, realizzato da ben 6 università delle due regioni coinvolte, Sicilia e Calabria.
Sei atenei che si erano messi insieme per pervenire alla geniale soluzione di accorciare i treni ad Alta velocità per ridurre i tempi di traghettamento, addirittura a meno di un’ora (esattamente 59 minuti), consentendo di coprire l’intero tragitto Catania-Roma in 6 ore e mezza. Soltanto il doppio, o poco più, di un Roma-Milano, a parità di lunghezza del percorso, ma con il vantaggio della rilassante sosta di un’ora, comprensiva di crociera sullo Stretto.
Il periodo storico ed il clima politico era ancora favorevole a certe improbabili soluzioni, per molto tempo nessuno osò fiatare e non mancarono altri autorevoli pareri accademici.
Chi scrive, invece, contestò subito queste salvifiche soluzioni, evidenziando minuziosamente in questo articolo del settembre 2021 le motivazioni tecniche che non potevano consentire a due sezioni di Frecciarossa (quella da/per Palermo e quella da/per Siracusa) di ridurre anche solo di pochi minuti i tempi di traghettamento; figuriamoci dimezzarli!
Come spiegavo in quella occasione, il traghettamento richiede comunque complesse manovre per trasferire le due sezioni da terra al ponte della nave traghetto, e viceversa; allo stesso modo, i tempi tecnici per metterli insieme, ovvero dividerli, in senso inverso, sono imprescindibili. Si tratta di considerazioni elementari per chi ha avuto la ventura di assistere almeno una volta, da viaggiatore, a queste noiose operazioni (QUI un nostro filmato); impossibile, pertanto, che siano ignote agli “addetti ai lavori”.
Eppure, anche recentemente, in un intervento sul “Quotidiano di Sicilia” nel marzo 2023, i professori Massimo Di Gangi, dell’ateneo di Messina, e Francesco Russo, di Reggio Calabria, hanno ribadito la soluzione “bonsai” per ridurre i tempi di percorrenza in treno tra la Sicilia ed il Continente senza bisogno del Ponte sullo Stretto.
Insistendo sugli stessi, improbabili, tempi di percorrenza: Catania-Roma in a 6 ore e 21 minuti, Palermo-Roma in 7 ore e 56. Tempi che comunque, come ebbi modo di dimostrare in questo articolo, sono molto meno decisivi di quanto gli esperti volevano far credere, in chiave di riequilibrio tra i diversi vettori di trasporto.
Ancora troppo lunghi, in sostanza, per rendere il treno realmente competitivo con l’aereo, diversamente da quanto si otterrà con la realizzazione del Ponte: già nel 2019 chi scrive aveva stimato il tempo di viaggio effettivo dal centro di Catania al centro di Roma in 4h13’, mentre da Palermo a Roma occorreranno 4h 38’.
Tempi da alta velocità vera, quindi, e non farlocca.
Evidentemente, al Ministero delle Infrastrutture, qualcuno ha cominciato a fare i conti come si deve, ritenendo improponibile la spesa per questi treni AV del tutto peculiari a fronte di benefici assolutamente trascurabili. Facendo finalmente prevalere il buonsenso.