Posta al limite occidentale della rete ferroviaria siciliana, la stazione di Trapani rappresenta un simbolo di un servizio, quello ferroviario che sopravvive a sè stesso nonostante tutto.

 

Ad esempio, nonostante il fatto che la stazione non sia più direttamente collegata con il capoluogo, distante, in linea d’aria, meno di cento km. Senza la linea Alcamo diramazione-Trapani via Milo, per raggiungere la città da Palermo occorre invece percorrere i 189 km della via Castelvetrano; avendo effettuato nel frattempo, il trasbordo a Piraineto.

 

Il materiale rotabile lo vedete nelle foto: sono le vecchie ALN 668. Chissà se, in queste condizioni, si può ancora parlare di “continuità territoriale” per questa città, situata nella estrema propaggine occidentale della nostra isola.

 

Tuttavia, della stazione trapanese, tipica stazione “di testa”, ci piace sottolineare la bellezza architettonica, sopravvissuta a recenti restauri a dir poco discutibili: non si comprende, invero, l’ampio piazzale che è stato ricavato arretrando i binari, un pò come è avvenuto a Palermo Centrale. Le forme dell’edificio viaggiatori conservano invece l’eleganza delle linee razionali e delle tipiche rifiniture degli edifici ferroviari di fine ottocento. Un patrimonio di bellezza che va salvaguardato, tutelandone, innanzitutto, la funzionalità per il quale è stato concepito .

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