Sono lì da decenni, abbandonati, quasi del tutto inutilizzati, ma servono. Siamo andati a vederli per voi

I sottopassaggi pedonali della Circonvallazione di Palermo sono nati male e funzionano peggio. Sembra che nessuno si curi di queste strutture, realizzate per legare insieme le due parti della città divise da quella che nacque come strada esterna ad essa. Gli unici interessati sembrano essere i pochi cittadini che, stoicamente, si ostinano ad utilizzarli, nonostante erbacce, immondizia ed oggetti di ogni tipo.

Quelli che vi mostriamo, grazie alle foto del nostro Fabio, si trovano nella prima metà del viale, partendo dall’ingresso sud: da via Giafar a corso Calatafimi, esattamente in questa posizione:

1. Via V.F. 12
2. Via Belmonte Chiavelli
3. Via Cingallegra
4. Via Aloi
5. Via Altofonte
6. Viale SS Maria Mediatrice

I primi sottopassi, numerati da 1 a 5, sono stati realizzati in uno al primo stralcio (Via Giafar-via Altofonte) e sono quelli più profondi; ne esiste un altro simile nello stesso tratto di strada, all’altezza del ponte Corleone, lato Baby Luna. In questi sottopassi occorre percorrere almeno tre rampe di scale prima di arrivare al livello del piccolo tunnel che conduce dall’altra parte delle 4 carreggiate attraversate.

Per spiegare come mai si debba scendere agli inferi, invece dei consueti 3-4 metri al massimo sotto il livello stradale, occorre considerare quello che passa sotto la circonvallazione, per tutta la sua lunghezza: un grosso tubo dell’acquedotto cittadino, che supera 1 metro di diametro e corre ad almeno 3 di profondità.

Quando venne progettata la strada, evidentemente, nessuno pensò che ci fosse la necessità di oltrepassarla, e pose questa ulteriore barriera nel sottosuolo. L’ipotesi della realizzazione di sovrapassi pedonali, venne scartata: se ciò è comprensibile per la parte centrale dell’arteria stradale (da villa Tasca a via Trabucco), in cui si sarebbe dovuta costruire la sopraelevata, cioè un’ulteriore doppia carreggiata su viadotto proprio sopra le attuali carreggiate centrali, lo è un pò meno per il primo stralcio in cui non sono mai state previste sopraelevazioni. Ma tant’è: i sottopassi vennero realizzati sotto tutte e 4 le carreggiate, a profondità di almeno 8 metri, in contemporanea alla realizzazione dell’arteria stradale.

Fanno eccezione, in realtà, i sottopassi realizzati in un secondo tempo, all’altezza di via SS. Mediatrice, via Portello e via Sardegna: questi, infatti, hanno una profondità minore, non dovendo sottopassare la tubazione di cui sopra, nel frattempo spostata su una delle carreggiate laterali; in compenso, proprio per questo motivo, i sottopassi non riguardano queste carreggiate, ma solo quelle centrali, più larghe. Poco male, se anche le sedi stradali laterali non fossero interessate da flussi tutt’altro che trascurabili, tanto da aver richiesto l’installazione di appositi semafori pedonali a chiamata in due di essi (via Portello e via Sardegna).

Quest’ultima tipologia riguarda soltanto uno dei sottopassi riprodotti nelle foto, quello di viale SS. Mediatrice, contrassegnato con il n° 6 in planimetria. Essendo più accessibile, è stato possibile ritrarre anche il suo interno e non soltanto gli ingressi.

Nelle immagini che seguono, è facile comprendere come si possano fare scelte a dir poco discutibili nel campo delle infrastrutture urbane principali e delle relative opere di arredo. Non staremo a soffermarci su questo aspetto, ma l’evidenza del pressappochismo e dell’improvvisazione che ha determinato certe scelte, poi magari riviste in un secondo tempo, dopo aver determinato un esborso non indifferente di denaro pubblico, lascia veramente esterrefatti.

Succede, quando si pensa alla finalità dell’opera pubblica, in questo caso una fondamentale arteria stradale, senza considerare il contesto in cui essa è calata, studiandone le possibili evoluzioni. In fondo, non ci voleva un indovino per prevedere, già negli anni ’50, epoca in cui la circonvallazione venne realizzata, che la città ormai capoluogo di una regione a Statuto speciale si sarebbe espansa a macchia d’olio, molto oltre il tracciato di quella che, ancora oggi, viene chiamata “circonvallazione”.

E venne pure realizzata a carreggiata unica, come il passante ferroviario che, nello stesso tempo, veniva interrato a binario unico. Dei sottopassi, nessuno si preoccupò. Per poi dover ricominciare daccapo, già negli anni ’80, raddoppiando la carreggiata e dotandola di due altre carreggiate laterali: un quadruplicamento (che comprendeva anche i sottopassi del 1° stralcio) mai portato a termine, se è vero, come è vero, che il Ponte Corleone, ormai malmesso, non è mai stato dotato delle careggiate laterali. Ma mancano anche lo svincolo di via Oreto e quello di via Perpignano, uno stralciato dal progetto originario per un improvvido parere negativo della Sovrintendenza BB.CC.AA., l’altro progettato in un secondo tempo ma mai giunto alla fase esecutiva.

Potremmo sottolineare come sia continuato il destino “parallelo” del Passante, il sui raddoppio non è stato ancora completato. Storie simili di opere diverse, ma con un unico comun denominatore: la disarmante mancanza di capacità pianificatoria che caratterizza gli ultimi 150 anni di storia della nostra città. Insomma, lungimiranza zero, a tutti i livelli. Purtroppo, dalle ultime cronache , abbiamo modo di ritenere che questo stigma della carenza pianificatoria stia ancora affliggendo la città.

Tornando ai sottopassi, vi lasciamo alle foto di Fabio, che è stato così gentile da fornirci anche l’indicazione planimetrica di queste opere. La alleghiamo a beneficio dei lettori, e non solo: speriamo che la consultino anche i responsabili della pulizia e della manutenzione delle opere pubbliche cittadine….

 

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Sottopasso di via V.F. 12

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via V.F. 12

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via V.F. 12
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via Belmonte Chiavelli
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via Belmonte Chiavelli
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via Cingallegra
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via Cingallegra
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via Cingallegra
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via Altofonte
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via Altofonte
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via Altofonte
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via Ss. Mediatrice, il sottopasso interessa solo le carreggiate centrali
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Sottopasso all’altezza di via SS. Mediatrice, ingresso lato valle
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Sottopasso via SS. Mediatrice, interno

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Sottopasso via SS. Mediatrice, ingresso lato monte
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Sottopasso via SS. Mediatrice, interno. Sulla sinistra, l’alloggiamento per il custode, oggi abbandonato