NELLA CLASSIFICA DELLA SOCIETA’ INRIX PER IL 2022 PALERMO E’ DECIMA TRA LE CITTA’ PIU’ TRAFFICATE. PRIMA IN ITALIA. UN RISULTATO A CUI SI LAVORA, CON SUCCESSO, DA TANTI ANNI…

Grazie benaltristi, verrebbe da esclamare. Chi conosce la storia della città di Palermo degli ultimi 30 anni avrà già capito. Ed avrò dato un senso al piazzamento della città all’interno del Global Traffic Index 2022, lo studio realizzato annualmente da Inrix, la società americana di ricerche specializzata in analisi della mobilità. E che conferma i progressi fatti dalla città nella spasmodica ricerca di un piazzamento migliore: due anni fa, lo stesso studio ci classificava soltanto al ventitreesimo posto al mondo, nonchè al secondo in Italia dopo Roma, che ora ci segue. Sono soddisfazioni.

Il verdetto impietoso della classifica INRIX, infatti, è il risultato di almeno tre decenni di scelte sbagliate, ispirate all’ideologia piuttosto che alla scienza dei trasporti. D’altronde, è un risultato meritato e per niente inaspettato, che non poteva mancare in una città con area metropolitana di oltre 1 milione di abitanti che rinuncia alla tangenziale perché “devasta il territorio” ed alla metropolitana a favore del tram perchè “è green”: il trionfo del benaltrismo e del falso ambientalismo che, per un apparente paradosso, crea inquinamento e sottosviluppo.

Per la soddisfazione di amministratori semplicemente dissennati e dei diversamente esperti che, per pura convenienza politica, hanno assecondato le loro scelte folli. Come quando, 30 anni or sono, il CIPE aveva già in esame, per il finanziamento, il progetto preliminare della metropolitana automatica leggera (tracciato di primo stralcio: piazzale Oreto-ZEN), commissionato dalla Provincia all’inizio degli anni ’90 e redatto a cura dell’Agensud.

Durante la prima sindacatura Orlando per elezione diretta, improvvisamente il Comune chiese al CIPE di rivedere le priorità valutando una rete tranviaria, fino ad allora mai progettata. Ed il CIPE, con quei soldi, finanziò la VAL di Torino.

Un sistema, quello torinese, perfettamente speculare a quello progettato per Palermo (anch’esso del tipo VAL) che, assicurando un treno ogni 72 secondi, ha riscosso talmente successo da convincere l’amministrazione della Mole non soltanto a prolungare la linea esistente, ma a realizzarne una seconda, attualmente in progettazione (per i palermitani che amano soffrire, leggere QUI della linea 2 torinese).

Eppure, già da allora esistevano studi (uno redatto dal sottoscritto) che dimostravano, in maniera inequivocabile, che soltanto la metropolitana avrebbe risolto pienamente le esigenze della città, offrendo sull’asse principale di spostamento nord-sud 15.000 spostamenti orari per direzione anzichè i 3.000 offerti dalla prevista linea tranviaria, a fronte di una domanda più volte stimata in almeno 13.000 viaggiatori/ora. Numeri, non supercazzole ideologiche come quelle che troppo spesso abbiamo dovuto ascoltare, dalla bocca di sedicenti “esperti” ad un tanto al mese..

Ma non è certo finita qui. Sappiamo tutti che, negli anni passati, gli stessi programmi di finanziamento in cui sono state inserite, impunemente, le improbabili linee della prima fase dell’estensione della rete tranviaria (Patto per Palermo, 2016) e quelle della seconda fase (Avviso del MIT del 2018, poi reiterato) potevano e dovevano essere utilizzati per reperire i fondi per la Metropolitana Automatica Leggera (MAL). Perchè i fatti ed il traffico cittadino, giunto già a livelli insopportabili, confermavano ampiamente gli studi e le analisi dei flussi già esistenti a metà degli anni ’90, di cui abbiamo accennato sopra.

Ma anche perchè sulla MAL, già dal 2014, esisteva un progetto preliminare approvato, mentre per la rete tranviaria, fino al 2018, non c’era nulla. Si è voluta ignorare la metropolitana pur avendo i fondi a disposizione ed il progetto pronto per diventare esecutivo. Chi lo ha fatto, si è assunto una responsabilità storica di fronte alla città: quella sancita dalle classifiche di cui sopra. Che, sia ben chiaro, sono redatte da istituzioni “terze” che nulla hanno a che fare con le dispute di bottega della nostra politica locale, di fronte alle quali il bene comune è solo un fastidioso dettaglio.

Prendiamo atto, quindi, di questo non lusinghiero risultato, nella speranza che, finalmente, chi ci governa esca dalle logiche manichee e cominci, finalmente, a studiare il problema o, almeno, a non ignorare gli studi già esistenti.

L’attuale amministrazione, a nostro avviso accorta nel riproporre la tangenziale, ha iniziato con il piede sbagliato l’approccio alla risoluzione dei problemi di trasporto pubblico, scegliendo la continuità con quella precedente anzichè rivedere, con il coraggio che si deve ad una realtà come Palermo, scelte che hanno rivelato la loro inadeguatezza prima che venissero fuori i pessimi piazzamenti nelle classifiche mondiali di traffico.

Non basta rinviare, sine die, la scelta sulla realizzazione, o meno, della linea A che, peraltro, oltre ad essere la più discussa fra quelle che compongono il “Sistema Tram”, corre proprio lungo l’asse principale degli spostamenti cittadini. Laddove, coraggiosamente, bisognerebbe implementare l’unica opzione possibile: quella del sistema di trasporto sotterraneo su ferro. Il progetto c’è, i fondi, nonostante le occasioni perdute, anche: possono essere reperiti non soltanto da fonti pubbliche, come la UE e non solo, ma anche da fonti private, attivando il Project Financing come prevede lo stesso progetto.
Potrebbe essere l’ultima occasione per Palermo di uscire dai bassifondi delle classifiche mondiali. Ma se non lo si comprende adesso, da parte di amministratori che, a parole, hanno dichiarato di essere lontani da scelte ideologiche applicate ai trasporti, non lo si comprenderà più.