La politica preferisce inaugurare anche le manutenzioni piuttosto che programmare il futuro.

 

Qualche giorno fa abbiamo avuto notizia della riapertura di una carreggiata autostradale della A19 Palermo-Catania di soli 4 chilometri, dopo l’esecuzione di lunghi lavori di riqualificazione. Si trattava di opere di manutenzione straordinaria, che in altri tempi avrebbero interessato gli addetti ai lavori. Eppure per celebrare la fine di queste opere si è tenuta una cerimonia di inaugurazione alla presenza di una folta schiera di autorità politiche, fra le quali addirittura il presidente della Regione siciliana. Il tutto ovviamente condito da dichiarazioni di apprezzamento e soddisfazione per l’opera portata finalmente a termine.

 

In un mondo normale, sarebbe assurdo organizzare certi eventi e lasciarsi andare a tanta retorica. Il fatto che ciò avvenga, e veda coinvolti tranquillamente politici ed addetti ai lavori, ci fa comprendere quale sia il livello di razionalità, di senso civico, di orgoglio che si è raggiunto nel rapporto tra società ed Opere Pubbliche.

 

Dispiace che queste situazioni si verifichino soprattutto al sud ed in particolar modo in Sicilia, anche in occasione di “eventi” persino meno rilevanti: chi vuole, può andarsi a rivedere (LINK) la testimonianza filmata della riapertura, più che parziale, della ferrovia dismessa Noto-Pachino: 1,5 km su 28! Durata, peraltro, l’arco di una mezza mattinata: da allora, nessun altro treno ha più percorso la “mini” ferrovia, nel silenzio assordante degli amministratori pubblici, locali e non. I quali, evidentemente, preferiscono presenziare piuttosto che protestare.

 

Ma la politica non smette di stupirci, e ci riserva sempre nuove sorprese. Come quando si sente in dovere di assistere al primo volo di una compagnia aerea privata che si degna di rivolgere le sue attenzioni al mercato siciliano. Facendo uscire l’isola dal “cartello “ di altre due compagnie (ITA e Ryanair), ree di aver applicato, semplicemente, le leggi del mercato. Leggi inesorabili, ispirate al profitto più che al pubblico interesse, alla base della vessatoria politica dei prezzi da sempre riservata agli utenti siciliani. Ed i cui risultati vengono stigmatizzati proprio da quei politici che, da sempre, si ispirano al mercato come salvezza da ogni male.

 

In fondo, non è certo colpa delle sopra citate compagnie aeree se il vettore aereo è così utilizzato dai siciliani per raggiungere il continente: è colpa di decenni di politica dissennata dei trasporti, carenze infrastrutturali, totale disinteresse al tema del collegamento stabile con il continente.

 

Sarà forse per i sensi di colpa che, da parte dei politici, si manifesta tutto questo interesse per atti normali, persino dovuti? O si è forse incapaci di guardare più lontano, immaginando una programmazione a lungo termine che porti la Sicilia verso l’Europa anziché verso il terzo mondo?

 

Di certo, accanto a rituali degni di miglior causa, non riusciamo a scorgere la volontà di mettere in campo i più basilari elementi per costruire un futuro migliore. Per rimanere nel campo dei trasporti, ad esempio, pendolari ed associazioni di consumatori chiedono da anni la rimodulazione degli orari ferroviari in tutta la regione. Dove le coincidenze non esistono più e, ad una certo ora, non si trovano più neanche i treni; questi ultimi, peraltro, vengono ridotti drasticamente i festivi e le domeniche, se non spariscono del tutto.

 

Con buona pace del turismo che, a parole, viene sempre considerato (impropriamente) da chi ci amministra l’unica ragione di esistere per strade, ferrovie ed aeroporti. Ciò che dimostra involontariamente quanto sia bassa l’attenzione della politica verso chi usa il treno per andare a studiare o lavorare e rappresenta, strano ma vero, ancora la stragrande maggioranza dei viaggiatori.

 

Ciò dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che si è perduto, oltre al senso del ridicolo, quello dell’ordinariodel dovuto, del normale. In effetti, non è più normale niente dalle nostre parti: trovare un posto di lavoro, accedere ad un servizio sanitario, ottenere un documento d’identità. Figuriamoci le manutenzioni straordinarie.