Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo intervento di Iano Monaco, Presidente dell’Ordine degli architetti di Palermo, sull’eterno dibattito tra fautori ed oppositori del Ponte sullo Stretto.
GUELFI E GHIBELLINI IN LOTTA PRO O NO PONTE DI MESSINA
No ponte vs pro ponte, come no vax vs vax, come no tav vs tav, Guelfi vs Ghibellini, etc.
Mi chiedo perché di fronte a un’opera importante e complessa come il ponte, che potrebbe incidere, ritengo, positivamente nella vita di tutti gli italiani ci si debba chiudere a riccio senza ascoltare, né valutare le ragioni di entrambe le parti, senza approfondirne i vari aspetti.
Alcuni organi di stampa, di solito aperti verso il futuro e fautori delle nuove possibilità che il futuro può offrire nei vari campi alla società e all’individuo, si sono arroccati su posizioni di cieco rifiuto aprioristico, indossando per sé e quindi per i propri lettori occhiali con lenti fortemente oscurate da pregiudizi e ignoranza. Perfino le villette più o meno abusive di Scilla e Cariddi sono diventate per costoro patrimoni dell’umanità da salvaguardare come fossero siti UNESCO.
Con recente pronunciamento, interlocutorio, la commissione tecnica ministeriale di verifica dell’impatto ambientale (VIA-VAS) ha chiesto 239 integrazioni documentali e istruttorie che vanno dalla VIA (155 richieste) alle 66 richieste della valutazione di incidenza ambientale (VINCA) che verifica le conseguenze di un’opera sull’ambiente. altre 16 richieste riguardano il piano di utilizzo delle terre (PUT), mentre 2 riguardano la verifica di ottemperanza (VO) con la richiesta di documenti supplementari.
Le richieste suddette sono state presentate da alcuni media come vere e proprie bocciature del progetto del ponte di Messina e non per quel che sono in realtà e cioè la garanzia, per la collettività, che ogni aspetto ambientale è oggetto di attenzione e di valutazione affinchè il ponte sia un’opera sicura e sostenibile oltre che utile. “Per alcuni impianti petroliferi il numero delle richieste è stato anche maggiore” ha dichiarato al suddetto riguardo il Ministero dell’Ambiente.
Invece di esser lieti per tanta attenzione, alcuni esponenti politici si sono affrettati a considerarla come il segno del fallimento del progetto ponte promettendo di integrare la denuncia già inoltrata presso la Procura della Repubblica e promettendo di “…continuare la loro battaglia contro questo progetto”.
Quello del ponte di Messina non può essere un campo di battaglia in cui si fronteggiano eserciti tra loro avversari. Un’opera così importante e non facile da realizzare dovrebbe essere un campo in cui tutto il nostro Paese stia dalla stessa parte, quella di chi studia e lavora affinchè un’opera strategica sia valutata, controllata, migliorata se necessario e possibile, nell’interesse di tutti perché è interesse di tutti realizzarla se ne saremo capaci.
Non deve, assolutamente non deve diventare, quell’opera, una medaglia al valore per chi ne propone la realizzazione o per chi lotta per affossarla.
Iano Monaco