Secondi in Italia, sono soddisfazioni. Peccato che non si tratti della classifica del PIL o della qualità della vita: parliamo di traffico.
Un risultato, quello rivelato da un articolo del sito YOUNIPA che probabilmente non si aspettava chi, già a metà degli anni 90, negava la necessità di una metropolitana ed ha scommesso tutto, credibilità politica compresa, sul tram. Anche a costo di mettere a soqquadro la città per anni ed anni, con i risultati che vediamo. Anche a costo di esasperare un fin troppo accondiscendete Consiglio Comunale, che solo recentemente, in un sussulto di orgoglio, ha messo in dubbio un siffatto sistema bocciandone il finanziamento dell’estensione per il quale si sarebbe dovuto accendere un mutuo.
Domanda: se in quegli anni fatidici si fosse deciso per la metropolitana leggera (sistema VAL) approfittando dei finanziamenti poi finiti a Torino (che sta già progettando la seconda linea) le cose sarebbero andate così?
I nostri amministratori, tanto affezionati alle loro idee quanto allergici al dissenso, dovrebbero dare una risposta, in buona fede, a questa domanda.
E magari, prendere atto del fallimento di una politica della mobilità incentrata su un solo modo di muoversi, su cui si è talmente scommesso da ignorare, praticamente, l’esistenza degli altri sistemi di mobilità. Anche se fra questi ce n’è uno nel frattempo realizzato a costo di lunghi anni di traversie, ed oggi finalmente funzionante: parliamo del passante ferroviario con le sue 21 stazioni in tutta l’area metropolitana, il cui servizio, affidato ad un contratto di servizio che riguarda l’intera Sicilia, siglato tra Regione e Trenitalia, potrebbe essere ben più frequente degli attuali 2 treni l’ora.
Quest’opera potrebbe divenire facilmente la dorsale fondamentale della mobilità metropolitana. Lo abbiamo dimostrato, con tanto di rilievo dei dati di flusso e stima con modello matematico, nel nostro studio pubblicato appena un anno fa, dalla prestigiosa rivista “La Tecnica Professionale” del Collegio Ingegneri Ferroviari: sul passante potrebbe spostarsi, a regime, più di 85.000 viaggiatori al giorno! Ma evidentemente, il Comune non si è abbonato a quella rivista.
Infatti, non ci risulta che abbia mai sollecitato la Regione a fare di più; così come non ci risulta che abbia mai messo in atto alcun intervento per favorire l’interscambio dei mezzi AMAT, su gomma o su ferro, con i treni del passante. Certo, si potrebbe dire, con 120 mezzi (quando va di lusso) in esercizio ogni giorno anzichè, almeno, 400, non c’è molto da fare. Ma almeno coordinare gli orari di questi pochi bus o tram con i treni in arrivo e partenza, non ci sembra un’impresa così titanica.
Per altri versi, chi strombazza “l’interscambio modale” un giorno si e l’altro pure, è arrivato persino a complicare la consegna di un parcheggio di interscambio auto-treno, che aspetta da due anni e mezzo: è il caso di Tommaso Natale, che abbiamo evidenziato e stigmatizzato più volte. Nell’indifferenza generale.
Potremmo continuare ed annoiare chi legge con storie trite e ritrite: ore di attesa alle fermate (magari prive di pensiline), paline informative assenti, corse saltate, mezzi inadeguati… Gli stessi tram ridotti al lumicino, con linee servite ogni 20 minuti me che possono arrivare, impegnandosi bene, agli otre 50 minuti che ci sono stati segnalati non più tardi dell’estate scorsa.
Così come potremmo continuare per ore a parlare degli atti di pianificazione del traffico, primo fra tutti il PUMS, sul quale avevamo presentato 9 (diconsi nove) osservazioni ufficiali. Tutte respinte. Finalmente approvato dal Ministero per le Infrastrutture e Trasporti previe provvidenziali integrazioni dal momento che chi lo ha redatto aveva dimenticato di tenere conto di tutti i comuni dell’area metropolitana che non si chiamano Palermo. Un PUMS propedeutico peraltro al PGTU, a sua volta scaduto.
Chissà se la versione integrata di questo fondamentale atto di pianificazione abbia tenuto conto del traffico pesante che, piaccia o no agli aficionados della mobilità dolce, in una città normale serve ancora, specie se quella città ha un porto proprio in mezzo. Una componente che, incredibilmente, tiene ancora in piedi quel poco di attività commerciale ed imprenditoriale ancora esistente in città e che deve trovare qualche via di accesso, che possibilmente non rischi di crollare, a tutte le aree cittadine.
Comunque, niente paura: siamo certi che ci sarà sempre qualcuno, tra gli amministratori pubblici o, meglio, tra i sedicenti “esperti” dei siti amici, che additeranno al pubblico ludibrio il solito, ormai mitico, colpevole: il panormosauro.
Questo cittadino metà palermitano metà bestia giurassica, capace di ogni male, praticato anche a sè stesso: dall’immondizia per strada alle vandalizzazioni (eternamente impunite), dal biglietto non pagato alla guida scorretta. Lo hanno preso di mira persino per aver messo in discussione le fantasiose piste ciclabili realizzate in città, fra cui l’ultima creatura di Orlando e c.: la Ciclopolitana.
Tutto è lecito quando non si vogliono ammettere i propri limiti. Anche polverizzare il senso del ridicolo.

