ASSURDE, ALMENO DAL PUNTO DI VISTA TRASPORTISTICO, LE AFFERMAZIONI DELL’EX MINISTRO PROVENZANO A PROPOSITO DI PONTE ED ALTA VELOCITA’. LE NOSTRE VALUTAZIONI

 

Le ultime dichiarazioni dell’ex Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano a proposito del Ponte sullo Stretto coinvolgono, come è suo solito, anche l’Alta Velocità. Parole che non si discostano molto dalle penultime, ma neanche da quelle precedenti: “…. nessuno mi convincerà che in Calabria e Sicilia bisogna aspettare il Ponte per avere l’alta velocità e dare servizi ai cittadini”.

Frase che ha ricevuto risposte puntuali da parte di esponenti dello schieramento politico opposto, come la deputata Matilde Siracusano (FI). Quest’ultima ha correttamente fatto notare all’esponente del PD che i treni impiegano in media due ore per traghettare da una sponda all’altra dello Stretto.

Risposta semplice e persino scontata, che manifesta tutta la debolezza del Provenzano-pensiero. O di chi gli suggerisce frasi del genere, a cui consigliamo di informarsi meglio sull’attuale condizione dei trasporti nell’isola, e non solo.

In realtà, l’idea di realizzare linee ad Alta Velocità in Sicilia senza collegamento stabile alla rimanente rete AV non ha senso. Proviamo a dimostrarlo facendo finta che le principali linee AV siciliane siano già in esercizio. Magari le direttrici tirrenica e ionica, Messina –Palermo e Messina-Catania, anzichè la direttrice Messina-Catania-Palermo a 160km/h attualmente in costruzione. Ovviamente, dovrebbero essere AV anche i 400 km circa che separano Salerno a Reggio Calabria.

Innanzitutto si pensi che nelle due ore di traghettamento, un treno AV potrebbe percorrere i 220 km che separano Messina dal capoluogo due volte, andata e ritorno. Dando la possibilità all’ipotetico viaggiatore di prendersi un bel caffè durante la sosta a Palermo. Un altro ipotetico viaggiatore, stavolta catanese, potrebbe fare andata e ritorno dall’approdo messinese verso la sua città (88 km circa) addirittura 5 volte. Infatti, la AV, quella vera, permetterebbe di viaggiare ad oltre 250 km l’ora; pertanto, il conto è presto fatto.

Ma proviamo a riflettere sull’“appeal” di un eventuale AV alla Provenzano, che dovrebbe essere tale da scongiurare la concorrenza dell’aereo. Quanto inciderebbe il traghettamento, in termini di tempi di percorrenza nell’ambito di un’ipotetica linea AV Catania-Roma? Atteso che i circa 730 km da percorrere via terra tra la città etnea e la capitale potrebbero essere coperti in meno di tre ore, a queste occorrerebbe aggiungere le 2 ore di traghettamento. Che, sui tempi complessivi di 5 ore inciderebbero per oltre il 40%;  la velocità media sarebbe di soli 146 km/h.

Pensate che ipotesi geniale, questa del treno AV con traghettamento: linee costate decine di miliardi che, a conti fatti, offrirebbero al passeggero le stesse velocità di un normalissimo treno Intercity. Anzi, persino di un regionale. Con la soddisfazione, però, di aver viaggiato su un Frecciarossa 1000 opportunamente modificato per il traghettamento. E’ infatti noto che questi elettrotreni sono a “composizione bloccata”, e quindi non possono essere scomposti per consentire il viaggio in nave, per poi essere ricomposti a terra.

Vero è che il vulcanico viceministro Cancelleri, anche lui nisseno, sta programmando treni AV traghettabili. Che, per trovare spazio sulla nave, sarebbero limitati a 4 sole carrozze, quindi ad un pubblico piuttosto ridotto… E che, comunque, andrebbero sottoposti all’operazione di composizione e ricomposizione.

Come è noto, infatti, i treni verso Roma o Milano sono composti da due sezioni, una proveniente da Palermo ed una da Siracusa, via Catania. Pertanto, che piaccia o no, tali sezioni andrebbero unite allo sbarco a Villa S. Giovanni, come è sempre avvenuto da quando questi collegamenti funzionano. Certo, per ridurre i tempi si potrebbero far viaggiare treni AV corti (solo quattro carrozze) sulla linea ferroviaria  fino a Roma. Ma ciò comporterebbe un impatto doppio sulle linee interessate (a parità di viaggiatori), ma soprattutto necessiterebbe di un numero doppio di traghettamenti, che verrebbero effettuati solo per 4 carrozze alla volta! I relativi costi, non indifferenti, sarebbero ribaltati sul biglietto, con  ulteriore perdita di competitività con l’aereo.

Finora abbiamo ragionato per assurdo, come assurdo è il riferimento di Provenzano all’Alta Velocità in Sicilia. Dove, che si sappia, non verrà realizzata nessuna linea AV. Come accennato sopra, infatti, la dorsale Messina-Catania-Palermo è progettata per essere percorsa a 160 km/h, massimo 180 per i treni più veloci (il cosiddetto Rango C). Non è previsto altro per la Sicilia. E per quanto si sia strombazzata la nuova linea AV tra Salerno e Reggio Calabria via Cosenza (percorso peraltro molto più lungo della linea che attualmente collega le due città percorrendo la costa tirrenica) sappiamo che questa linea avrà le stesse caratteristiche della Me-CT-PA. Che poi sono identiche a quelle dell’altra AV (sulla carta) Napoli-Bari.

Quindi, parlare di AV senza Ponte non ha senso due volte: perché verso la Sicilia non si sta programmando nessuna linea AV e perchè, anche se fosse, il Ponte dovrebbe farne parte a pieno titolo, annullando l’insopportabile handicap del traghettamento.

Insieme a tutti gli atri benefici che non affrontiamo in questa sede (sviluppo della portualità, continuità autostradale, unione fisica delle conurbazioni che si affacciano sullo Stretto) e che, evidentemente, non trovano posto nel Provenzano-pensiero.