NOTA DELLA SOCIETA’ “STRETTO DI MESSINA” A PROPOSITO DEI CAVI CHE SORREGGERANO L’IMPALCATO DEL PONTE SULLO STRETTO
Riceviamo e pubblichiamo volentieri una nota di chiarimento che ci proviene dalla società “Stretto di Messina” riguardo la questione tanto dibattuta sui media, della resistenza dei cavi che sosterranno l’impalcato del Ponte sullo Stretto di Messina. Al proposito, vogliamo dire anche la nostra, visto che la qualità del progetto e dei materiali da utilizzare per la realizzazione del Ponte sullo Stretto è stata messa in discussione da sedicenti esperti. Difficile definirsi tali con la laurea di ingegneria meccanica in tasca, quando, in questo campo, non basta neanche la laurea in ingegneria civile (campo in cui rientrano i ponti) ma occorre una specializzazione avanzatissima sullo specifico campo dei ponti sospesi a grande luce che, in tutto il mondo, posseggono al massimo una decina di esperti. Ciò non evita a giornali, social e TV di proclamare “super esperti” quelli che tali non sono, per motivazioni che nulla hanno a che fare con la tecnica.
Di seguito, la nota di “Stretto di Messina”:
In relazione ad alcune affermazione prive di fondamento tecnico scientifico emerse sui media, relative ai cavi principali del ponte sullo Stretto di Messina che sarebbero dei “prototipi” e a connesse sperimentazioni di “difficilissima esecuzione”, tramite “macchine colossali” e “tempi lunghi di esecuzione”, la Stretto di Messina precisa quanto segue.
I cavi principali del ponte non sono un prototipo. In particolare, i quattro cavi principali, realizzati mediante l’impiego di PPWS – funi prefabbricate da 127 fili, zincati e ad alta resistenza – sono di dimensioni analoghe a quanto già realizzato per il ponte Giapponese Akashi Kayko, in esercizio da 26 anni. Inoltre, si rappresenta che recenti realizzazioni (ShiZiYang Bridge, 2020) vedono l’impiego di cavi di diametro anche superiore a quelli del Ponte sullo Stretto (1.30 m vs 1.26 m).
Per quanto riguarda il tema dei tempi e modalità delle prove di fretting, ovvero fatica da “sfregamento” cavi – selle, queste hanno una durata di alcuni mesi – non certo di anni o tantomeno di decenni – e si avvalgono di martinetti idraulici e strutture con dimensione massima di 10–15 metri, difficilmente definibili come “macchine di colossale dimensione”.