NOTO – PACHINO, TUTTI I NOSTRI DUBBI SULLA CERIMONIA DI PRESENTAZIONE DEI LAVORI DI RIPRISTINO A FINI TURISTICI.

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Tre giorni dopo la cerimonia di presentazione dei lavori propedeutici alla riapertura della ferrovia Noto – Pachino, tenutasi sabato 17/12/2022 nel piazzale interno della stazione FS di Noto ed al convegno, svoltosi sempre nella cittadina barocca, a Palazzo Trigona, cerchiamo di analizzare i fatti: siamo andati a vedere di persona quanto è accaduto, per aggiungere una testimonianza obiettiva ai commenti benevoli delle solite tifoserie e dei media amici.

In premessa, va detto che la città di Noto non ha risposto all’avvio operativo dei lavori di ripristino turistico della ferrovia dismessa come ci si sarebbe aspettato.

Se alla cerimonia di presentazione non fossero state invitate le scolaresche, nel piazzale ci sarebbero stati non più di 50 presenti, in gran parte addetti ai lavori e tifoserie amiche. Sul palco solo dirigenti del vettore e alcune rappresentanti politici locali. Non pervenuti altri amministratori locali, ad esempio i rappresentanti della ex Provincia; particolarmente vistosa è risultata l’assenza del Comune di Pachino, che peraltro rimane lontanissimo dalla riqualificazione della linea che si ferma a meno di due chilometri dalla stazione di Noto

A lavori conclusi (se li completeranno), nella migliore delle ipotesi, sempre che la Regione Siciliana li finanzi con fondi pubblici, i “treni storici” si vedranno solo nei fine settimana, al massimo nella bella stagione.

Facendo due conti in croce, ed ipotizzando l’utilizzo delle stesse automotrici diesel ALn668 serie 1200 che abbiamo visto sabato scorso percorrere i primi 2 km di linea, al massimo troveranno posto sui convogli 136 viaggiatori;  effettuando una seconda corsa giornaliera, in totale si avrebbero 272 passeggeri al giorno.

Nell’ipotesi ottimistica di corse effettuate sistematicamente ogni fine settimana, totalizzando 52 corse nell’arco dei 12 mesi, si arriverebbe ad un massimo di 7072 viaggiatori. Se ci basiamo a quanto la Regione Siciliana ha speso nel 2019, per finanziare 52 treni storici in tutta la Sicilia, 951.202,00 €, pari a 18.292,35 € a treno.

Una cifra difficilmente giustificabile alla collettività per la sola Noto-Pachino, dal momento che si tratta di soldi pubblici che potrebbero essere investitI per promuovere il territorio con ricadute economiche superiori. Magari, per rimanere in ambito ferroviario, incrementando i collegamenti regionali, che vengono incredibilmente sospesi la domenica su tutta la tratta Siracusa-Noto-Ragusa, isolando completamente il territorio e rendendolo irraggiungibile per i turisti.

Se sono questi gli studi scientifici di ritorno economico decantati durante la cerimonia di presentazione dal signor Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione FS Italiane, che ha dichiarato “per un euro speso nel biglietto del treno storico almeno tre ricadono sul territorio”, è legittimo nutrire più di qualche dubbio. Non soltanto per il costo per la collettività dei futuri treni storici, ma anche per i 40 milioni di fondi del PNRR che si stanno spendendo al fine di riaprire questa ferrovia a scopi esclusivamente “turistici”. Torneremo sull’argomento nei prossimi giorni.

Roberto Di Maria – Amministratore blog “In Progress”

Giovanni Russo – Presidente Associazione Ferrovie Siciliane

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