INTERVISTATO DA RADIO RADICALE, IL PROFESSORE HA SOSTENUTO L’OPERA SGOMBRANDO IL CAMPO DALLE POLEMICHE
Intervento, ieri sera, a Radio Radicale del prof. Enzo Siviero, a proposito del Ponte sullo Stretto di Messina. Da sempre sostenitore dell’opera, il decano internazionale dei ponti a lunga campata, Rettore dell’Università eCampus ha definito “incommentabili” le ultime polemiche scaturite dalla relazione di aggiornamento al progetto definitivo. “Chi afferma certe cose – ha detto – o non ha letto il documento o l’ha letto in modo superficiale ed è fermo su posizioni aprioristiche”, con riferimento all’atto del Comitato Scientifico.
“Il documento allora spiegava – ha continuato ancora Siviero – cosa bisognava fare per aggiornarlo. L’avanzamento della conoscenza non finisce mai e possiamo garantire ulteriore sicurezza adesso. I venti? Situazione paradossale. Parliamo di un aggiornamento già previsto, ora opportuno, per non dire necessario. Nel mondo della ricerca queste cose sono abbastanza ovvie”.
“Arriviamo addirittura al paradosso che lo Stato consentirebbe di andare avanti in un’opera non sicura. Non è vero”, ha precisato. “La sicurezza è un fatto statistico. I ponti ferroviari hanno una probabilità di crollo inferiore ai ponti stradali, ad esempio. Oggi come oggi noi siamo ai massimi livelli di sicurezza immaginabili. L’opera è eccezionale e progettata in modo eccezionale. L’accuratezza con cui allora è stato realizzato il progetto è garantita. Con il Ponte sullo Stretto siamo ai livelli massimi superiori a qualsiasi altra opera nel mondo“.
Sul “benaltrismo” dei contrari all’opera, il professore padovano ha le idee molto chiare:
“Il benaltrismo? Prima le strade e le ferrovie? Questa riflessione mi lascia perplesso, ma sono 50 anni che se ne parla. Quando Monti ha tolto i 2 miliardi di finanziamento dello Stato per l’opera, non è rimasto un euro in Sicilia e Calabria, li ha portati al Nord. Poi è noto che sono le grandi opere a trascinare le piccole. Non è un problema tecnico, ma di programmazione”.
“Non accetto che la politica ci marci. A Dubai il mare e il clima fanno schifo, ma sono riusciti a fare quello che vediamo”, ha aggiunto, parlando poi del tema espropri: “mi pare normale che un’opera del genere abbia bisogno degli espropri, per ogni opera è così, anche per l’Alta Velocità. E’ tutto un fatto economico. La soluzione è spendere qualche milione di euro in più, pagare il giusto. Se si propone meno del valore a chi va espropriato, è normale che ci siano ostacoli”.