Definirlo un episodio da Terzo Mondo è improprio: difficilmente certe cose avvengono nei paesi in via di sviluppo, dove il livello dei servizi è di gran lunga superiore. Per questo abbiamo scomodato il medioevo, epoca buia per i trasporti pubblici e non solo. Proprio come l’attuale, triste epoca siciliana.

 

L’episodio riportato da Meridionews, ha coinvolto 120 nostri sfortunati concittadini catanesi, imbattutisi nel servizio di pullman offerto da Flixbus che ha pensato bene di scaricarli in quel di S. Onofrio (Calabria) dopo 18 ore di viaggio, ritardi compresi. Persone che soffrono ogni giorno il distacco dalla loro terra per trovare un onesto lavoro, e che a ciò hanno dovuto aggiungere i ricatti delle compagnie aeree, oltre che le carenze ataviche del servizio ferroviario Le prime, come sappiamo, hanno pensato bene di consolidare i propri bilanci aumentando i prezzi dei biglietti sotto le feste. L’altro non riesce ad incrementare la propria offerta all’interno di un contratto nazionale che, stranamente, non prevede corse straordinarie quando serve.

 

In tutto questo, chi dovrebbe governare il paese si è limitato a far aumentare i posti disponibili in aereo, andati subito venduti e tornando alla situazione di partenza: 440 € andata e ritorno il minimo tra Milano e Catania. Al trasporto su ferro, i nostri governanti neanche ci hanno pensato. E pensare che poi ci propongono i megatunnel autostradali e l’hub ferroviario (sic!) di Caltanissetta.

 

La Regione? Riconosciamole, almeno, l’iniziativa dei pullman AST, mandati in continente a raccogliere i nostri malcapitati, e sempre più numerosi, corregionali emigrati. E di aver finalmente posto un minimo di attenzione alle infrastrutture, Ponte sullo Stretto compreso: quest’ultimo, si badi bene, non è un dettaglio, perchè la sua presenza avrebbe reso competitivi i treni rispetto agli aerei: lo abbiamo spiegato su questa pagina con 4 conti in croce qualche tempo fa.

 

Ma ci aspetteremmo molti, ma molti pugni sui tavoli (nazionali) in più….