Un filmato esclusivo mostra come si vada va molto a rilento nel ripristino della linea dismessa
Nel filmato visibile sul nostro canale Youtube IN PROGRESS, le immagini parlano chiaro. Siamo stati al passaggio a livello di contrada Falconara, nei rpessi dell’autostrada, ma anche in via Istrice ed all’altezza dell’ex fermata di Lido di Noto. Un sopralluogo “a campione” per capire l’andamento dei lavori, che si presenta non proprio esaltante.
Come si ricorderà, il 17 dicembre del 2022 la linea venne aperta, per una mattinata, per 1,5 km scarsi, tra Noto e Contrada Niura; poi, il nulla. QUI il nostro reportage.
Dopo lo smontaggio del binario tra contrada Niura e la stazione di Noto Marina, già visibile nel nostro precedente sopralluogo del 15 gennaio 2024, nel corso degli ultimi 6 mesi sulla stessa tratta si è provveduto semplicemente a rimuovere il ballast, scoprendo il piano di posa della piattaforma ferroviaria: si può notare nei primi 60 secondi del filmato, con immagini realizzati al PL sulla provinciale in contrada Falconara, vicino all’autostrada SR-Gela.
Il Ponte delle perplessità
Qui notiamo anche, al minuto 1:00 il ponte che serve proprio a scavalcare l’autostrada. Un ponte in calcestruzzo armato precompresso realizzato insieme all’autostrada tra il 2005 ed il 2006, quando era prevista la trasformazione della ferrovia in pista ciclabile. Certamente realizzato per sopportare il carico allora previsto, di biciclette e mezzi di manutenzione della superficie ciclabile, ci chiediamo se sarà adatto a sopportare il carico di un convoglio ferroviario, di ben altro valore.
Qualcuno, dentro RFI, è pronto ad omologare questa struttura a tale scopo, dal momento che essa appare del tutto assimilabile a quella classica, quasi banale, del cavalcavia stradale? Ci asteniamo dal rispondere, anche perchè non siamo avvezzi, coma altri, a dare giudizi “ad occhiometro”. Magari è tutto già stato calcolato da chi si sta occupando di questi lavori, inseriti in un intervento di manutenzione ferroviaria; non proprio il più adatto se, come ipotizziamo, sarà necessario intervenire sul ponticello a livello strutturale.
Rilevati da rinforzare
Tornando al filmato, esso ci permette di comprendere che la rimozione del ballast è proseguita fino a poche centinaia di metri oltre Noto Marina, esattamente fino a via Istrice, luogo della nostra seconda sosta. Dalla postazione è possibile distinguere molto bene le trivelle in stazione lungo il rilevato che dalla stazione di Noto Marina prosegue verso sud.
Esse realizzano dei fori in cui saranno inseriti pali in calcestruzzo armato o travi in acciaio a “doppio T” (si notano posizionati lateralmente alla scarpata); un tipico intervento di rinforzo, già eseguito a valle del viadotto sull’Asinaro in contrada Niura e che certamente andrà esteso a tutti i rilevati della linea, molto in pendenza (come si faceva nel periodo in cui la linea venne realizzata, durante il ventennio fascista) e quindi soggetti a dissesto e dilavamento. Si consideri che la linea, chiusa dal 1986, da allora non è interessata da interventi di manutenzione.
Per quanto concerne l’area di via Istrice, sappiamo che si tratta di una zona-chiave di questo intervento, a causa dei numerosi passi carrabili realizzati sul riempimento, alto oltre tre metri, posizionato sull’ex trincea in cui correva la ferrovia. Rimuovere quel materiale per ripristinare la sede ferroviaria, significa lasciare letteralmente sospesi in aria i cancelli di accesso di numerose abitazioni della zona (minuto 1:56), come si può vedere anche dai picchetti che individuano lo scavo da realizzare.
Nessun lavoro al PL di Lido
Più avanti, in prossimità della ex fermata di Lido di Noto e del relativo Passaggio a Livello, niente di nuovo sotto il sole. Ma proprio nulla. Per la cronaca, ad un conto approssimativo, abbiamo rilevato lavorazioni in corso su 4 km soltanto di linea: da contrada Niura a via Istrice. Considerando la tratta già riqualificata, un totale di 5,5 km su 27.
Sappiamo che altri lavori sono in corso più a sud, ma l’area di Lido di Noto è quella più complessa e delicata dell’intervento, perchè attraversa in pieno una contrada che, da quando la linea venne dismessa, è stata fortemente urbanizzata. Al punto da rendere particolarmente invasivi gli interventi di ripristino della linea.
I lavori che, comunque, essendo finanziati dal PNRR con 40 milioni circa, dovrebbero concludersi entro il mese di giugno 2026: una data che sembra lontana, ma se consideriamo la complessità delle opere da realizzare, ben lungi dal semplice rinnovo dell’armamento, visto che comprendono già importanti interventi strutturali ed altri sicuramente ne richiederanno, meno di due anni potrebbero rivelarsi insufficienti.
Ne vale la pena, per pochi treni l’anno??
Il servizio da offrire sulla linea, come sappiamo, sarà esclusivamente turistico: per il suo svolgimento occorreranno finanziamenti che, come abbiamo anticipato nei precedenti articoli, dovranno essere messi a disposizione dalla Regione siciliana, che già lesina i fondi per il servizio ordinario.
La domanda è sempre la stessa: se, come avviene per le altre linee turistiche in esercizio, si tratterà di pochi treni l’anno, vale veramente la pena eseguire lavori così complessi? Perchè, allora, non prevedere su questa linea il servizio ordinario, ovvero diversi treni ogni giorno a servizio della comunità locale?